L’Associazione Culturale “AMBASCIATORI DELLA FAME”, oggi ci parla di Salvatore Vistarchi. L’uomo d’affari ingiustamente internato nel “Petawawa Internment Camp”, era calabrese. Nacque a Oppido Mamertina, in provincia di Reggio Calabria, nel 1901.
Salvatore Vistarchi nacque, il 3 giugno 1901, a Oppido Mamertina, in Calabria in
Italia. Lasciò il suo paese alla ricerca del “sogno americano” nel 1926. I suoi
genitori rimasero in Italia. La madre un anno dopo la sua partenza morì. Giunse
prima negli Stati Uniti ma poi, solo qualche tempo dopo, si recò in Canada. Uomo
di notevole intelligenza e assai portato per gli affari. Divenuto padrone della lingua
divenne un ricercato “businessman” . Fu uomo di fiducia di diverse imprese. Poi
un suo amico, Domenico Vocisano , gli favorì l’assunzione presso la “Asconi
Building Corporation” di Montreal. Ne sarebbe divenuto il Direttore Finanziario
e anche azionista. Nel 1940, l’Italia dichiarò guerra al Canada e questo portò
ad identificare molti italiani, ritenuti vicini al Fascismo, come “stranieri nemici”.
Tra questi anche Salvatore Vistarchi. Il 10 giugno del 1940 ufficiali della RCMP
(Royal Canadian Mounted Police), nonostante non emergesse nulla di particolare nei
suoi confronti, lo arrestarono. Fu poi internato al “Camp Petawawa”. Salvatore
Vistarchi solo il 19 febbraio del 1943 tornò libero e poté varcare i cancelli del
“Camp Petawawa”. Ne uscì pesantemente provato nel fisico e nell’animo. Ovviamente
anche economicamente gli era stato tolto tutto. Successivamente seppe comunque ricostruirsi
un futuro assai dignitoso. Morì il 1 maggio del 1994 a Montreal. La figlia Joan
ricordava:”Ogni 10 Giugno mio padre rimanere in silenzio tutto il giorno. Io non
capivo il perché. Non si poteva parlare con lui. Il giorno dopo tornava ad essere
socievole e felice. Mia madre mi spiegò che questo era il suo modo di ricordare
quell’esperienza che gli segnò per sempre la vita.”. Il Governo Canadese ha
riconosciuto, dopo tanti anni, che in molti furono ingiustamente ed immotivatamente
internati nel “Petawawa Internment Camp”. Non erano colpevoli di alcun delitto,
la loro unica colpa risiedeva nel fatto di avere origini italiane. Origini di un
paese allora nemico.