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TAURIANOVA (RC), DOMENICA 28 APRILE 2024

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Lampedusa, cresce tensione sull’isola. Rivolta contro gli sbarchi

Lampedusa, cresce tensione sull’isola. Rivolta contro gli sbarchi

Appello della Cei all’Europa: “E’ tempo di agire”

Lampedusa, cresce tensione sull’isola. Rivolta contro gli sbarchi

Appello della Cei all’Europa: “E’ tempo di agire”

 

(ANSA) LAMPEDUSA (AGRIGENTO) – Sono 454 i migranti giunti a Lampedusa nella notte. I primi 190 (e non 145 come si credeva in un primo momento) sono sbarcati poco prima della mezzanotte: si tratta per lo piu’ di eritrei, tra cui molte donne e bambini, soccorsi dalle motovedette della guardia costiera e della guardia di finanza, coordinate dalla Capitaneria di porto. Dal secondo barcone sono arrivati 149 tunisini, scortati in porto da un guardacoste, altri 115 sono sono stati soccorsi, da due guardacoste, e giunti in porto alle 3.25. Tra le tante donne che si trovavano sul barcone c’e’ anche una puerpera incinta di sette mesi trasferita nel poliambulatorio subito dopo giunta nell’ isola. Nel barcone anche diversi bambini, tra cui cinque neonati, il piu’ piccolo di due mesi. I migranti sono stati trasbordati sulle motovedette della guardia costiera e della finanza in condizioni difficili, col mare mosso. Eritrei, somali ed etiopi sono stati trasferiti nell’ex base Loran, dove ci sono gia’ un centinaio di minori e donne tunisine. Duemila arrivi nelle ultime 24 ore a Lampedusa, tensione sempre più alta. Fazio invia ispettori per controllare situazione igienico sanitaria. L’Oms: per ora nessun rischio. Mercoledì cdm straordinario: dopodomani 6 navi per evacuare fino a 10 mila persone. Maroni: sì a rimpatri forzosi. Mantovano a Manduria: altra tendopoli a Trapani. Il capo dello stato Napolitano dagli Usa ammonisce a non dimenticare ‘il nostro passato di migranti’ e dice: ‘il mondo aiuti nuova alba contro le dittature’. Cardinal Bagnasco invita a ‘non lasciare soli lampedusani’ e a ‘percorrere la via della diplomazia’ per risolvere la crisi libica. BARCONE LIBICO GIUNTO A LAMPEDUSA – Un barcone partito dalla Libia è giunto a Lampedusa con circa 140 immigrati a bordo. Si tratterebbe di eritrei e somali. La carretta è stata intercettata dalle motovedette della guardia di finanza e della guardia costiera coordinate dalla Capitaneria di porto. E un barcone con 64 tunisini, tra cui tre minori, è approdato a Lampedusa. La “carretta”, giunta direttamente in porto, è riuscita ad aggirare il ‘blocco’ istituito oggi da alcuni abitanti di Lampedusa che hanno disposto i vecchi motopesca utilizzati dai migranti per le loro traversata all’imboccatura dello scalo marittimo. Gli extracomunitari, accolti in banchina dalla Croce Rossa e da alcuni mediatori culturali delle organizzazioni umanitarie, hanno detto di essere partiti dalle coste tunisine.

LAMPEDUSA, RIMOSSO PRESIDIO NEL PORTO – E’ stato rimosso il presidio dagli abitanti di Lampedusa, in particolare tantissime donne, che per diverse ore hanno bloccato il molo del porto chiedendo una soluzione definita all’emergenza immigrazione che soffoca l’isola da circa due mesi. Personale incaricato dal sindaco sta togliendo dalla strada i cassonetti della spazzatura e il materiale utilizzato dai manifestanti per impedire la circolazione. All’ingresso del porto rimangono alla deriva i dodici barconi, usati dai migranti e sequestrati, che alcuni pescatori hanno trainato con delle corde creando una sorta di barriera per ostacolare il passaggio delle motovedette in caso di arrivo di altri extracomunitari.

VIMINALE, PIANO PER LAMPEDUSA MERCOLEDI’ A CDM – Il ministro dell’Interno Roberto Maroni conferma quanto dichiarato dal Commissario straordinario per l’emergenza, prefetto Giuseppe Caruso, a proposito del Piano di svuotamento dell’isola di Lampedusa. Maroni, afferma la portavoce Isabella Votino, sottolinea inoltre che il Piano, deciso dall’Unità di crisi del Viminale, verrà portato per l’approvazione al Consiglio dei Ministri di mercoledì prossimo.

