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TAURIANOVA (RC), DOMENICA 28 APRILE 2024

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La tragedia della morale e i tragediatori moralisti Un calderone pieno di brodo con carne in putrefazione

La tragedia della morale e i tragediatori moralisti Un calderone pieno di brodo con carne in putrefazione
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“Aveva la coscienza pulita. Mai usata”. Quante volte ci siamo ritrovati davanti a delle vicissitudini dove la morale è sporcata dalle azioni e la consapevolezza delle azioni non combacia con la “coscienza pulita”, vanto opportunistico di chi vorrebbe celare delle “porcate morali” perpetrate per pura tragedia esistenziale.
Eppure chi sottolinea delle questioni morali, rischia di essere linciato a seconda delle opportunità di convenienza, si rischia di cadere in un baratro dove vieni sommariamente preso a sassate.
Ma quando qualcuno lede o “sporca” la morale nelle proprie azioni, specie se ricopre incarichi che hanno a che fare con un contesto collettivo, occorre condannare o avere compassione? È giusto trarre beneficio dai consigli che vanno da Schopenhauer a Dostoevskij? Cosa direbbe quel grande “Idiota” del principe Myskin? Avrebbe avuto “compassione” dei miserabili come dei “tragediatori” delle nostre epoche? La risposta vige sempre nelle coscienze e mai nelle opinioni.
Il luogo più consono alle scene teatrali dove l’esistenza percorre la strada della vita e dove si consumano il più atroce vilipendio alla morale stessa. Dove uomini dalla verginità sempreverde in preda a deliri di onnipotenza si arrogano il diritto di porsi come oratori dal pulpito in putrefazione di coscienze. La politica, luogo dei politici, dei tragedia tori e dei “Piglianculi” di Sciascia, perché i “Quaquaraquà” sono i lacchè che elemosinano un beneficio o una prebenda, tra una genuflessione e la posizione ad angolo retto per palati “penetranti” e che hanno la grande caratteristica di essere fedeli seguaci della sindrome con il motto “Non me la voglio guastare con nessuno”.
E se Borges avesse ragione quando disse che “Forse l’etica è una scienza scomparsa dal mondo intero. Non fa niente, dovremo inventarla un’altra volta”? Vuoi vedere che anche la morale, la conseguente coscienza (pulita?) e i relativi comportamenti vanno reinventati, anzi, ricreati? A questo punto ci ritroveremmo in un vicolo apparentemente cieco il quale nasconde sin sé un ingresso segreto spostando qualche muro e come una caccia al tesoro, dovremmo immedesimarci al terribile contesto dell’esistenza senza adeguarsi alle porcate e ai porci che amano sguazzare nella sporcizia, godendo infinitamente.
Ma quando capita l’occasione che, c’è chi alza i tappeti per levare via la polvere, renderla pubblica e magari dare una spinta propulsiva affinché ogni contesto divenga trasparente e si faccia pulizia, ecco che entrano in gioco, “galoppini”, “bravi” di manzoniana memoria per dire la loro e addirittura attaccare il Masaniello di turno che, poveretto ha detto che vedete che c’è qualcosa che non va, cercate di risolverla per essere più trasparenti, la coscienza è fondamentale per la morale perché in essa c’è la bellezza della giustizia e della giusta, onesta e umana convivenza sociale, civile, morale e politica.
Perché, parliamoci chiaro, in fondo aveva ragione Woody Allen che “Il mondo è diviso in buoni e cattivi. I buoni dormono meglio la notte, i cattivi se la spassano meglio il giorno”. Chi è senza peccato scagli la prima pietra!