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TAURIANOVA (RC), MARTEDì 30 APRILE 2024

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Le bottiglie in plastica possono causare il cancro? A sostenerlo uno studio shock. Le bevande conservate nelle bottiglie in PET oltre a quelle chimiche contengono anche sostanze che agiscono sugli ormoni e che possono provocare ADHD, autismo, cancro e diabete

Le bottiglie in plastica possono causare il cancro? A sostenerlo uno studio shock. Le bevande conservate nelle bottiglie in PET oltre a quelle chimiche contengono anche sostanze che agiscono sugli ormoni e che possono provocare ADHD, autismo, cancro e diabete
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Ogni anno nel mondo si producono circa 40 milioni di tonnellate di polietilene tereftalato,
noto come PET, un derivato dal petrolio greggio. Le applicazioni tipiche di questa
materia plastica includono bottiglie per bibite analcoliche, succhi di frutta, acque
minerali. Particolarmente adatto alle bevande gassate, oli da cucina e da tavola,
salse e condimenti, e detergenti. Vaschette e contenitori a collo ampio, marmellate,
composte, frutta e alimenti secchi. Vassoi per cibi precotti pronti per il riscaldamento
in forno a microonde o forno tradizionale. Preparazioni a base di pasta, carne e
verdura. Fogli per cibi precotti, snack, frutta secca, dolciumi, confetteria a lunga
conservazione. Altri prodotti in PET con barriera all’ossigeno rinforzata per birra,
prodotti freschi confezionati sotto vuoto quali formaggi, carni, vini, condimenti,
caffè, dolci e sciroppi. Il materiale, in particolare quando è sottoposto a fonti
di calore e ai raggi diretti del sole, libera negli alimenti delle sostanze chimiche
che passano così nell’organismo umano. Uno degli agenti normalmente sospettati
è l’acetaldeide, che può provocare la cirrosi epatica, che tuttavia è presente
in alta percentuale anche in alimenti naturali quali la frutta. Ancora più preoccupazioni
e controversie desta l’emissione di interferenti endocrini (EAS), noti anche come
ormoni ambientali o sostanze attive a livello ormonale.Se assunti dall’organismo
a dosaggi elevati gli EAS possono interferire con il sistema ormonale arrecando danni
alla salute con conseguenze anche molto serie, come sterilità, cancro, diabete e
neuropatologie quali l’ADHD o l’autismo. Il problema è che si tratta di un notevole
gruppo di sostanze con effetti sul sistema endocrino, l’OMS presume che arrivino
fino a un numero di 800 e che gli effetti sull’organismo umano non siano ancora
stati studiati. Lo ha dimostrato un nuovo studio della clinica universitaria di New
York, la NYU Langone che giunge alla scioccante conclusione che gli EAS solo negli
USA causano danni e spese mediche per 340 miliardi di dollari l’anno. Le sostanze
attive a livello endocrino non vengono assunte dall’organismo solo attraverso le
bottiglie PET, ma anche tramite i pesticidi, i cosmetici o i giocattoli di plastica.
Che la plastica faccia male all’ambiente ormai è chiaro, ma quanto sappiamo circa
gli effetti della plastica e soprattutto degli additivi impiegati nella sua produzione
e nei diversi processi industriali che la utilizzano? Intanto scienziati, politici
ed esponenti delle associazioni dei consumatori stanno discutendo di divieti, valori
limite adeguati e alternative ai veleni contenuti nella plastica. Nonostante le rassicurazioni
dei principali produttori, tuttavia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello
dei Diritti”, alla luce delle indagini che gettano ombre sulla sicurezza del
polietilene tereftalato, noto come PET, ritiene utile una più accurata e approfondita
revisione da parte delle autorità sanitarie europee e nazionali al fine di dirimere
ogni dubbio in merito.