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TAURIANOVA (RC), DOMENICA 19 MAGGIO 2024

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La nostra Piana: Taurianova Continua il viaggio di Domenico Caruso tra i paesi della Piana di Gioia Tauro

La nostra Piana: Taurianova Continua il viaggio di Domenico Caruso tra i paesi della Piana di Gioia Tauro
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di Domenico Caruso

Il territorio

Taurianova è uno dei più importanti centri della provincia di Reggio Calabria, in posizione dominante della Piana di Gioia Tauro a m. 210 s.l.m., per un’estensione di Kmq. 47,85.

Comprende le Frazioni di S. Martino, Amato, Pegara e Donna Livia con una popolazione complessiva di 15.866 abitanti (dicembre 2007).

Il clima è mediterraneo; la zona pianeggiante è coltivata ad ulivi, agrumi, viti, alberi da frutto e ortaggi.

Raggiungere Taurianova non presenta particolari difficoltà.

Con l’auto si percorre l’autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria con uscita a Gioia Tauro e proseguimento sulla S.S. 111; in bus il collegamento è garantito dalle autolinee Lirosi e da quelle regionali.

Dal punto di vista storico Taurianova occupa un posto di rilievo nel Mezzogiorno d’Italia.

Un po’ di storia

Lo sviluppo di Radicena, Iatrìnoli (o Jatrìnoli) e S. Martino, antichi casali di Terranova che per la loro posizione geografica si trovano al centro di un importante sistema viario, può considerarsi parallelo. André Guillou, richiamandosi a un documento di donazione, dimostra che Radicena esisteva fin dal 1050 e menziona dello stesso periodo il monastero di Santa Lucia.  Per Padre Russo S. Martino risulta di tarda fondazione bizantina.

Il toponimo Radicena deriverebbe (secondo Gerhard Rohlfs) dal latino tardo radicina (radice) e Jatrìnoli (per G. B. Marzano) dal greco (medicare, guarire). Domenico Sofia-Moretti è dell’opinione che Radicena (dal gr.) significhi tenda di rami, essendo il paese circondato da vasti oliveti e giardini.

A sua volta, G. Pensabene (Dizionario Etimologico del dialetto fossile […] – DES – Vol. 2° Ed. AZ – RC) scrive che “all’antica Radice latina si aggiunse nel medioevo il rione Iatrìnoli, una formazione extracomunitaria, come diremmo oggi, orientale delle solite. Originariamente era Atrìgoni e cioè discendenti di Atreo e quindi provenienti da Argo dove regnarono gli Atridi”.

Essendo piazza Garibaldi di Radicena tuttora denominata Chianu ‘i San Basili, potrebbe darsi che ivi già sorgesse uno dei 137 conventi basiliani che il Marafioti afferma esservi stati nella Piana e che un certo numero di profughi di Tauriana vi trovasse rifugio dando origine alla città. La derivazione di Radicena e Iatrinoli da S. Martino, invece, è dimostrata da D. Valensise. Per lo storico polistenese i mandriani delle campagne di Tauriana, a causa delle incursioni turche (950 d.C.), stabilendosi al di là del fiume Metauro vi costruirono un casale, a cui diedero il nome di San Martino (noto per la Sua divina protezione). Ricco di chiese e conventi e munito di un Castello, esso divenne un importante centro civile e religioso. Ma il suo progresso e la sua tranquillità cessarono con la discesa dei Normanni alla conquista della Calabria. Ruggiero dopo aver saccheggiato e devastato S. Martino, convinto d’averlo sottomesso, si allontanò lasciandovi poche milizie. Ma i fieri calabresi, fin quando non furono costretti alla resa, insorsero e trucidarono gli invasori. In seguito, Ruggiero istituì la sua sede a Mileto, da dove si mosse per espugnare Reggio (1060) prima di passare in Sicilia. Nel frattempo fece ritorno a San Martino, sposò Giuditta di Grantmesnil (1062) e proseguì per Mileto che fu elevato a sede vescovile.

