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TAURIANOVA (RC), VENERDì 29 MARZO 2024

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La libertà. Un parroco celebra messa in mare: Straordinario! In occasione di un campo della legalità organizzato da Libera, il sacerdote ha celebrato la funzione, utilizzando come altare un materassino (sic!)

La libertà. Un parroco celebra messa in mare: Straordinario! In occasione di un campo della legalità organizzato da Libera, il sacerdote ha celebrato la funzione, utilizzando come altare un materassino (sic!)

La bellezza della libertà è anch’essa religione, cristiana o no, ma è un segnale che le rivoluzioni possono abbellire (e addolcire) anche le coscienze più integraliste. Ovvero quello dei battitori di petto della morale cristiana, ligi al dovere della messa domenicale, ma con la morale, a volte, non proprio candida per arrivare agli obiettivi prefissati.
È stato straordinario, vedere un sacerdote perché di prete si tratta, come quelli che di solito si vedono in giro, nelle chiese o nelle varie parrocchie. Simili anche a quelli che indossano le Hogan, o che non escono in giro se “non hanno una spruzzata di Hugo Boss” addosso. Simile anche a quelli che coprono crimini come la prostituzione minorile, la pedofilia e altre porcherie che sono contro gli insegnamenti del Messia. Un sacerdote che con un materassino in mezzo al mare celebra la messe con i fedeli in acqua ad ascoltarlo. Bellissimo. Immenso e straordinario nonché rivoluzionario e chi si punge vada a … farsi un bagno in mare!
Don Mattia Bernasconi è il vicario pastorale per i giovani della parrocchia di San Luigi Gonzaga di Milano, ha celebrato messa in una delle più belle spiagge del Crotonese, in località Alfieri.
Il sacerdote si trovava in Calabria per partecipare a un campo della legalità, ovvero contro le mafie, contro il cancro delle mafie.
Il sacerdote ha spiegato la scelta in quanto nel campeggio faceva troppo caldo e quindi ha improvvisato la celebrazione con un materassino che gli era stato prestato per l’occasione. “È stato bellissimo anche se ci siamo scottati”, ha detto don Mattia e noi concordiamo con lui sul concetto di bellezza anzi, per noi è stata pura poesia perché è proprio con le poesie che si possono fare le rivoluzioni. Ed ancora, “La riflessione è su quello che vogliamo fare ora che torniamo a casa: impegnarci di più per legalità e rispetto o lasciare le cose come sono?”.
Appunto, non lasciare le cose come sono, in un mondo non solo di maestri della morale (?), di bacchettoni prima provinciali e poi di colpo metropolitani. Non lasciare le cose come sono e non voltarsi dall’altra parte, e non solo contro le mafie ma anche quando si vengono a sapere delle azioni delittuose contro i minori, gli indifesi e non andare, nonostante tutto, baciare le mani a chi si è reso complice di “coperture”. E i casi sono stati tanti, e allo stesso tempo finiti nel dimenticatoio. Sono stati scritti dei libri, dibattiti, condanne dei pontefici.
Francamente preferiamo meglio un sacerdote che celebra la messa su un materassino in mezzo al mare che un sacerdote (e gli accoliti della morale d’antan) che sa, che copre e non parla, ma soprattutto non si indigna perché l’indignazione in questi casi, rappresenta anche un valore cristiano… dei cristiani, quelli umani però!
Perché in merito, si può essere d’accordo o meno, ma ricordate le parole di uno che si chiamava Immanuel Kant (e seguitele, se potete), “Agisci in modo da considerare l’umanità, sia nella tua persona, sia nella persona di ogni altro, sempre anche come scopo, e mai come semplice mezzo”. Questa si chiama bellezza, al di là di qualsiasi religione!
(GiLar)