di Luigi Mamone

Non e’ importante il numero totale dei presenti alla manifestazione del PD, ieri, a Roma. E’ importante che un partito dopo una serie di congiunture negative ed errori prospettici, anche gravi, voglia riprendere un dialogo con la propria base e portare in pubblico l’invito a far quadrato e risalire la china. Questo e’ il dato finale della prima manifestazione corale di un PD che appare – nelle voci dei giovani e di una base socialmente variegata- capace di proporsi ancora come interlocutore e riferimento di una base elettorale che non potra’ mai identificarsi nella Lega e nei Cinquestelle. E che al contempo dimostra di pretendere concretezza, apertura al dialogo interno e ripudio delle logiche da lobby che tanto hanno contribuito a disperdere i consensi. Dall’accorato appello di un Consigliere Comunale genovese per una azione concreta di ricostruzione del Ponte sul Polcevera, alla testimonianza di un attivista colored che parla di Italia e si dichiara Italiano. Alla chiosa del segretario Martina: dignitoso e consapevole delle difficolta’ che pone l’ondata populista e delle conseguenze del braccio di ferro con le istituzioni europee. L’invito all’Unita’ appare implicito ed evidente. “Avete dato una lezione a tutti noi – dice Martina- gli altri amano i balconi noi preferiamo la Piazza”. I presenti applaudono. La loro e’ una testimonianza di fede piu che di opportunismo del momento che, specie al Sud, ha visto l’ assalto alle diligenze leghiste piu’ che a quelle pentastellate. Movimento,  questo, con il quale la base del PD in buona parte non disdegnerebbe di provare a dialogare