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TAURIANOVA (RC), DOMENICA 28 APRILE 2024

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Libia: 10.000 i morti. Stranieri in fuga

Libia: 10.000 i morti. Stranieri in fuga

Un video mostra le fosse comuni. Ue attacca Gheddafi e rimpatria gli europei

Libia: 10.000 i morti. Stranieri in fuga

Un video mostra le fosse comuni. Ue attacca Gheddafi e rimpatria gli europei

 

(ANSA) ROMA – Dopo il discorso in tv di ieri sera del leader libico Muammar Gheddafi, che ha detto “resisterò fino alla morte”, c’é una situazione carcica di tensione oggi in Libia, mentre gli stranieri fuggono e le forniture energetiche verso l’Europa vengono chiuse. Il governo controlla ancora Tripoli, ma ha perso ormai la Cirenaica. Il ministro degli Esteri Franco Frattini stamani ha parlato di “guerra civile” fra “bande e squadroni della morte” e ha accusato Gheddafi di “orribile spargimento di sangue”, chiedendogli di fermarsi. Anche il governo italiano, accusato dall’opposizione di aver finora taciuto sulla repressione di Gheddafi, attacca ormai il leader libico. Nei rapporti con la Libia, ha spiegato Frattini, l’Italia ha fatto in passato “quel che doveva fare”, ma “c’é un limite e di fronte a quello che sta accadendo, non possiamo non levare la nostra voce”. Il ministro ha confermato le voci di ieri che le vittime della repressione sono oltre mille e ha chiesto che l’Italia sia unita di fronte a questa emergenza. Per Frattini c’è il rischio dell’affermarsi dei fondamentalisti islamici in Cirenaica e di una ondata di immigrati clandestini nel nostro paese. “Le conseguenze migratorie non potranno essere accollate soltanto all’Italia”, ha detto il ministro, riferendosi all’Ue. Il presidente francese Nicolas Sarkozy ha chiesto all’Unione europea di adottare “sanzioni concrete” contro la Libia e ha auspicato la sospensione delle relazioni economiche e finanziarie con il paese nordafricano. Secondo testimonianze concordanti, fra cui quella del vescovo di Tripoli, mons. Giovanni Martinelli,la situazione nel centro di Tripoli è abbastanza tranquilla, mentre scontri sarebbero in corso in periferie. A Bengasi, il capoluogo della Cirenaica, le linee telefoniche e il servizio internet è interrotto, secondo un inviato del britannico Guardian. Fonti da Tripoli dicono che la città è ancora sotto il controllo del governo, ma la Cirenaica è ormai persa. Al Jazira riferisce che una ‘Rete dei liberi ulema di Libia’, organizzazione di teologi e studiosi islamici, ha annunciato il suo “totale sostegno al nuovo governo libico”, scaturito dalla ‘rivoluzione del 17 febbraio’. Il ministro dell’Interno libico, Abdel Fatah Yunis, che nel suo discorso Gheddafi aveva dato per morto, assassinato a Bengasi, ha detto di essere vivo e ha annunciato la propria defezione e il suo appoggio alla rivolta. Continua l’evacuazione dei cittadini stranieri dalla Libia, con aerei e navi (alcuni aeroporti sono inagibili). Gli americani hanno inviato due catamarani per portar via i loro concittadini da Tripoli. L’Italia ha già evacuato dalla capitale tutti gli italiani che volevano andarsene e ha inviato due navi militari verso il paese nordafricano. L’Eni ha chiuso il gasdotto verso l’Italia per motivi di sicurezza, ma assicura che può trovare gas su altri mercati e che non ci saranno problemi nelle forniture. Anche la francese Total ha cominciato a sospendere una parte della sua produzione. Stamani al ministero dello Sviluppo economico si è tenuta una riunione di emergenza sugli approvvigionamenti.

BERLUSCONI: NO VIOLENZE; ATTENTI AL DOPO – “Per tutta la notte siamo stati in contatto con i leader europei e americani per monitorare la situazione in Libia e in altri paesi del nord Africa. Quello che é importante è che non ci siano violenze ma dobbiamo anche essere attenti a quello che accadrà dopo quando saranno cambiati questi regimi con cui noi trattiamo e che sono per noi importanti per la fornitura di energia”. Lo ha detto intervenendo agli Stati generali di Roma il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi.

BERLUSCONI: ATTENZIONE A DERIVE FONDAMENTALISMO – “Dobbiamo fare attenzione a che non ci siano violenze ingiustificate e derive che recepiscano un dogmatismo antioccidentale del fondamentalismo islamico”. Così il presidente del Consiglio Sivio Berlusconi, nel suo intervento agli Stati Generali della città di Roma, facendo riferimento a quanto sta accadendo in queste ore in Libia. “Prendiamo atto con grande piacere – ha aggiunto – che il vento democratico ha risvegliato soprattutto dai giovani che vogliono essere liberi armati di internet e del loro coraggio hanno dato il via a un sommovimento”.

BERLUSCONI, SIAMO MOLTO PREOCCUPATI – “Siamo molto preoccupati”. Risponde così il premier Silvio Berlusconi, prima di lasciare il palazzo dei Congressi dell’Eur dove ha partecipato agli Stati Generali di Roma Capitale ai cronisti che gli chiedono un commento sulla situazione in Libia. Prima di lasciare il Palazzo dei Congressi il cavaliere si è intrattenuto con alcuni sostenitori che lo applaudivano e gli stringevano la mano.

