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Licenziamenti, ieri mobilitazione al porto di Gioia Tauro

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Un pomeriggio carico di tensione, durante il quale si è concretizzata la pacifica mobilitazione generale annunciata dai sindacati dopo il licenziamento di 13 dipendenti delle ditte esterne allo scalo che si occupano di rizzaggio. Alcuni lavoratori si sono incatenati davanti l’ingresso principale

Licenziamenti, ieri mobilitazione al porto di Gioia Tauro

Un pomeriggio carico di tensione, durante il quale si è concretizzata la pacifica mobilitazione generale annunciata dai sindacati dopo il licenziamento di 13 dipendenti delle ditte esterne allo scalo che si occupano di rizzaggio. Alcuni lavoratori si sono incatenati davanti l’ingresso principale 

 

 

GIOIA TAURO – Scene di ordinaria disperazione ieri pomeriggio al varco doganale di uno dei porti più importanti del Mediterraneo – il terminal di transhipment dei record gestito da un colosso come Medcenter – dove, paradossalmente, l’emorragia occupazionale non accenna ad arrestarsi. Il pomeriggio carico di tensione, durante il quale si è concretizzata la pacifica mobilitazione generale annunciata dai sindacati dopo il licenziamento di 13 dipendenti delle ditte esterne allo scalo che si occupano di rizzaggio, è culminato nel gesto eclatante di alcuni lavoratori che si sono improvvisamente incatenati davanti l’ingresso principale della mega struttura gioiese sbarrandone di fatto l’accesso. Il blocco è andato avanti per più di mezz’ora e ha inevitabilmente causato lunghe code con incolonnamenti di mezzi a bordo dei quali vi erano perlopiù altri portuali in attesa di prendere servizio. Tra questi anche l’autobus che regolarmente trasporta diversi dipendenti del terminalista Mct. “I licenziamenti sono giunti come fulmine a ciel sereno, non ce l’aspettavamo – ha dichiarato uno dei manifestanti, che come tanti altri è attorniato dai suoi bambini – ci mandano a casa senza un valido motivo. Nella raccomandata di preavviso si fa riferimento all’azienda Blg che avrebbe diminuito le commesse ma il nostro lavoro si svolge principalmente con Medcenter. Vogliamo delle spiegazioni vere – ha aggiunto visibilmente provato – si spera che la situazione rientri al più presto, in caso contrario siamo pronti ad iniziare lo sciopero della fame”. Dopo i momenti di tensione iniziali, la protesta ha lasciato spazio all’assemblea unitaria già programmata nei giorni scorsi ma a tal fine si è resa necessaria l’opera di mediazione del vice dirigente della Polizia, Costantino Belvedere; dell’ispettore Antonio Pirrottina e dei sindacati. Deciso lo stato di agitazione immediato: dal 12 agosto prenderanno il via una serie di iniziative tra le quali la riduzione degli orari di flessibilità con la sospensione della flessibilità degli orari per inizio e fine turno e, a partire dal giorno 19, un’ora di sciopero ogni fine turno fino al 31 agosto. Una missiva è stata inoltre inviata a tutti i soggetti interessati: Prefetto, Autorità portuale, Capitaneria, Direzione territoriale del lavoro, Mct e Ico Blg. “Di fatto abbiamo attivato le procedure di raffreddamento e comunicato le forme di lotta – ha detto il segretario regionale Filt Cgil, Salvatore Larocca – ci aspettiamo una convocazione del Prefetto per la settimana prossima. Questi licenziamenti – ha proseguito – sanno di provocazione e hanno colpito quei lavoratori considerati veicolo sindacale ma se pensano che sia solo un problema nostro si sbagliano di grosso”. Qualche ora prima, in concomitanza della mobilitazione, si era anche svolta una conferenza stampa di denuncia sullo stato “di assoluta irresponsabilità e abbandono dell’area portuale” convocata da Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti e Ugl-Trasporti. Ad esordire Domenico Laganà, della Filt Cgil che ha giudicato “assurda” la presa di posizione delle ditte esterne: “i preavvisi di licenziamento non sono stati concordati o comunicati alle OO.SS. – ha dichiarato – sono inconcepibili anche in virtù del fatto che si sarebbero potuti prendere dei provvedimenti non così drammatici ma a compensazione con quello che è previsto dalla legge sugli ammortizzatori sociali. Negli ultimi due anni – ha proseguito – le commesse attivate per le ditte esterne equivalgono mediamente all’ 88% della totalità delle operazioni di rizzaggio e derizzaggio, con un aumento nei primi mesi del 2013 di oltre quattordicimila teus settimana. Non riusciamo a comprendere la motivazione dei licenziamenti con un sistema di relazioni sindacali assenti e, soprattutto, in virtù di eventuali procedure di ammortizzatori sociali di cui non siamo assolutamente convinti che servano per il semplice motivo che ad oggi le imprese risultano concedere le ferie continuative maturate dai lavoratori, a programmare turni di servizio in raddoppio di dodici ore e a utilizzare personale Mct su richiesta”. “Una procedura così non l’abbiamo mai vista – ha rimarcato Domenico Lombardo della Fit Cisl – di solito le aziende ci chiamano e se ci sono problemi si cerca una soluzione. Portarci già le lettere di licenziamento in mano per 13 dipendenti su un totale di cento è una cosa impensabile. Chiediamo l’intervento della Regione e invitiamo il presidente del Consiglio Renzi, che nei prossimi giorni sarà in visita al porto, a prendere atto di questa situazione: Il Governo deve intervenire per risolvere il problema e per istituire la Zona economica speciale, unico strumento capace di portare benessere per l’area”. Per Francesco Cozzupoli dell’Ugl “questi sono i riflessi di un frutto malato di un altro albero malato quale è la realtà portuale gioiese. Abbiamo la necessità di confrontarci direttamente con le società per verificare se i licenziamenti siano legittimi o illegittimi, – ha concluso – intraprenderemo tutte le strade possibili per scongiurarli”.