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Lamezia, i residenti di via Solferino continuano la loro protesta

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Al centro delle polemiche, la decisione dell’amministrazione comunale, di adibire i magazzini sottostanti le loro abitazioni ad appartamenti per famiglie rom

di ANTONIETTA BRUNO

Lamezia, i residenti di via Solferino continuano la loro protesta

Al centro delle polemiche, la decisione dell’amministrazione comunale, di adibire i magazzini sottostanti le loro abitazioni ad appartamenti per famiglie rom

 

 

 

“O tutto o niente”, “Il comune degli abusi”, noi “Siamo vittime di abusi edilizi”. Sono queste alcune delle frasi riportate sui cartelloni con i quali anche questa mattina i residenti di via Solferino, hanno continuato la loro protesta contro la decisione del Comune di Lamezia Terme di trasferire due famiglie rom nei mini-appartamenti ricavati negli ex magazzini sottostanti gli appartamenti dello stabile. I residenti non si smuovono dalle loro idee, soprattutto da quando il primo cittadino ha “fatto un passo indietro con un decreto di alloggio a tempo”. “C’è qualcosa che non va – hanno ribadito i diretti interessati – secondo noi, che abbiamo visto lavorare in disordina i tecnici comunali per sistemare l’interno dell’ex magazzino, facendolo diventare appartamento, mancano le autorizzazioni ad uso abitativo”. Ma al di là delle ipotesi, quello che più infastidisce le famiglie proprietarie degli appartamenti, è che “dopo enormi sacrifici per acquistare una casa di residenza, oggi ci troviamo ad avere svalutato il nostro immobile, che dall’oggi al domani è diventato alloggio popolare”.

A sostenere le ragioni delle famiglie di via Solferino, sono anche i ragazzi di CasaPound. “Quella di inserire famiglie rom nei locali dell’ex negozio di articoli da regalo è una scelta insensata che arreca gravi danni alle famiglie proprietarie dell’immobile. Daremo il massimo sostegno alla protesta”.  A dichiararlo è Mimmo Gianturco, responsabile in Calabria dell’associazione di promozione sociale CasaPound Italia che aggiunge: “Il Comune sta cambiando destinazione d’uso a due locali commerciali, sequestrati alla ‘ndrangheta, trasformandoli in appartamenti da destinare a famiglie Rom sgomberate dal campo nomadi di località ‘Scordovillo’. Da precisare che il Comune – continua Gianturco – ha già apportato modifiche strutturali anche all’esterno del palazzo, senza interpellare gli altri proprietari. Denunciamo questo grave atteggiamento irrispettoso nei confronti degli inquilini a cui si sta arrecando gravi danni. Daremo mandato anche ai nostri avvocati per valutare la situazione. E’ giunto il momento – aggiunge ancora il coordinatore di Cpi – di decidere seriamente se i Rom del nostro territorio siano minoranza etnica o, avendo la cittadinanza, siano da considerare lametini a tutti gli effetti. E’ impensabile che abbiano entrambe le tutele sociali a discapito dei cittadini lametini tutti. Se sono minoranza etnica, che si faccia un piano esecutivo ad hoc con le apposite risorse della Comunità Europea, per risolvere definitivamente il problema. Se invece i Rom sono da considerare lametini, che vengano attuate le necessarie tutele che spettano però anche agli altri cittadini, seguendo le graduatorie del caso. E’ inaccettabile che centinaia di lametini senza lavoro e senza casa di proprietà sono costretti ad emigrare per vivere dignitosamente, mentre loro vengono ampiamente tutelati. Se non hanno casa ne lavoro che trovino fortuna altrove. Per gli sgomberati del campo Rom invece, gli venga dato un ultimatum, entro il quale dovranno provvedersi in tutta autonomia, come accade da decenni in tutte le altre Città d’Italia”. Da oggi – conclude Mimmo Gianturco – daremo il massimo sostegno a questa protesta, per non creare un pericoloso precedente. Non vogliamo che da un giorno all’altro, il comune di Lamezia Terme, si trovi in possesso di locali sequestrati alla ‘ndrangheta in palazzi privati, e ne faccia ciò che gli garba, senza tenere minimamente in considerazione le famiglie in cui vivono da anni nell’immobile stesso. Invitiamo il sindaco Gianni Speranza, a fare un passo in dietro rispetto a questa decisione, e proponiamo che all’interno degli immobili di via della Vittoria, venga creato un asilo nido comunale, o che i locali in questione siano assegnate ad associazioni di promozione sociale”.

redazione@approdonews.it