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TAURIANOVA (RC), LUNEDì 06 MAGGIO 2024

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L’esclusione di Francesco D’Agostino decisa a tavolino per far diventare la piana di Gioia Tauro terra di saccheggio elettorale Già fallito il civismo di Pippo Callipo

L’esclusione di Francesco D’Agostino decisa a tavolino per far diventare la piana di Gioia Tauro terra di saccheggio elettorale Già fallito il civismo di Pippo Callipo
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Di Agostino Pantano Giornalista pubblicato su Facebook

E A MIMMETTO DOVE LO METTO ? FOTOGRAFIA DEL CIVISMO DI CALLIPO AL TRAMONTO: BOCCIA I TERRITORI, PREMIA LE BANDIERE DEL PARTITO DEL NULLA E SI CIRCONDA DI OLIVERIANI MAI “PERQUISITI”

Pare che nel Pd un posto sicuro, e al sicuro, lo occupi Domenico Battaglia detto Mimmetto. E’ un uscente, e’ di Reggio Calabria, citta’ di cui e’ stato sindaco il padre, certamente piu’ ricordato del figlio sebbene abbia vissuto in una epoca in cui non c’erano i selfie.
Per una ragione che mai capiremo, Domenico Battaglia detto Mimmetto (fu Pietro detto Piero) questo politico che mai abbiamo sentito in vita in questi 5 anni, non corre rischi e addirittura assieme a Nicola Irto – il presidente dell”assemblea silenzioso guardiano dello sfascio dell’assemblea voluto dal tanto vituperato governatote – e’ tra quelli che hanno l’elezione certa nella circoscrizione Sud.

Mimmetto e’ un oliveriano a sua insaputa, ha alzato la mano quando c’era da alzarla – per votare le cose presentate dalla giunta tecnica – ha dichiarato piu’ volte nell’ordine “reggio ha finalmente l’aqua potabile”, “dobbiamo difendere l’aeroporto di reggio”, “reggio ha bisogno di difendere il suo ospedale”. Insomma, quasi uno statista che a Callipo il civico piace ovviamente perche’ e’ targato Pd – al di la’ di quello che dice o non dice, al di la’ di quello che ha fatto o non ha fatto – e quindi il trionfo del partitismo e’ compiuto, al termine di una fase in cui i partiti non hanno certamente brillato per tempi e modi nella scelta dei candidati.

Domenico Battaglia detto Mimmetto, silenzioso portatore di voti, silenzioso coltivatore di un orticello elettorale certamente degno da Bocale a Catona, negli ultimi giorni ha avuto il suo unico momento di vivacita’ politica: ha accompagnato il ministro nella sua visita al porto di gioia tauro, oltrepassando il Ribicone di Scilla con fare bellicoso. Ha preteso, e per poco c’e’ riuscito, di essere l’unico politico al fianco del civico Callipo – in delegazione in quanto imprenditore che ha promesso di investire in quell’area – tenendo alla porta il presidente Irto che essendo suo concorrente elettorale nel Pd, voleva entrare ma ha dovuto brigare.

Colpo di coda dell’orgoglio, del resto Domenico Battaglia detto Mimmetto piace a Callipo il civico perche’ lui in questi anno non e’ “io resto in Calabria” ma proprio proprio “io resto a Reggio Calabria”, raro esempio di gestione di.un collegio al telefono, neanche con lo smartphon. Del resto e’ figlio di un sindaco democristiano che riusci’ a smuovere Reggio verso una Rivolta per il capoluogo di regione – che poi divenne Rivolta della destra – capolavoro storico per cui Pietro Battaglia detto Piero ha una lapide nel Palazzo comunale, scoperta ovviamente grazie all’altro figlio con padre illustre che questi 5 anni di oliverismo muto ci consegnano: Falcomata’.

A Callipo il civico pare che gli oliveriani ubbidienti piacciano piu’ degli oliveriani inquieti ed e’ per questo che il movimento A Testa Alta di Peppe Bova potrebbe non rientrare nell’accordo, ritirando la disponibilita’ a candidarsi del consigliere uscente Francesco D’Agostino. Il quale a differenza di Domenico Battaglia detto Mimmetto ha alle spalle una legislatura che definire vivace e’ dire poco: e’ stato processato e assolto, ha staccato il tagliando con la tanto vantata (dalle schiere di Callipo) legalita’ in un modo che ha fatto notizia oltre i confini regionali.

Insomma, visto che quelli di Callipo il civico si atteggiano come gli scagnozzi dei film su Al Capone – che perquisivano quelli che volevano entrare nella bisca e poi dicevano “e’ pulito” quando non gli trovava l’arma – possiamo ben dire che D’Agostino secondo i requisiti richiesti nel nome della discontinuita’ “non e’ pulito” mentre “Battaglia e’ pulito”.
D’Agostino ha alle spalle un territorio , la Piana reggina, che deve tornare a diventare terreno del saccheggio elettorale metropoloitano, e si muove all’insegna dell’onore politico di una sinistra reggina che i salotti urbani guardano con la puzza sotto il naso; Battaglia ha dalla sua la bandiera zingarettiana, vuoi mettere che non torni utile far barattare qualche futuro posto al civismo di Callipo, grilliano senza grillini, esperto di tonno ma costretto a contare le sardine che gli stanno intorno e se lo stanno sbranando.