IGIENE DRAMMATICA, FAZIO INVIA ISPETTORI – “Non riteniamo che ci sia un rischio di epidemie, ma un problema igienico-sanitario importante e che potrebbe in futuro continuare. Anche per questo i nostri ispettori arriveranno sull’isola oggi”. Così il ministro della Salute Ferruccio Fazio ha commentato la situazione dei migranti che in questi giorni si stanno accumulando sull’isola di Lampedusa a causa dei conflitti in Libia.

OMS, ORA NO RISCHI EPIDEMIE A LAMPEDUSA – “Non vi sono al momento rischi specifici di epidemie a Lampedusa, né ci sono state segnalate particolari infezioni”. A confermarlo è Santino Severoni, rappresentante speciale del direttore regionale dell’Oms Europa in Italia per l’emergenza migranti a Lampedusa. Severoni è al momento in partenza per Palermo con gli altri ispettori, di cui 2 dell’Oms e tre del ministero della Salute, che dovranno valutare la situazione igienico-sanitaria dell’isola. “Si tratta di una missione di ricognizione – precisa – da cui dovremo tornare con consigli di attuazione pratica. I nostri interventi come Oms saranno concentrati sull’innalzamento della sorveglianza sulle malattie infettive e il controllo della sicurezza dell’acqua”.

6 NAVI PER SVUOTARE MERCOLEDI’ LAMPEDUSA – Mercoledì pomeriggio sei navi, con una capienza complessiva di 10 mila posti, saranno a Lampedusa per trasferire tutti i migranti presenti ancora sull’isola. Lo ha annunciato il commissario straordinario per l’emergenza umanitaria, il prefetto di Palermo Giuseppe Caruso. Il piano messo a punto dall’unità di crisi, d’intesa con il governo, prevede l’impiego di cinque navi passeggeri di diverse compagnie di navigazione e dell’unità militar San Marco che in questi giorni è già stata utilizzata per il trasferimento degli immigrati ad Augusta e Taranto. Nello stesso tempo il governo sta predisponendo in tutto il territorio nazionale la realizzazione di alcune tendopoli e la ristrutturazione di alcune caserme per ospitare i migranti.

CEI: UE AGISCA, ILLUSORIO PIANTONARE COSTE – L’emergenza-immigrazione “é comunitaria”, e “per predisporre soluzioni minimamente adeguate per gli sfollati, i profughi o i richiedenti asilo c’é bisogno, oltre che dell’apporto generoso delle singole Regioni d’Italia, anche della convergenza dell’Europa comunitaria”. Lo ha detto il presidente della Cei, card. Angelo Bagnasco, nella prolusione al Consiglio Episcopale Permanente apertosi oggi a Roma. Sottolineando che “é un’illusione riuscire a piantonare le coste di un continente intero”, Bagnasco ha spiegato che l’emergenza “va affrontata nell’ottica di destinare risorse per uno sforzo di sviluppo straordinario, che non potrà non raccogliere poi benefici in termini di sicurezza complessiva”. “Tutta l’Europa è – non da oggi – in debito verso l’Africa”, ha detto il capo dei vescovi italiani. “E’ l’ora dunque – ha aggiunto – di attuare quelle politiche di vera cooperazione che sole possono convincere i nostri fratelli a restare nella loro terra, rendendola produttiva”. E se, rivolgendosi agli italiani, ha ammonito che “non ci è consentito di disinteressarci di quel che avviene fuori di noi, nelle coste non lontane dalle nostre”, e che “é un’illusione pensare di vivere in pace, tenendo a distanza popoli giovani, stremati dalle privazioni, e in cerca di un soddisfacimento legittimo per la propria fame”, Bagnasco ha anche evidenziato che tali “vicinanze geografiche” “riguardano l’Italia alla stessa stregua con cui riguardano l’Europa”: “i confini costieri della prima infatti coincidono con i confini meridionali della seconda”. Dinanzi alla nuova emergenza, secondo Bagnasco in Italia “ci si sta muovendo tra comprensibili difficoltà e qualche resistenza, al fine di offrire una prima accoglienza a quanti arrivano dall’Africa”. Ma il capo dei vescovi ha avvertito che “per predisporre soluzioni minimamente adeguate per gli sfollati, i profughi o i richiedenti asilo c’é bisogno, oltre che dell’apporto generoso delle singole Regioni d’Italia, anche della convergenza dell’Europa comunitaria, chiamata a passare – come giustamente si è detto – da una ‘partnership della convenienza’ a quella della ‘convivenza'”. Di fronte all’emergenza dei flussi migratori e all’arrivo di “tanti profughi”, gli abitanti di Lampedusa “non devono sentirsi soli”: per questo, la Cei chiede al governo “un ulteriore sforzo perché, avvalendosi di tutti gli strumenti anche comunitari, si dia sollievo all’isola e ai suoi abitanti”. Lo ha detto il cardinale presidente Angelo Bagnasco. Dopo aver espresso “una particolare, fraterna vicinanza” all’arcivescovo di Agrigento, mons. Francesco Montenegro, “che ha la cura pastorale dell’isola di Lampedusa, avamposto sospirato di tanti profughi”, il card. Bagnasco ha aggiunto che “é noto che gli immigrati colà superano ormai la popolazione locale determinando – involontariamente – una condizione di generalizzato, profondo disagio”. Secondo il presidente della Cei, “l’attività lavorativa della piccola comunità rischia di finire seriamente compromessa, tra le crescenti preoccupazioni delle famiglie”. Nell’esprimere cordiale ammirazione per la generosità e il senso dell’accoglienza che da sempre contraddistingue la popolazione lampedusana – ha proseguito Bagnasco -, chiediamo ai Responsabili un ulteriore sforzo perché, avvalendosi di tutti gli strumenti anche comunitari, si dia sollievo all’isola e ai suoi abitanti”. “Non devono infatti sentirsi soli”, ha concluso.

