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TAURIANOVA (RC), DOMENICA 05 MAGGIO 2024

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Mafia, Pignatone: “Se ci fu ‘patto’ violato da chi indagò”

Mafia, Pignatone: “Se ci fu ‘patto’ violato da chi indagò”

 

Colloquio con l’Espresso. “Vedremo se ci fu accordo Stato-mafia”

Mafia, Pignatone: “Se ci fu ‘patto’ violato da chi indagò”

Colloquio con l’Espresso. “Vedremo se ci fu accordo Stato-mafia”

 

 

(ANSA) ROMA – “Per molto tempo, prima e dopo la cattura di Provenzano, si è sostenuta l’esistenza di questo patto (Stato-Mafia ndr) in sedi processuali e non processuali. Noi non sappiamo se c’é stato, lo vedremo dall’esito dei processi in corso. Ma è certo che la polizia e la procura di Palermo, in particolare i colleghi Michele Prestipino e Marzia Sabella, da me coordinati, hanno arrestato Provenzano l’11 aprile 2006. Per cui, se questo patto esisteva, è stato serenamente violato da chi ha condotto le indagini che hanno portato alla cattura del boss”. Lo afferma il procuratore della repubblica di Roma, Giuseppe Pignatone, in un colloquio con L’Espresso e del quale è stato diffuso un’anticipazione. Parlando, in particolare, del lavoro svolto alla guida della procura di Reggio Calabria, Pignatone, il quale racconta la sua esperienza calabrese in un libro, attraverso il dialogo con un altro magistrato Michele Prestipino, parla tra l’altro del “peso della politica” sul potere delle cosche: “Le mafie sono tali – afferma – perché hanno relazioni con la società civile. Non ci sono categorie sociali totalmente colluse o corrotte e non ci sono categorie sociali assolutamente estranee. In ognuna ci possono essere persone perbene che lottano e contrastano il fenomeno mafioso ma anche quelle che scelgono di conviverci”.