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TAURIANOVA (RC), VENERDì 06 DICEMBRE 2024

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La lanterna di Diogene

La lanterna di Diogene

| Il 18, Mag 2012

“SOS” Taurianova. Dov’è che volete arrivare?

a cura di GIUSEPPE LAROSA

La lanterna di Diogene

SOS Taurianova. Dov’è che volete arrivare?

 

a cura di Giuseppe Larosa

 

 

Non c’è mai stata così tanta attenzione come in questo momento, sulla città di Taurianova nelle attività parlamentari. Tutti hanno a cuore le sorti di una cittadinanza oramai in preda ad interpellanze tra Comune e Camera dei deputati.

Tre deputati con tre interrogazioni parlamentari al Ministro dell’interno Anna Maria Cancellieri. Tre interrogazioni, l’una diversa dall’altra ed ognuno con lo stesso soggetto, il sindaco di Taurianova Domenico Romeo. La “Ministra” se non conosceva Romeo adesso se lo troverà in ogni dove, così come Taurianova che magari non certo sarà una località di villeggiatura ma in tempi quasi estivi dovrà pur dare delle risposte, ma quali? L’on. Tassone, componente della commissione bicamerale antimafia, gli chiede di “tutelarlo” perché vittima di intimidazioni, di diverso avviso invece la collega di Tassone, Angela Napoli, anch’essa componente della commissione antimafia, chiede alla Cancellieri di “controllare” sia il territorio taurianovese che le “attività amministrative”, quindi nei fatti di “controllare” Romeo e la sua attività di amministratore. Ma di tutela nei suoi confronti non c’è traccia. Addirittura l’on. Napoli come è solito fare, parte da lontano e vede intrighi, parenti mafiosi, collusioni ovunque, ma questo ad essere sinceri da sempre, anzi da prima ancora che inventassero la mafia stessa.

Ed ecco, inaspettatamente, l’affondo finale, un colpo di scena, come per magia da un cilindro esce fuori la terza interpellanza, questa volta non da un deputato appartenente al territorio calabrese, ma da un campano, un avellinese, l’on. Francesco Pionati (ex Udc ed ora fondatore dell’Alleanza di centro), ed è proprio quest’ultimo, rispetto agli altri, a dire cose che hanno un certo senso logico. La logica premia chi non appartiene al territorio dove si svolgono le trame di questa commedia (sic!).

Cosa dice Pionati? Semplicemente che, visto che questo Comune è stato sciolto nel 2009 per infiltrazione mafiosa, visto che anche c’è una sentenza del Tar Calabria che ha reputato giusto lo scioglimento, come mai non sono state adottate provvedimenti giudiziari? Perché se tale non è, allora sarebbe doveroso da parte dello Stato riabilitare tutti i soggetti coinvolti. Ma se tale cose è in linea con le decisioni adottate, allora sarebbe giusto e doveroso, per logica, rimuovere il sindaco dalla sua carica, cosa che riguarderebbe anche tutti i soggetti coinvolti dal provvedimento di scioglimento. Tutti, a qualsiasi titolo essi ne hanno fatto parte e ciò riguarderebbe non solo questa maggioranza, ma anche quelle passate ed altri che ancora oggi sono protagonisti attivi della politica di questa città.

La situazione non è delle migliori, c’è grande astio ed allo stesso tempo molto sentimento di rivalsa da parte di tutti quanti, maggioranza ed opposizione, ed è che nella ricerca delle colpe di tutta questa pesante atmosfera è impresa ardua ma allo stesso tempo, a mio avviso, inutile e dannosa. Ma c’è da dire oltremodo che leggendo il dispositivo del Tar che viene spesso citato, ci sono due passaggi importanti che nel dispositivo vengono menzionati per spiegare le ragioni di una decisione così estrema, come è quella dello scioglimento di un consiglio comunale per infiltrazioni mafiosa, ossia il tribunale amministrativo scrive che “In questo senso, una volta accertata la sussistenza di una situazione di ingerenza, si impone l’insediamento di un organismo di gestione che sia indipendente rispetto al tessuto territoriale locale che va tutelato, allo scopo di rinforzare le strutture amministrative dell’Ente e consentire alla classe politica locale di adottare ogni e necessario comportamento atto a porre idonee barriere nel meccanismo della rappresentanza elettiva rispetto ai tentativi di infiltrazione o condizionamento” – ed ancora – “(…) il provvedimento non costituisce una sanzione verso amministratori o dipendenti vittima degli atti intimidatori, ma, a protezione di questi ultimi, il risultato della constatazione di un livello di aggressione superiore alla capacità dell’amministrazione locale di farvi fronte”.

Si parla di tutela di “tessuto territoriale” ma anche di “ingerenze” e soprattutto carenze di “capacità a farvi fronte” rispetto all’alto “livello di aggressione”, ciò non vuol dire che ci ritroviamo in quelle stesse condizioni che ancora allo stato attuale vanno spiegati i reali motivi che hanno portato allo scioglimento, ma una cosa è certa, andando avanti così non credo che si eviterà un terzo scioglimento se le tesi avvalorate sono quelle lette in un dispositivo di un tribunale perché i presupposti sembrano esserci tutti, quindi un lieve ma responsabile buon senso da parte di tutti sarebbe d’obbligo e opportuno, non tanto per l’amministrazione qualunque essa sia, ma soprattutto per una città che attende, adesso e da molto tempo, un’azione di rivalsa e di orgoglio per risollevarsi dalle ferite profonde del passato e non ancora del tutto emarginate.

lalanternadidiogene@approdonews.it