San Martino, a sua volta, prima divenne Contea e poi sede di Corti Generali. Ma la sua grandezza venne meno quando dall’altra parte del Marro sorse un altro borgo che i profughi chiamarono con il nome della loro patria, Tauriana Nova – poi Terranova. La località, ritenuta dai Normanni più sicura, fu promossa a Contea e successivamente a Ducato. Così Radicena, Iatrinoli e S. Martino ne diventarono casali seguendone le sorti. Terranova passò – quindi – sotto il dominio feudale dei Lauria, di Saladino Sant’Angelo (1423), dei Caracciolo (1425), di Marino Correale (1° genn. 1458). Nel 1496 la Contea fu conquistata e governata dal generale francese d’Aubigny e nel 1502 fu ripresa da Consalvo de Cordova (il quale poi l’ebbe in dono da Ferdinando ed Elisabetta col titolo di duca). Nel 1558 il Ducato fu venduto al senatore Tommaso de Marinis, prima di finire ai principi Grimaldi di Gerace (1574).

 Il Flagello del 1783 sconvolse la Calabria e rase al suolo Terranova. Costituita la Cassa Sacra, Radicena fece parte del comprensorio D (assieme ad Anoia ed altri centri della Piana) e il suo distretto comprendeva – oltre alla città – Iatrinoli, San Martino e Vatoni. I casali di Radicena e Iatrinoli, con l’ordinamento amministrativo francese (legge 19 gennaio 1807) divennero Università (o Luoghi). Nel 1815 fu istituito il Distretto di Palmi a cui fecero parte 35 Comuni, compresi Radicena e Jatrinoli. Il 1° gennaio 1842, unitamente a S. Martino e Terranova (ormai villaggio), i due centri vennero aggregati al circondario di Casalnuovo. Con regio decreto del 16 febbraio – pubblicato nella Gazzetta Ufficiale il 12 marzo 1928 – Radicena, Jatrinoli e Terranova Sappo Minulio (divenuto autonomo nell’aprile 1946) formarono il Comune di Taurianova. 

L’Arte

Notevoli figurano le testimonianze artistiche nel territorio.

Oltre alle Chiese (Santa Maria delle Grazie, matrice di Radicena; Santi Apostoli Pietro e Paolo di Jatrinoli; del Rosario, ricca di antiche testimonianze; di Maria SS. della Colomba a S. Martino con la preziosa scultura marmorea della Madonna col Bambino del Gagini – ed altre), si possono ammirare i Palazzi storici (Zerbi, Loschiavo, Contestabile), nonché la fontana di Piazza Vittorio Emanuele II, i monumenti ai Caduti. Di particolare interesse sono anche la facciata del Cimitero di Radicena sovrastata da tre angeli e, all’interno, le sculture di artisti locali.

Aspetti economici e religiosi

Fra le manifestazioni religiose ricordiamo la festa della Madonna del Carmine (16 luglio) a Jatrinoli, quella della Madonna della Montagna (8 settembre) a Radicena, la ricorrenza di S. Martino (11 novembre) nell’omonimo paese.

Un discorso a parte merita la gastronomia.

Per tradizione, nelle famiglie, nel periodo pasquale si preparano le ciambelle con le uova (“sguti”) e la “pignolata”; a Natale le zeppole e le crespelle; in altre occasioni parmigiane, maccheroni e carne di maiale. Rinomata è la produzione dolciaria di torrone, biscotti al miele, “susumelle”, pitte di S. Martino, cannoli.

Nel Comune vi sono numerosi bar e ristoranti, nonché pizzerie e rosticcerie dove si può gustare anche la “struncatura”.

Taurianova è definita “La città del torrone”.

E non è poco se consideriamo che, ad eccezione dell’aspetto storico-religioso, quello che la gente predilige è il peccato di gola.

(3 – continua)