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La rabbia del padre di Fabiana: “Lo Stato si sta prendendo cura dell’assassino di mia figlia”

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La giovane di Corigliano Calabro venne uccisa e bruciata dal suo fidanzato. Il padre della ragazza non riesce a comprendere lo sviluppo dell’attività processuale che faciliterebbe la posizione dell’assassino

La rabbia del padre di Fabiana: “Lo Stato si sta prendendo cura dell’assassino di mia figlia”

La giovane di Corigliano Calabro venne uccisa e bruciata dal suo fidanzato. Il padre della ragazza non riesce a comprendere lo sviluppo dell’attività processuale che faciliterebbe la posizione dell’assassino

 

 

CORIGLIANO CALABRO (COSENZA) – Si sentono abbandonati dallo Stato, i familiari di Fabiana Luzzi, la sedicenne di Corigliano Calabro uccisa e bruciata nel maggio dello scorso anno dal suo fidanzato, Davide Morrone, all’epoca dei fatti minorenne ed ora divenuto poco più che diciottenne. In vista della sentenza nei confronti del ragazzo, prevista per l’11 marzo, il padre di Fabiana, Mario Luzzi, ha voluto esprimere tutta la sua amarezza perchè si sente “abbandonato dallo Stato”. Il processo con rito abbreviato nei confronti di Davide Morrone è in corso davanti al giudice del tribunale dei minorenni di Catanzaro. Nei giorni scorsi si è svolta la prima udienza durante la quale sono stati acquisiti una serie di atti e documenti ed una perizia secondo la quale il ragazzo era parzialmente capace di intendere e di volere nel momento del delitto. I difensori del ragazzo, gli avvocati Giovanni Zagarese ed Antonio Pucci, sostengono, invece, che il loro assistito era totalmente incapace di intendere e di volere quando uccise la fidanzata. “Lo Stato, che si sta prendendo cura dell’assassino di mia figlia, ha mai mandato qualcuno – si chiede Mario Luzzi – nella mia famiglia per informarsi sul nostro stato di salute anche mentale o si è mai chiesto se dormiamo o nel cuore della notte ci svegliamo a piangere? Finora non lo ha mai fatto e noi siamo rimasti soli. Per lo Stato mia figlia vale zero e noi siamo le vittime eterne di questa tragedia”. Il ragazzo, che attualmente si trova in una clinica dopo che ha tentato per due volte il suicidio, sarà a breve trasferito in una comunità in Liguria. Anche per questo motivo il padre di Fabiana ha voluto lanciare il suo appello perchè “l’assassino di mia figlia – afferma Mario Luzzi – sta ricevendo tutte le attenzioni del caso, visite mediche, strutture sanitarie, e per finire il trasferimento a breve in una comunità della Liguria per il recupero, ma mia figlia chi me la recupera da sotto terra”. Il padre di Fabiana ritiene che “si sia persa di vista la gravità dell’orrendo omicidio che questo essere ha compiuto a danno di mia figlia. Mentre l’Italia grida il forte dolore per la perdita di una bambina, la legge cerca di condannare una persona a pochi anni per l’orrendo delitto che ha commesso. Secondo me si dovrebbe condannare questo delitto a venti ergastoli e non tanto tener conto dell’età di un assassino, con tutte le attenuanti che ne derivano, altrimenti lo Stato sta dando ai minorenni la licenza di uccidere”.