BOSSI: ROMPERE TRATTATO? NON ESAGERIAMO – Denunciare il Trattato di Amicizia Italia-Libia? “Non esageriamo”. Il leader della Lega Nord, Umberto Bossi, frena sull’ipotesi di rompere il trattato di cooperazione tra l’Italia ed il paese nord-africano ormai alle prese con la guerra civile. A chi gli ricorda che il governo si è impegnato per realizzare grandi investimenti in Libia e per la costruzione della autostrada costiera libica, il Senatur replica così: “Sull’autostrada passano i camion italiani – dice – E poi chi lo porta il petrolio”. “L’Italia è in Europa. Non possono lamentarsi se poi gli immigrati vanno da tutte le parti. Interverranno, interverranno”. Così il leader della Lega Nord, Umberto Bossi, ai cronisti a Montecitorio che gli chiedono se l’Italia sia stata “abbandonata” dall’Unione Europea per l’accoglimento degli immigrati dopo la crisi libica.

UE COORDINA EVACUAZIONE EUROPEI – L’Unione Europea ha messo a disposizione il coordinamento fra gli Stati membri per “l’evacuazione dei circa 10 mila cittadini europei” presenti in Libia. Lo ha riferito il portavoce della Commissione Europea, Olivier Bailly, precisando che saranno attivate anche le procedure per l’evacuazione “in particolare via mare”. Il portavoce della Commissione ha specificato che per il coordinamento dei mezzi aerei e navali messi a disposizione dagli Stati membri è stato attivato il Mic (Monitoring Information Center)”, struttura normalmente utilizzata per emergenze di carattere umanitario. “La Commissione Europea ha espresso una “condanna unanime per l’uso della forza in Libia e ha affermato che “é inaccettabile che un leader minacci i propri cittadini”. Lo ha riferito il portavoce della Commissione Europea, Olivier Bailly, dopo una riunione del Collegio dei Commissari e riportando la posizione del presidente Manuel Barroso, dei vicepresidenti e della rappresentante per la Politica Estera Ue Catherine Ashton.

GAS: ROMANI, SIMULATO SCENARI,SITUAZIONE OTTIMALE – “Abbiamo simulato tanti scenari negativi e in nessuno di questi c’é pericolo per la distribuzione di gas in Italia”. Lo ha affermato il ministro dello Sviluppo economico, Paolo Romani, lasciando la riunione del Comitato d’emergenza del gas. “La situazione – ha proseguito – è ottimale. Tutto il lavoro che abbiamo fatto in questi anni sulle infrastrutture ci consente di dormire sonni tranquilli”. Alla riunione del Comitato per l’emergenza e il monitoraggio del gas naturale, che si è tenuta nella sede del ministero a Via Veneto, ha detto Romani, “hanno partecipato una trentina di persone a Roma e una ventina in videoconferenza a Milano”. Oltre al ministro e ai tecnici del ministero, c’erano il presidente dell’Autorità per l’energia, Guido Bortoni, e i rappresentanti delle aziende di trasporto e stoccaggio gas, come l’ad di Edison Umberto Quadrino. Lasciando la riunione per andare a votare il Milleproroghe, il ministro ha voluto inviare un “messaggio rassicurante alle imprese, ai cittadini e alle società termoelettriche” e ha smentito l’ipotesi di chiusura di altri gasdotti: “Assolutamente no”, ha risposto. La situazione è insomma sotto controllo perché, ha ribadito, il gas può arrivare da altre fonti: “dall’Algeria attraverso il Transmed, dal Nord Europa con il Transitgas, senza dimenticare i rigassificatori”. C’é quindi “la possibilità di utilizzo a pieno regime di impianti” che oggi non vengono sfruttati fino in fondo. Quanto alle previsioni sul riavvio della produzione dell’Eni in Libia e sulla riapertura del Greenstream, il ministro ha dichiarato che “nel comitato c’é una persona che ha partecipato alla stesura dei contratti” e che ha spiegato come “per questi paesi gas e petrolio siano una fonte di ricchezza”. In ogni caso, ha ricordato, “le forniture sono state interrotte in via precauzionale solo per un problema di sicurezza che non può essere assicurata”. Gli occhi, ha concluso il ministro, sono dunque “apertissimi” e “l’unità di crisi è permanente”.

AL JAZIRA, 20MILA FUGGITI NELLA NOTTE VIA EGITTO – Circa 20mila persone hanno lasciato la notte scorsa la Libia attraverso il valico di Sallum con l’Egitto. Lo riferisce al Jazira, citando un suo inviato al confine che ha parlato con fonti militari egiziane. La frontiera, perlomeno sul lato egiziano, è sotto il controllo dell’esercito del Cairo, secondo le fonti. Sembra che i soldati lascino passare solo forniture mediche. Per quanto riguarda il confine occidentale della Libia, l’Organizzazione mondiale delle migrazioni (Oim) afferma che migliaia di stranieri – libanesi, turchi, siriani e tedeschi – si sono uniti ai tunisini e passano in Tunisia per tentare di tornare nei loro paesi da lì.

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