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La lanterna di Diogene

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Taurianova…..cercasi zattera di salvataggio, con doccia di sola acqua fredda annessa

a cura di GIUSEPPE LAROSA

La lanterna di Diogene

Taurianova…..cercasi zattera di salvataggio, con doccia di sola acqua fredda annessa

 

a cura di Giuseppe Larosa

 

A volte entrare nella mischia delle condizioni sociali e politiche di un paese, è sempre rischioso. L’attualità degli eventi ci porta sempre a considerare tali condizioni in un modo sempre più discutibile, ma quasi sempre inesorabile nelle conclusioni.
Taurianova è una città che ancora vive nelle macerie della politica che l’ha amministrata, è una città che con molta difficoltà sta cercando lentamente di rialzarsi. Ma ad ogni condizione di “rinascita”, arriva sempre la batosta dello Stato. Scioglimenti per aver leso la legalità delle leggi italiane, ed altri scioglimenti, peggiori delle prime, per l’onta disonorevole che lasciano, come quelli per infiltrazione mafiosa. In tutto sono stati tre e ben due negli ultimi quattro anni!
Politici che ricordano le parole che Antonio Gramsci volle paragonare alle ghiande, dove, «Ogni ghianda può pensare di diventare quercia, ma nella realtà il 999 per mille delle ghiande servono da pasto ai maiali». Alla fine, il risultato è stato semplicemente una classe dirigente inadeguata e fuori luogo, con scarse capacità amministrative, culturali e diciamolo pure, intellettuali. E prova è, questo “mutismo” che ancora oggi impera in chi invece doveva battersi con tutte le forze ed i denti, per l’ennesimo affronto fatto ad una città sempre più in preda allo sbaraglio sociale ed economico.
Abbiamo oggi dei commissari prefettizi, l’ennesimo commissariamento. Se ci pensate, dal 2007 ad oggi, in sette anni abbiamo avuto un paese sotto l’Egidia dello Stato. E mai che nessuno muovesse un dito di rivolta, in maniera pacifica si intende e per non fraintendere; un qualcuno che si schierasse contro questi abusi di commissariamento che a volte sono necessari e che non lasciano scampo ad altre soluzioni. D’altronde così è la legge e così deve essere applicata, e soprattutto, dico, soprattutto, rispettata.
Ad oggi ancora si legge, “dissesto finanziario”, “mutuo banca Opi di tre milioni di euro”, “Gioseta” e tanto altro ancora. Come se ogni scheletro da quell’armadio non volesse andar via. Da una ricognizione finanziaria ufficiale risulta che l’Ente comunale risente ancora di quelle attività ballerine fatte dalle passate amministrazioni. È assurdo!
Una classe politico-amministrativa, quella degli ultimi venti anni che ha fallito, ma che ad ogni occasione si ripresenta con il consueto abito nuovo, rispolverato, come se nulla fosse, come se quello che è accaduto e che loro stessi hanno causato, non fossero affari loro. Si sentono nei comizi, corbellerie, raggiri di verità, avallate anche dai consueti accoliti di sorta. Come un nastro registrato che, come mai, ancora non si è capito perché non si è consumato.
Si arriva sempre con la solita favola del dissesto, poi di colpo si viene commissariati e gli uomini di Stato spendono. Ma con quali soldi? Qual è la verità?
Si spendono settemila euro per pagare un professionista per difendere una causa contro l’ex sindaco Romeo per la sua (lecita) costituzione in giudizio contro lo scioglimento. Addirittura si promuove un nuovo bando per l’affidamento della riscossione dei tributi, dopo la sventurata Gioseta, ecco la lampadina commissariale di Archimede, un altro affidamento a terzi. Ma gli uffici ed il personale addetto, non funziona bene? Non sarebbe meno oneroso dare tale mansione agli impiegati? Magari formandoli in merito alle questioni in essere e risparmiare così soldi che potrebbero essere spesi per altre cose ben più serie? I commissari in questo (dannatissimo) paese possono fare quel che vogliono, assumere personale, stabilire se uno è bianco o nero, decidere se domani piove oppure esce il sole. E nessuno, dico, nessuno di questi politicanti da armata di Brancaleone si appelli, non dico alla protesta, ma quantomeno al buonsenso.
Oramai la stagione politica di molti è finita, spero accantonata per sempre. Urge bisogno di nuove forze e di nuove energie. C’è ancora quella vertenza al Tar contro lo scioglimento di Romeo, ma secondo me finirà nel “rigetto” più assoluto, troppi precedenti di sentenze non danno scampo. Oltre al fatto che già in passato un ricorso del genere era stato sonoramente bocciato. Oltretutto, diciamolo apertamente, Romeo non ha mosso non solo un dito, ma almeno, buon Dio, la lingua, non ha detto una parola, nemmeno per dire “sono sereno”. A chi gli chiedeva qualcosa rimandava e rimandava, e poi annunciava comizi e poi non si faceva nulla. A meno che i comizi non li abbia fatto altrove, magari in qualche sala privata, per pochi intimi.
Ancora oggi sento, e non con poco imbarazzo, persone presenti nella relazioni di scioglimento o altri che hanno causato i mali che ancora oggi duramente paghiamo, ipotesi di una ricandidatura, quando finirà il periodo di commissariamento. Io per quel che valgo, e per l’amore che ho di questa rubrica molto seguita, e quindi mi faccio portavoce di un appello accorato, sentito, dal profondo del mio cuore: Fermatevi, fate altro, andate a pesca, state con la vostra famiglia, e magari quando vi verrà in mente di candidarvi alle prossime elezioni, avete questi bollenti spiriti, ecco, fate una bella doccia fredda……

lalanternadiogene@approdonews.it