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La tragedia di una donna calabrese: Giuseppa Calarco

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Giuseppa Calarco nacque a Laganadi (RC), in via San Giorgio, il 27 dicembre del 1891 da Domenico e Teresa Nunnari. I genitori si erano sposati il 7 febbraio del 1891. All’epoca Domenico, “falegname”, aveva 24 anni e Teresa, “filatrice”, di anni ne aveva 20. Oltre a Giuseppa nella famiglia Calarco arrivarono sicuramente almeno altri due figli Michele Angelo ed Eugenia Vincenza (n. 17 gennaio 1894). Michele nel 1913, aveva solo 19 anni, decise di emigrare per gli Stati Uniti e giunse ad “Ellis Island” con il piroscafo “Taormina”. Trascorsi sette anni, nel febbraio del 1920, il giovane fu nelle condizioni economiche per far giungere in America anche le sue due sorelle. Giuseppa ed Eugenia attraversarono l’oceano sulla nave “Residence” e raggiunsero Michele a Auburn, Contea di Cayuga, nello Stato di New York.

Ora, finalmente, una parte della famiglia Calarco si era ricongiunta e tutto sembrò, almeno per qualche tempo, andare per il meglio. La vita a Auburn era decisamente migliore di quella lasciata nella piccola Laganadi. Il lavoro, anche se spesso duro, consentiva qualche agio sino ad allora sconosciuto ai Calarco. La comunità italo americana era assai numerosa e oltre a tantissimi calabresi vi erano anche molti siciliani. Ed era siciliano Diego Iocolano con il quale Giuseppa fece, purtroppo, amicizia. All’amicizia farà seguito l’innamoramento e poi, probabilmente nel 1921, il matrimonio. Diego Iocolano lavorava presso le manifatture “Columbian Rope Company”.

Diego e Giuseppa (ora però i due sono chiamati rispettivamente “Diege” e “Josephine”) andarono a vivere al n. 38 della South Division Steet. Nella stessa palazzina risiedeva, con la sua famiglia, Michael fratello di Diego. Era trascorso un solo anno dal giorno del matrimonio quando arrivò il primo bambino: Manuel. L’anno successivo “fiocco rosa” per la nascita di Vincenza (“Vincenzia”). Con la nascita della bambina in Giuseppa si manifestarono i primi disturbi cardiaci. All’inizio si penso che il riposo potesse bastare. Ma, purtroppo, non fu così. La malattia era seria e occorrevano per la povera Giuseppa riposo e medicine. La sorella Eugenia si trasferì da loro e si sobbarcò l’onere della casa e, soprattutto, dei bambini. Per le cure invece occorrevano soldi. Molte volte nella difficoltà si rafforzano i rapporti. Non fu così per la famiglia Iocolano.

Diego divenne intrattabile e si lamentava continuamente per le spese costretto ad affrontare per la malattia della moglie. Poi il 17 agosto del 1925 la tragedia. Come siano andate realmente le cose e cosa scatenò la furia omicida di Diego non si saprà mai. Sta di fatto che ad Eugenia quando entrò in casa, verso le 9 del mattino, si presentò una scena orribile. La sorella, oramai morente, riversa sul pavimento della cucina in una pozza di sangue e con atroci ferite in varie parti del corpo. La povera Eugenia urlò e chiese aiuto. Ma solo pochi istanti dopo Giuseppa cessò di vivere. Cosa era accaduto? Qualcuno parlò di una furibonda lite e di urla provenienti dall’abitazione dei Calarco. Ma il marito, dov’era? Lo cercarono alla ““Columbian Rope Company” ma lì al lavoro, Diego, non era mai arrivato. Partirono le ricerche ma di lui nessuna traccia. Sparito nel nulla. I medici giunti sul posto certificarono che la morte di Giuseppa risaliva alle ore 7 del mattino.

Fu ritrovata l’arma con la quale era stato assassinata la povera donna: un grosso coltello da cucina. Solo dopo diverse ore fu rintracciato Diego. Era lui l’assassino. Apparve debole la sola motivazione delle spese da sostenere e altre ne furono avanzate (un’altra donna ?). Ma rimase il mistero di tanta orrenda follia omicida. I due piccoli furono destinati all’adozione. Sembra che uno dei due, la piccola Vincenza (nata il 24 agosto del 1923), sia stata adottata amorevolmente da una famiglia di New York e visse serenamente il resto della sua vita. L’opinione pubblica , rimasta scossa, seguì con attenzione e per diversi giorni la vicenda dai numerosi resoconti giornalistici.