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TAURIANOVA (RC), DOMENICA 05 MAGGIO 2024

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Maestro Allera pronto a rifare opera Boccioni a Reggio Successo per la mostra di scultura "Vibrazioni ed emozioni di speranza" dell'artista gioiese

Maestro Allera pronto a rifare opera Boccioni a Reggio Successo per la mostra di scultura "Vibrazioni ed emozioni di speranza" dell'artista gioiese
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REGGIO CALABRIA – Si è conclusa la mostra di scultura “Vibrazioni ed emozioni di speranza” dell’artista gioiese di fama internazionale Cosimo Allera che tanto successo ha registrato in questi giorni. L’esposizione, allestita all’interno del castello Aragonese di Reggio Calabria, è stata inaugurata lo scorso 19 maggio e, tra i tanti visitatori, ha registrato la partecipazione dell’assessore per le Politiche e Pianificazione Culturale della Provincia, Edoardo Lamberti Castronuovo e dell’on. Sebi Romeo, in rappresentanza delle Istituzioni locali. Dopo il taglio del nastro, il prof. Marcello Anastasi, docente di Storia dell’arte del Liceo scientifico “Michele Guerrisi” di Cittanova , ha illustrato il percorso artistico di Allera, una delle figure più significative nell’attuale panorama artistico nazionale che, negli anni, ha avuto modo di porsi all’attenzione anche della critica internazionale ricevendo il conferimento di prestigiosi riconoscimenti.

Molte sculture, oltre a far parte di collezioni private, sono poste come monumenti in diverse città o chiese, fra le quali il famoso Cristo in cima alla cupola del Tempio al Cuore Immacolato di Maria, voluto da Natuzza Evolo a Paravati (VV). “Allera rappresenta una straordinaria risorsa che onora la Calabria come altri importanti artisti del passato – ha detto Anastasi ricordando Umberto Boccioni, cofondatore del Futurismo, il quale pur essendo nato a Reggio e nonostante la sua celebrità mondiale e la sua opera riportata sulle monetine dei 20C di euro -“forme uniche della continuità dello spazio”, spesso non è riconosciuto per come si dovrebbe. Un’inspiegabile anomalia la carenza di visibilità per Boccioni nella città di Reggio – ha evidenziato – che quantomeno meriterebbe essere ricordato con una spettacolare opera scultorea di grandi dimensioni quale la stessa già citata, esaltando il dinamismo e la velocità dell’uomo moderno, che ben si contestualizzerebbe con il tapis roulant, conferendogli un significato storico culturale che va decisamente oltre al solo aspetto pratico.

Questo tipo di infrastruttura rientrava infatti sin dall’inizio del ‘900 nel Manifesto dell’architettura futurista del S. Elia e previsto per le città da ritenersi moderne”. Allera ha dichiarato di essere subito disponibile a realizzare un’opera come omaggio a Boccioni, riproducendo in grandi dimensioni “Forme uniche della continuità dello spazio”. L’artista si pone come uno scultore moderno, capace di coniugare la sua arte ai grandi cambiamenti in atto e fra questi “la cacciata del pensiero” e il disossamento del linguaggio a seguito del martellamento mediatico a cui si è sottoposti che svuota l’uomo. Ne consegue una crisi profonda e la perdita di quei valori etico morali di un tempo e del senso della vita; l’affermarsi dell’oggettivismo in contrapposizione all’umanesimo e la sottomissione alla dittatura democratica degli oggetti.

Si assiste così al trasformarsi in oggetti mentre l’Homo Urbis rincorre e si contorna di superflui e inutili oggetti finalizzati solamente come forma di auto-realizzazione. Allera esalta e rilancia il recupero del rapporto dell’uomo con l’altro e con il creatore. Pur nella difficoltà che comporta la lavorazione del ferro, quale materia dura e opaca, dimostra di incarnare veramente la figura dell’artista genio e di possedere un’innata capacità creativa di inventare straordinarie composizioni dalle intense vibrazioni che sprigionano “emozioni di speranza”, dalle superfici lisce, scabrose, traforate, piegate, con linee spezzettate e volumi che ora acquistano massa ora la perdo, in un gioco chiaro oscurale con lo spazio, come se al posto del ferro lavorasse la molle argilla. Fra le opere esposte al castello aragonese: “La leggerezza dell’essere”, in cui presenta l’uomo scomposto e senza identità e “No Drink “, con la quale denuncia l’abuso di alcool. Una mostra, dunque, che non è mera fruizione estetica ma anche e soprattutto momento di profonda riflessione su tematiche di stretta attualità.