Dove sta il senso del limite? E quello del -legale, lecito, costituzionale- ‘Diritto di critica, pensiero ed espressione’? Soprattutto, in che modo si estrinseca, la facoltà di interlocuzione, tra un’ordine professionale (quale è quello dei magistrati) e incomincia la rappresentanza (con annesso rispetto) di un ‘Potere dello Stato’, ovvero e segnatamente, il Potere Giudiziario, che è previsto nella separazione e nell’equilibrio con gli altri due, cioè Esecutivi e Legislativo, i quali sono in capo alla ‘politica’ (quest’ultima da più di trent’anni, a sua volta, ‘sottomessa’ alla ‘casta dei procuratori’?
Voilà et bonjour, va in scena un copione stantio, vetusto ed assurdo, cioè quello della Riforma Nordio (trattasi dell’annoso nodo sulla giustizia), che i magistrati militanti, ideologizzati e persino fanatici, vorrebbero bloccare, come se fosse cosa loro fare e per di più intimare ciò ai legislatori e al Governo (in capo ai quali è, per legge e Costituzione vigenti, la pertinenza e le funzioni, delle cose di cui parliamo).
Difatti, il Presidente dell’ANM (Associazione Nazionale Magistrati), tal Santalucia, ha imbastito lai e bai, lazzi e frizzi, autoreferenziandosi quale interlocutore istituzionale (o dando ad intendere di essere tale), mentre non solo non lo è per nulla, al punto che lo stesso Nordio (il quale a sua volta è un giurista notorio, mica uno con la preparazione giuresprudenziale di un qualunque o qualsiasi ‘cinquestallato’), gli ha dovuto ricordare come il Governo si confronta con il CSM e non con una categoria sindacale, quale è per l’appunto l’organizzazione che rappresenta i magistrati. Eppure siamo alle solite, insomma assistiamo ad una sorta di tentativi tipici di ‘intimidazione pubblico-moralistici’ (e fanatici!), di tal costoro , che non accettano un ridimensionamento allo sconfinamento che hanno -arbitrariamente- attuato, circa le loro funzioni, interpretate da lorsignori quale potere potestativo (e forse, pure, da prevosti contemporanei).
Eh, già, perché se i magistrati tutti, si sentono ‘imbavagliati’, cosa dovremmo dire noi cittadini?
Per caso, qualcuno sa che in alcune ordinanze di custodia cautelare, si aggrava la posizione dell’indigato, allorquando tra gli ‘elementi’ negativi, perciò aggravanti -ma sulla scorta di indagini, non si sentenze passate in giudicato!- si aggiunge, in chiosa, una formula abberrante? Essa recita, pressappoco cosi: “discredita, l’opera dell’Autorità Giudiziaria, con critiche e commenti”!
Allora, dunque, loro possono e noi no, benché innanzi alla legge, tutti i cittadini siamo uguali (la frase, per di più è impressa in ogni Aula di Tribunale), ma come diceva Arnaldo Forlani, qualcuno lo è diversamente dagli altri.
Ma finiamola, per cortesia e carità di patria (ricordando le parole di Francesco Cossiga), perché esprimere giudizi -per di più in conversazioni private o con i propri legali (qualora ci si trovasse nella triste condizione di inquisito), non è un attentato di lesa maestà -che per altro non esiste e nel nostro ordinamento non è previsto), ma il semplice esternare uno stato d’animo sconvolto.
E poi, diciamocela tutta e fino in fondo, non è che Santalucia e sodali, vorrebbero portar tutti noi a credere che Vischjnky (il temibile procuratore delle purghe sovietiche) sia una figura apprezzabile?
Lo dico per un semplice motivo, dando pure un consiglio al Ministro Nordio -il quale comunque non è ha bisogno- poiché se ai poteri dello Stato, vi è un potere che desidera prevalere sugli altri, allora si reagisca con fermezza costituzionale, benché io -ma lo dico con ilarità (sarà anch’essa un reato? Non credo!)- dicevo, benché io avrei una certa idea: Signori dell’AMN, volete ribellarvi, alla legale funzione della politica e sfogare frustrazioni, dovute alla di e del vostro predominio? Bene, andate a coltivare la terra (suggerirei Bosco S.Ippolito, frazione di Bovalino, la mia Bovalino), poiché cone era solito dire un grande Democristiano, “la vita dei campi, è tutta salute!”.
Vincenzo Speziali