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TAURIANOVA (RC), VENERDì 26 APRILE 2024

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Lazzaro, Combustione Comunia: le contraddizioni dell’Arpacal

Lazzaro,  Combustione Comunia: le contraddizioni dell’Arpacal

Di Vincenzo Crea

La lettura della relazione dell’attività presso località Comunia di Lazzaro da parte dell’ARPACAL lascia perplessi in diversi punti. Emerge soprattutto che vi siano contraddizioni e rimpalli di responsabilità e che le segnalazioni dell’Ancadic e Comitato Torrente Oliveto sin dall’inizio avevano allertato gli Enti e segnalato la gravità della situazione in corso.
Nel corso del sopralluogo del 7 agosto 2020 l’ARPACAL scrive che la combustione del materiale non comportava di per sè emissioni di pericolosità tale da non poter essere gestita con l’applicazione delle abituali norme di comportamento che il Sindaco raccomanda per episodi di questo genere e tra l’altro si ritenevano non necessarie ulteriori indagini ambientali. Solo dopo il sopralluogo del 16 settembre 2020, accertata la presenza di due focolai nell’ex discarica, come già scritto in precedenza dall’ANCADIC, si riteneva necessario a tutela dell’ambiente e della salute pubblica intervenire con estrema urgenza. Quindi solo un mese dopo l’incendio, nonostante le segnalazioni dell’ANCADIC, si riconosceva lo stato emergenziale. Colpisce quindi che nelle conclusioni della relazione si dica che fin dal 7 agosto fosse stato richiesto con estrema urgenza lo spegnimento dei focolai attivi. E’ bene inoltre ricordare che dal 16 settembre u.s. solo oggi si stanno iniziando a spegnere i fuochi, quindi quale era questa estrema urgenza?
L’ARPACAL tende inoltre a specificare che in caso di incendi il suo compito è la valutazione sia dal punto di vista ambientale sia per le determinazioni di ordine sanitario e che, tra l’altro, non spettano all’ARPA valutazioni di materia igienico sanitaria, ma la collaborazione e il supporto al personale sanitario. Proprio perché concordiamo con questo assunto, già in data 17 agosto 2020 chiedevamo a diverse Istituzioni, tra cui l’ARPACAL, se gli esiti degli accertamenti fossero stati inoltrati alla competente struttura ASP. L’ASP infatti si determina sulla base degli accertamenti e delle indagini espletate dall’ARPACAL che svolge attività tecnico- ispettiva- strumentale. A queste richieste non abbiamo mai ricevuto risposta.
Le conclusioni cui fa riferimento l’ARPACAL in merito ai suoi compiti sono paradossali. Riportiamo il contenuto senza fare alcun commento ma limitandoci a sottolineare, per quanto è dato sapere, che nella scelta di cosa e dove monitorare, non è stato monitorato nulla.
“La procedura di intervento comune a livello nazionale dell’ARPA prevede quindi la scelta dell’opportunità di cosa e dove monitorare. In un incendio, infatti, sono moltissime le sostanze che possono essere prodotte e prima di monitorare una qualsiasi di queste sostanze è necessario chiedersi preventivamente il significato del dato che si andrà a produrre; infatti l’esperienza maturata dal circuito delle ARPA e del SNPA ha dimostrato che l’eventuale incapacità di circostanziare il risultato può avere diverse conseguenze, tra le quali la generazione di allarmismo ingiustificato”.
Infine dopo aver dichiarato in data 7 agosto 2020 la non necessità di ulteriori indagini di tipo ambientale, l’ARPACAL conclude la relazione affermando che dopo aver ricevuto gli esiti del monitoraggio del laboratorio privato a cui si è affidato il Sindaco, valuterà la necessità di procedere ad ulteriori indagini più approfondite. Ma se l’ARPACAL affermava che queste indagini non erano necessarie, mettendo il Sindaco nella condizione di rivolgersi al privato, come mai oggi valuterà l’esito di quelle del laboratorio privato? Perché non ha fatto l’ARPACAL questi accertamenti?