La lanterna di Diogene
Giuseppe Larosa | Il 18, Apr 2012
Perché guardi la pagliuzza nell’occhio del tuo fratello, e non ti accorgi della trave che hai dentro i tuoi occhi? “Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in una buca?”
a cura di GIUSEPPE LAROSA
La lanterna di Diogene
Perché guardi la pagliuzza nell’occhio del tuo fratello, e non ti accorgi della trave che hai dentro i tuoi occhi? Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in una buca?
a cura di Giuseppe Larosa
Perché guardi la pagliuzza nell’occhio del tuo fratello, e non ti accorgi della trave che hai dentro i tuoi occhi?
La tematica inerente a questo pensiero, che poi è una parabola citata nel vangelo di san Luca descrive un paragone in origine rivolto ai farisei, ossia a quelli che con le loro parole sviavano ed ingannavano il popolo. Queste guide (distorte), noi li ritroviamo in molti casi nella nostra comunità durante il trascorrere del tempo della nostra quotidianità di vita. E fanno parte di un contesto dei cosiddetti “cattivi maestri”. Quelli che in nome di una morale tutta loro tendono a esercitare un diritto che la loro anima ed il loro passato non gli permette di prendere determinate posizioni di “evangelizzazione” laica di un popolo, di una città o di un contesto sociale.
Anche perché, le parole che vengono dette o scritte anche in qualche pensiero, magari riportato in un social network come facebook o come altri contesti analoghi. Quello che conta è che nessuno qua è un maestro al di sopra di altri maestri, perché l’attuazione della parola, depositata a volte nel cuore come segnale di astio costituisce il fondamento di una vita dentro una solida fede che è quella dell’insulto come anche della vendetta, se detta in maniera diretta e accusatoria. Ma se essa viene espressa con buona fede potrebbe essere l’avvio di un dialogo serio, produttivo ma soprattutto civile. Detto ciò, dubito che chi ogni giorno va a guardare la “pagliuzza” senza vedere la sua “trave” possa arrivare ad un concetto civile e democratico ponendo in essere un concetto definito che è la libertà di parola e di azione.
John Ruskin diceva che «Il primo dovere per un governo è di garantire che la gente abbia cibo, carburante e vestiti. Il secondo, che abbiano i mezzi per un’educazione morale ed intellettuale», ma che educazione morale potrà dare un politico che non ha altri occhi che guardare una pagliuzza, senza accorgersene del marcio che ha egli stesso dentro casa sua?
Per chi è cattolico e crede in quel Dio dell’infinito cito una frase di Gesù citata da San Matteo «La lucerna del corpo è l’occhio; se dunque il tuo occhio è chiaro, tutto il tuo corpo sarà nella luce; ma se il tuo occhio è malato, tutto il tuo corpo sarà tenebroso». E se l’occhio è davvero la spia dell’anima, io credo che tutti quanti noi dovremmo stare ben attenti prima di dare dei giudizi (sommari) contro qualcuno o qualcosa senza mai dimenticare le tenebre che stanno dentro la nostra anima.
Allora io dico. “Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio di altri e non t’accorgi della trave che è nel tuo? Come ti permetti? Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio e allora potrai vederci bene nel togliere la pagliuzza dall’occhio degli altri”. Sfogo ad personam.
Questo mondo, questa società fatta semplicemente da “accoliti”, “lacchè”, “sciacquatrippe” e “cortigiane” del detentore del potere di turno insieme alla sua stupidità mentale è l’analisi corretta figlia del marciume che si annida dentro l’oscurità dell’anima ove regna la cattiveria e l’invidia insieme alla frustrazione delle varie elucubrazioni mentali. E da queste tematiche che mi viene da citare una frase di Bertolt Brecht tratta dalla sua “opera da tre soldi” e che «Prima viene lo stomaco, poi viene la morale». A voi lo stomaco adeguato che in merito alla tolleranza è assolutamente soggettiva.
La “pagliuzza” e la “trave” possono anche non esistere se viene posta in essere la condizione della libertà, della tolleranza e del rispetto reciproco. Possono non esistere se a queste vengono come priorità il rispetto della persona e delle sue idee. E se qualcuno la pensa diversamente non è un pretesto per infangarlo e buttare melma anche sulla persona utilizzando l’arma vigliacca della ripicca e della vendetta. Basta semplicemente avere il buon senso dell’ascolto e dell’educazione per porre le basi di una corretta condizione culturale accettata da tutti e per questo amata e seguita nei suoi più minimi particolari.
Finchè tutto questo non si avvererà allora ci ritroveremo sempre in un campo di battaglia in cui qualcuno si farà sempre più male, ma il dolore sarà sempre maggiore quando i conti si faranno alla fine, perché le somme sono sempre quelle finali dato che ci sarà sempre qualcuno seduto sulla riva del fiume ad attendere il cadavere del nemico che passa.
Amen.
lalanternadidiogene@approdonews.it