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TAURIANOVA (RC), VENERDì 29 MARZO 2024

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La lanterna di Diogene

La lanterna di Diogene

“Noi moriamo soltanto quando non riusciamo a mettere radice in altri”. Il funerale di Isabella Loschiavo è passato inosservato per l’amministrazione comunale

La lanterna di Diogene

“Noi moriamo soltanto quando non riusciamo a mettere radice in altri”. Il funerale di Isabella Loschiavo è passato inosservato per l’amministrazione comunale

 

«Ei fu», avrebbe scritto Alessandro Manzoni, ma per le Istituzioni amministrative di Taurianova (Sindaco compreso) e non, come se “Ei” non ci fu mai stata. Isabella Loschiavo è morta. Se n’è andata nel silenzio della sua morte tra l’indifferenza di chi, avaro di saluti ed allo stesso tempo irriconoscente per le sue attività svolte in questa comunità, apprezzata e stimata moltissimo in ambito culturale. Ma si sa, la cultura in paesi dove vengono ricordati solo per sindaci sciolti per mafia e collusioni varie, questa come sempre passa in secondo piano. E non ci meravigliamo se magari ai funerali di Isabella Loschiavo non c’era nemmeno un amministratore che, magari passando da quelle parti, si fosse fermato anche per un cenno di saluto, non si pretende chissà cosa ma almeno questo, un cenno.

Ed invece circondati dal nulla, forse colpa del “vuoto”, proprio quel vuoto che contraddistingue lo status amministrativo attuale. Isabella Loschiavo era stata nominata assessore alla Cultura da un sindaco, anch’esso grande uomo di cultura, che si chiamava Emilio Argiroffi nel 1993, che vinse le elezioni comunali, dopo i due anni di commissariamento, subentrati a seguito dello scioglimento del consiglio comunale per infiltrazioni mafiose nel 1991. Taurianova fu il primo Comune d’Italia sciolto per mafia. Era il momento per ricominciare dopo anni bui e di sofferenza, quando ancora la città si leccava le ferite, non solo per l’onta abbattutasi causata dallo scioglimento, ma anche per i tanti morti ammazzati sulle strade.

E la cultura propriamente detta, poteva dare un contributo speciale per il risveglio delle coscienze e l’inizio di una nuova fase basata soprattutto sull’educazione alla legalità. Il suo assessorato poteva essere una delega alla letteratura, sua grande passione di vita che applicò nelle sue azioni come modello costante di sviluppo e di iniziative, e come docente, come scrittrice ed infine anche come giornalista. Elencare le sue opere sarebbe superfluo come anche riduttivo dire chi fosse veramente, ma ci piacerebbe ricordarla con la sua espressione cogitabonda con un broncio sostenuto da un timido sorriso.

Ma questo paese dimentica anche questo ed i ricordi sono solo momenti sbiaditi impressi in una cartolina ingiallita dagli oblii di chi non ha voluto porre in essere una testimonianza di riconoscenza, onorando una persona che ha dato molto a Taurianova. Ma la cultura è per pochi, essa non sistema persone dando posti di lavoro, non fa promesse per favori né tantomeno è incline alla politica. La cultura è un concetto universale comprensibile a tutti tranne ai “vuoti a perdere” ed alle coscienze superficiali cui la loro massima espressione culturale è quella “culinaria”. Consoliamoci con le parole di Epicuro che a proposito della morte disse «Il più terribile dei mali dunque, la morte, non è niente per noi, dal momento che, quando noi ci siamo, la morte non c’è, e quando essa sopravviene noi non siamo più. Essa non ha alcun significato né per i viventi né per i morti, perché per gli uni non è niente, e quanto agli altri, essi non sono più».

lalanternadidiogene@approdonews.it