Image Image Image Image Image Image Image Image Image Image

TAURIANOVA (RC), GIOVEDì 02 MAGGIO 2024

Torna su

Torna su

 
 

L’appello del vescovo Oliva dal santuario di Polsi: «Giovani non legatevi ai clan, sareste degli schiavi»

L’appello del vescovo Oliva dal santuario di Polsi: «Giovani non legatevi ai clan, sareste degli schiavi»

Il vescovo di Locri, Francesco Oliva ha presieduto la messa per a festa del santuario di Polsi nella locride. Nel corso dell’omelia ha rimarcato la necessità di evidenziare il positivo della Calabria ma ha anche invitato i giovani e non cedere alla ‘ndrangheta

L’appello del vescovo Oliva dal santuario di Polsi: «Giovani non legatevi ai clan, sareste degli schiavi»

Il vescovo di Locri, Francesco Oliva ha presieduto la messa per a festa del santuario di Polsi nella locride. Nel corso dell’omelia ha rimarcato la necessità di evidenziare il positivo della Calabria ma ha anche invitato i giovani e non cedere alla ‘ndrangheta

 

POLSI (RC) – La festa solenne della Madonna di Polsi si è aperta con la trazione messa presieduta dal vescovo della diocesi di Locri. Quella di quest’anno è la prima festa del santuario presieduta dal nuovo vescovo Francesco Oliva, nominato dopo che il suo predecessore, Giuseppe Fiorini Morosini, è stato designato arcivescovo di Reggio Calabria. Un’occasione che il vescovo Oliva non ha perso l’occasione per lanciare ils uo monito contro la ‘ndrangheta, ma soprattutto contro gli stereotipi e la percezione negativa che spesso si ha della Calabria e della Locride fuori dalla Regione.
«Chiediamo a Maria – ha affermato il pastore della diocesi – di liberarci dall’immagine negativa che di noi e della nostra terra si è formata l’opinione generale. Fa emergere quanto di positivo esiste, l’amore per le nostre radici, la caparbietà di fronte alle difficoltà e la bellezza della nostra terra». Il rito religioso si è svolto davanti a centinaia di fedeli giunti nel luogo di culto mariano nel comune di San Luca, noto anche per i summit che, secondo quanto è emerso da diverse inchieste della magistratura, le cosche di ‘ndrangheta vi tenevano in coincidenza della festa dell’1 e 2 settembre per decidere strategie e affari.

Nella sua omelia il presule si è affidato alla Madonna chiedendo «se è possibile ancora amare in questa nostra terra spesso bagnata di sangue. Se è possibile continuare a sperare quando la realtà di ogni giorno nega i sogni e ogni progetto di vita, nelle periferie, nelle regioni meridionali, nella nostra terra di Calabria, nella locride, in questi nostri piccoli centri. Qui tutto appare più difficile: migliorare le proprie condizioni di vita, cambiare. L’attenzione generale, poi, sembra rivolta altrove, laddove si giocano gli interessi del potere economico. Chi si trova nelle periferie sembra essere escluso dal gioco. Di noi si parla solo in negativo e questo condiziona gravemente il nostro sviluppo».

Ma il prelato si è rivolto anche ai giovani invitandoli a non perdere la speranza «e nessuno finisca nella spirale della droga e dell’illegalità. Ai giovani che sono qui dico: non siete anime morte e non comportatevi come tali». Una implicita citazione del film di Francesco Munzi “Anime nere” tratto dall’omonimo libro di Gioacchino Criaco, in concorso alla Mostra del cinema di Venezia girato ad Africo nella locride. «Un film nel quale – ha aggiunto Oliva – appaiono tanti personaggi reali scelti tra la nostra gente. Tra tutti il giovane Giuseppe Fumo che lancia un monito che merita attenzione: in Calabria non c’è lavoro, dice, ma non fate scelte sbagliate, non legatevi con le ‘ndrine, una cosa del genere vi renderebbe ancora più schiavi rubandovi la pace e la gioia di vivere».