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TAURIANOVA (RC), GIOVEDì 28 MARZO 2024

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Ma poi Pd e Ncd, gliel’hanno fatto sapere a Fabio Scionti cos’hanno deciso? Chiacchiere e pennacchio o braghe al vento? Fin che Taurianova va…lasciala andare

Ma poi Pd e Ncd, gliel’hanno fatto sapere a Fabio Scionti cos’hanno deciso? Chiacchiere e pennacchio o braghe al vento? Fin che Taurianova va…lasciala andare
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Dammi un assessore che (altrimenti) mi taglio le vene. Così una canzone di qualche passato decennio, fa da sfondo alle “robe” sospese degli incontri (oramai stantii) della maggioranza e che alla fine se avessero portato birre e qualche nocciolina, era molto meglio. Mentre il “Marchese” Scionti dilettandosi con la musica, dentro al Comune (e anche nelle strade ultimamente), lo sentono canticchiare continuamente, “Datemi un martello”, mentre il vicesindaco Ferraro chiede sconvolta, “Che cosa ne vuoi fare?” e lui, “Lo voglio dare in testa. A chi non mi va”.
Ma lui “Tomo tomo, cacchio cacchio”, va avanti anche con due assessori, Raffella Ferraro in qualità di fedelissima vicesindaco, più “fedelissima” che vicesindaco. E l’assessore con delega “al seguito”, Luigi Mamone. Il termine “al seguito” si utilizza per valige, zaini a spalla e oggettistiche varie. Certo, il paragone è inopportuno, ma solo per il peso del Mamone in proporzione agli oggetti, per il resto è ben definito in tutta la sua condizione utilitaria e comoda.
Dopo le dimissioni di Raffaele Loprete con la motivazione per “eccesso di sultanato” del sindaco Fabio Scionti, la macchina amministrativa va avanti programmando le “manifestazioni natalizie” e, mica solo con il Loprete si facevano? No, anche senza di lui in quanto le condizioni di operatività sono rimaste uguali, Luigi Mamone finalmente avrà il suo momento di gloria perché inserito nelle brochure, il fotografo c’è (professionale a 19 mila euro annui. Oliviero Toscani costava pure di meno) e poi varie ed eventuali. Infatti loro tre si sono deliberate in due atti separati 27 mila euro. La prima deliberazione, “Manifestazioni festività natalizie 2019” n. 162 del 25/10/2019 di 12.000 euro. E la seconda, n. 160 del 22/10/2019 di 15.000 euro. Evvai, viva la Poglia perché di Poglia non si muore…e salverà pure il mondo!
Per il resto, non si sa nulla. In città come nei maggiori notiziari nazionali ed europei tutti si stanno chiedendo quale sarà la sorte del sindaco e della sua maggioranza dopo le varie riunioni che si rinviano dall’ultima primavera, ossia da quando Mina Raso, l’assessore ex quota Ncd si dimise in quel 15 aprile 2019. Da allora Nino Caridi detto “Il Moro”, pian piano è sbiancato vista la sua insistenza di far rispettare un (infelice) accordo (voluto da chi? Sicuramente da menti politiche eccelse che io conserverei per la ricerca scientifica un domani, ma solo per creare un antidoto) che fecero con la maggioranza. Dove c’erano alcuni punti da rispettare “non rispettati”. Perchè le condizioni sono cambiate, sia per lui che per il Partito Democratico, quest’ultimo oramai decimato (“distrutto” e con Teseo se n’è fregato putre lui di Taurianova). Giustamente Caridi dice, io sono rimasto tale non c’entro nulla con gli atri e i loro “fatti”. Giuro sull’anima da me nonna che non ho fatto nulla! Fatto sta che siamo in preda all’immobilismo e dall’ultima riunione, nulla si è saputo, sia per i Dem che con un Consigliere avevano proposto tre opzioni e in più per i tesserati, un anno gratis di carburante, la spesa al supermercato, ingresso gratuito per un anno nei cinema, teatri e allo stadio, rimborsate dal comune. Con un solo consigliere in maggioranza eh! Abbiamo detto “UNO”, udite bene.
Sono trascorsi due settimane, e si dovevano riunire con la loro base (?) per poi dare una risposta al sindaco se accettassero o meno le sue condizioni che sono “o si fa come dico o si fa come dico io!”, se volete accettate altrimenti “Iativindi”! Ad oggi nulla si sa se non che c’è sempre un paese alla deriva, lavoratori che reclamano lo stipendio mancato, altri che non si comprende il motivo sul perché non siano stati ancora stabilizzati e altri che vengono a lavorare da fuori negli affidamenti pubblici. Per il resto è tutto a posto stando seduti sul precipizio.
L’impressione, la nostra eh, che apparentemente si sono calati le braghe e che il ruolo istituzionale anche in vista delle regionali del 26 gennaio gli serve. Poi ci sarebbero gli stipendi (buttali via!), che servono e come se servono. Alla fine tutto rimarrà così com’è, anche perché, parliamoci chiaro, nessuno, ripetiamo, NESSUNO ha il coraggio né mi ce l’avrà di far cadere Fabio Scionti. Chiacchiere e pennacchio, solo chiacchiere e pennacchio.