La storia delle scommesse sull’ippica, dal XVII secolo ad oggi In origine fu l’Inghilterra del XVII secolo
Da quello che fu l’ippodromo di Tor di Valle all’attuale struttura di Capannelle, passando per quello di San Siro: tutti centri in cui l’ippica ha dato il suo meglio nel corso della storia del nostro Paese. Cavalli che sfrecciano cavalcati da fantini al trotto o al galoppo, fino ad arrivare al fotofinish, laddove spesso si sono decise le gare. Uno sport che da sempre ha dato modo agli appassionati anche di scommettere sul risultato finale del singolo evento. Chi non ricorda le scene di Mandrake e Pomata nel celeberrimo film “Febbre da Cavallo”? Ma ai giorni nostri le scommesse sull’ippica si sono spostate dal botteghino dell’ippodromo alle sale da gioco, specialmente quelle raggiungibili online. Il modo più semplice, infatti, per piazzare il proprio pronostico sulle corse di cavalli oggigiorno è quello di visitare uno dei siti scommesse sull’ippica che consentono di scommettere non solo sugli eventi nazionali o dell’ippodromo della propria città, bensì anche internazionali o, addirittura, virtuali. Ma quando sono nate e come si sono evolute le scommesse su questo sport? È presto spiegato.
In origine fu l’Inghilterra del XVII secolo
Detto che stiamo parlando di una disciplina tra le più antiche al mondo e che, probabilmente, anche popolazioni antiche come Greci e Romani, che amavano le gare equestri, già scommettevano sull’esito delle gare nell’agorà o al Circo Massimo, la prima vera testimonianza dei pronostici ippici risale più o meno al 12esimo secolo, in particolare nel Paese dove il mondo del betting moderno ha poi preso piede per primo: l’Inghilterra. Qui, seppur sotto banco, iniziarono le prime scommesse come le intendiamo noi sulle corse dei cavalli. Ma bisognerà attendere circa 5 secoli per far sì che questo tipo di scommessa venga riconosciuto e legalizzato. Il primo atto ufficiale, infatti, fu quello della creazione del betting exchange relativo all’ippica. Un modello, questo, che venne perfezionato molto rapidamente, tanto da avere successo ed essere subito esportato anche in altri paesi europei e oltreoceano. Certo è che la casa degli scommettitori divenne l’ippodromo, prima della creazione di agenzie apposite.
Dall’aristocrazia al popolo: la scommessa ippica si diffonde
Inizialmente, però, quello dell’ippica era un mondo molto di nicchia, appartenente e frequentato soprattutto dai ceti più alti della società: nobili, aristocratici e altoborghesi, che spesso, oltre a scommettere sulle corse, possedevano essi stessi i cavalli che venivano lanciati alla ricerca della prima posizione nelle gare più importanti d’Inghilterra e del mondo. Ma dagli inizi del 1800 le cose cambiarono rapidamente, data la volontà del popolo di assistere a questi eventi e poter provare a guadagnare qualcosa scommettendo sull’esito finale. Inoltre, nella seconda decade dell’Ottocento venne fondata anche una prima società professionale per la formazione di fantini in Inghilterra, il che spinse ancor di più il popolo verso questo sport. Per non parlare della creazione di eventi diventati leggendari e appuntamenti imperdibili, come il Cheltenham Festival, fondato nel lontano 1860 e arrivato fino all’edizione 2024.
La modernità: dall’ippodromo al PC
Oggigiorno, nonostante una crisi piuttosto diffusa dell’ippica specialmente nel nostro Paese, le scommesse sui cavalli vanno avanti, anche grazie alla diffusione di Internet. Il mezzo digitale, infatti, consente non solo di avere aggiornamenti costanti sugli eventi a tema che si svolgono in giro per il mondo, ma anche di poter piazzare la propria scommessa comodamente da PC o smartphone, tramite sito o app, in tempo reale su uno o più corse contemporaneamente. I bookies online, inoltre, forniscono informazioni puntuali su ogni gara, magari anche attraverso precedenti e dati statistici di vario genere, che permettono allo scommettitore di effettuare un pronostico più oculato rispetto a quanto accadrebbe leggendo un giornale di settore all’ippodromo o in agenzia.