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TAURIANOVA (RC), VENERDì 29 MARZO 2024

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La lanterna di Diogene

La lanterna di Diogene

Il post elezioni in Calabria, tra vittorie al primo turno e ballottaggi, tra vecchie e nuove alleanze, al centro delle riflessioni del nostro filosofo

La lanterna di Diogene

Il post elezioni in Calabria, tra vittorie al primo turno e ballottaggi, tra vecchie e nuove alleanze, al centro delle riflessioni del nostro filosofo

 

Un dato è incontrovertibile: la Calabria resta sempre un passo indietro rispetto al “vento che cambia” a livello nazionale. A conferma di ciò, il predominio del centrodestra nei confronti del centrosinistra. Così è successo a Reggio Calabria con Arena (uomo di fiducia del Governatore Scopelliti), vittorioso al primo turno, a Catanzaro con Traversa e nelle preferenze delle principali città come Cosenza e Crotone, che andranno al ballottaggioil prossimo 29 e 30 maggio.

Giuseppe Raffa insieme ai suoi più incalliti sostenitori, convinti di vincere al primo turno dovranno invece vedersela al ballottaggio con Pinone Morabito. Quest’ultimo, nonostante le avversità (sciocche e masochiste), riscontrare all’interno del centrosinistra, è riuscito a farsi valere a dispetto di chi in questi mesi gli aveva messo il bastone tra le ruote. Il riferimento è alla sciagurata coalizione Idv e Sel e ai tiri mancini di Peppe Bova, alleato con Fuda, candidato a presidente della Provincia. Un’altra delusione elettorale, ma che credo sarà il più corteggiato prima dei turni di ballottaggio. Ciò vuol dire in conclusione, nel caso di Morabito, che la serietà e la coerenza premiano, particolare molto importante per la prossima fase di ballottaggio.

A Taurianova ed ai taurianovesi parlare di politica, di centrodestra o centrosinistra non gliene frega assolutamente nulla, come anche di comune sciolto per infiltrazioni mafiose, votano e basta. Vista la correttezza che ha sempre contraddistinto questa rubrica e considerando i tanti lettori, si è deciso di non parlare di politica durante i comizi elettorali, per non sviare magari propositi di voto, che spero abbia rispettato l’art. 48 della Costituzione italiana (“Il voto è personale ed eguale, libero e segreto”).

I responsi usciti dalle urne hanno sancito inesorabilmente che Romeo doveva andare al ballottaggio insieme a Rigoli (distanziato di quasi cinquecento voti), quest’ultimo per qualche manciata di voti (poco meno di cinquanta) rispetto all’altro candidato Zucco, seguito dal candidato del Pdl Leva, per poco più di cento voti. Sono due le cose importanti che fanno riflettere: la prima è la sicurezza di Domenico Romeo, perché diversamente non si potrebbe parlare. Sta in silenzio, declina ogni invito pubblico con la stampa, si presenta solamente due volte ai comizi e prende più di seicento voti rispetto alle liste, distanziando i suoi concorrenti al ballottaggio con diverse centinaia di preferenze.

La seconda è la grande forza di Biasi, insieme alla sua capacità di trascinare un giovane sconosciuto con solo tre liste a poter concorrere con gli altri, che di liste ne avevano di più, sperando in un risultato migliore.

Il Pdl è il primo partito del paese, rispecchia la tendenza calabrese di centrodestra ed allo stesso tempo anche i metodi nazionali di fare politica, uno tra tutti, le arringhe del comizio di chiusura senza la possibilità di venire contraddetto visto che l’ultimo comizio è stato il suo. Una serie infinita di verità (a sua detta) che nessuno poteva smentire a partire dalle vicende note di Gioseta e Fons Nova, passando per il dissesto finanziario del Comune e finendo per le vicissitudini politiche passate, così tanto elogiate. La memoria come la storia per Taurianova sono relative. Anche se le carte contabili “per chi sa leggere” smentiscono tutto. In ogni caso, a lui va dato atto del coraggio di aver risposto a muso duro alle tante invettive dell’on. Napoli contro la presunta “inagibilità democratica” ed un paese in stato perenne di “mafiosità” e quindi l’unico, ripeto l’unico, ad aver difeso un paese, Taurianova, da chi butta fango per pura e mera visibilità, aggiungendo inoltre e dichiarandoli pubblicamente, dei retroscena che credo l’on. Napoli non possa e non debba stare in silenzio (vedi la faccenda arresto Fausto Siclari). Per il resto, le elezioni anche questa volta sono andate di traverso.

Onore va al povero Zucco che inizialmente, durante lo spoglio, sembrava dovesse essere lui il favorito al ballottaggio, ma che invece, con gli esiti finali, così non è stato. Da sottolineare che tra i candidati a sindaco è stata la persona più corretta senza mai uscire fuori dalle righe e senza mai attaccare nessuno, ma facendo la sua campagna elettorale basata esclusivamente sul suo programma.

Adesso arriva un ballottaggio colorato sicuramente da tentativi di accaparrarsi i voti delle coalizioni rimaste fuori. E dai comizi ascoltati, se la coerenza ha ancora valore insieme alla verità, visti gli attacchi in campagna elettorale, sia Romeo che Rigoli, dovranno fare a meno di chiedere i voti alla coalizione di Leva (Biasi & Co.) in quanto definiti dagli stessi, la continuazione di quel disastro amministrativo che è avvenuto, sempre a loro dire, da quando gli stessi non guidano più il Paese.

L’unico bacino per entrambi sembra essere Zucco, ma quest’ultimo cosa vorrà in cambio? Infine dai comizi ascoltati e dai personaggi saliti sul palco, tra ipocrisie, gente inventata e qualche nullafacente mischiato a diversi “lacchè”, mi viene in mente una famosa frase della grande filosofa Hannah Arendt che diceva: «Nessuno ha mai dubitato del fatto che verità e politica siano in rapporti piuttosto cattivi l’una con l’altra e nessuno, che io sappia, ha mai annoverato la sincerità tra le virtù politiche. Le menzogne sono sempre state considerate dei necessari e legittimi strumenti, non solo del mestiere del politico o del demagogo, ma anche di quello dello statista».

A presto…

lalanternadidiogene@approdonews.it