La montagna ha partorito il topolino. Con questa massima potrebbe essere riassunta la decisione di spostare di qualche metro la tendopoli di San Ferdinando che in questi giorni è stata al centro dell’attenzione per l’aggressione ad un carabiniere e la conseguente reazione del militare che ha portato alla morte un cittadino del Mali. Ebbene, dopo i proclami e l’ipotesi di smantellare il campo, è arrivata la decisione di spostare di qualche metro il problema (si parla di dieci metri). Il campo resta e, si può ben dire,
i problemi restano,

Una bomba ad orologeria pronta ad esplodere nuovamente alla prima occasione. La nuova struttura, fanno sapere dalla Protezione Civile, sarà realizzata per risolvere i problemi igienici e sanitari e verrà ridefinita dall’altro lato della strada su una struttura mobile e non direttamente sul terreno per evitare l’impaludamento quando piove.

Il progetto della nuova tendopoli sarà curato dalla Protezione civile guidata da Carlo Tansi il quale sottolinea che “noi interveniamo dal punto di vista umanitario e sanitario perché è nostra competenza ed ognuno di noi ha il dovere di assistere chi è in difficoltà”.

Lo smantellamento, che resta sempre la soluzione definitiva, di competenza dello Stato e quindi della prefettura non è stato effettuato in quanto l’atteso svuotamento del campo, circa 600 occupanti, non è avvenuto. Ecco perché si è arrivati a questa soluzione provvisoria. Una soluzione provvisoria che chissà quanto durerà. Anche l’attuale tendopoli era nata come emergenze e provvisorietà, ma nel tempo si è trasformata in incapacità ad agire perché la “provvisorietà” si è trasformata in una questione politica. In giornata ci dovrebbe essere l’ufficializzazione della decisione.