SECONDA TENDOPOLI PER MIGRANTI A TRAPANI – Sarà a Trapani la seconda tendopoli per accogliere gli immigrati che in migliaia stanno sbarcando a Lampedusa. Lo si apprende da fonti qualificate secondo le quali sono già in corso i lavori per l’allestimento del campo nell’ex aeroporto militare di Kinisia, a poca distanza da Birgi.

IPOTESI TERZA TENDOPOLI IN TOSCANA – Sarà in Toscana, in provincia di Pisa, la terza tendopoli che verrà allestita per ospitare i migranti sbarcati a Lampedusa. Dopo Manduria e Trapani, secondo quanto si apprende, l’area individuata – che non appartiene alla Difesa – sarebbe nel comune di Coltano.

DUEMILA A LAMPEDUSA NELLE ULTIME 24 ORE – Sono oltre 2 mila i migranti arrivati nelle ultime 24 ore a Lampedusa. E’ il numero più alto di arrivi da quando sono ripresi gli sbarchi. Impressionante anche il dato degli ultimi tre giorni: da venerdì sull’isola sono arrivati 3.721 migranti.

NAPOLITANO, NO REAZIONI SBRIGATIVE – Di fronte alle nuove ondate di immigrati, In Italia “ci sono ogni tanto delle posizioni, delle reazioni un po’ sbrigative a livello di opinione pubblica” alle quali non bisogna indulgere. Piuttosto bisogna ricordare il nostro passato di paese numero uno in Europa per numero di emigranti e “governare” la nuova situazione che si è creata, anche se “non è semplice”. ha detto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, rispondendo a una domanda a margine della inaugurazione dello spazio espositivo “Industria Gallery” a New York. “Proprio perché c’é stata un’accelerazione, che – ha aggiunto Napolitano – nel giro di vent’anni ci ha fatto passare da una quota minima di immigrati ad una presenza pari al 7 per cento della popolazione, e quindi ci sono state delle scosse dal punto di vista sociale e psicologico, bisogna governarle”. Quali sono gli elementi in comune fra quella emigrazione storica italiana e questa oggi in arrivo in Italia? “C’é la stessa ricerca talvolta disperata di lavoro e di vita decente” ha risposto Napolitano invitando a considerare che “nel frattempo è cambiato il contesto mondiale”. “Oggi – ha spiegato – c’é un incrocio fra l’Italia e l’Africa che prima non c’era. E l’Italia è in Europa uno degli ultimi paesi che dopo essere stati paese di emigrazione, e l’Italia in passato è stato il numero uno, sono diventati luogo di immigrazione”. “E’ importante – ha aggiunto – che in Italia non si dimentichi di essere stati un paese di emigranti. Il modo di considerare chi arriva non può prescindere dall’esperienza dolorosa che abbiamo fatto, che alla fine si è rivelata gratificante, perché in un paese come gli Stati Uniti, ad esempio, gli italiani siano riusciti a farsi strada”. Ci sono tanti problEmi, ma non sono più i tempi durissimi di una volta. Qualcosa è migliorato. “Adesso, tutto sommato, – ricorda il capo dello Stato – ci sono dei meccanismi di accoglienza soprattutto in sede europea. Una volta non c’erano e chi partiva dall’Italia e sbarcava in Australia viveva un periodo iniziale durissimo, più duro di quello riservato oggi gli immigrati che arrivano in Europa e in Italia”.

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