Taurianova: la noia e l’incertezza
a cura di GIUSEPPE LAROSA
La lanterna di Diogene
Taurianova: la noia e l’incertezza
a cura di Giuseppe Larosa
Qualcuno diceva che «L’incertezza della conoscenza non è diversa dalla sicurezza dell’ignoranza», ed è quello che si respira, in un questo clima incerto in una delle pattumiere (visti gli accumuli della spazzatura), della Piana.
A Taurianova regna questa incertezza, e che riguarda oltre la questione politica, anche quella amministrativa, ossia di chi gestisce (ed ha gestito) le sorti del governo di questa città.
Ci sono molti “carichi” sospesi che ancora non hanno trovato risposta nel contesto amministrativo. Mi riferisco alle vecchie ed annose questioni, oramai in disuso nel linguaggio politico, come la Fons Nova, la Gioseta, il finanziamento della banca Opi, e via discorrendo.
Abbiamo subìto, è proprio giusto il termine, “subìto” l’onta di un secondo e poi di un terso scioglimento per infiltrazione mafiosa. Si sono susseguiti terne commissariali su terne commissariali e la questione e ritornata sempre al punto di partenza e quasi di non ritorno.
Si ripresentano le stesse questioni puntualmente ad ogni tornata elettorale, come un’aria fritta e rifritta.
Nota curiosa, in alcuni comuni della provincia di Reggio Calabria, tra i meno mafiosi, così definiti dallo Stato, di Taurianova, sono stati effettuati operazioni di polizia importanti, ultimo in ordine di tempo a Melito Porto Salvo dove tra gli arrestati c’è anche il tre volte sindaco della città. A Taurianova, non è stata nemmeno effettuata una cattura seppur indiziaria di una mosca in volo.
La politica non ha mai effettuato un consistente cambio generazionale, ci sono sempre i soliti vestiti da sartoria (in disuso), ma puntualmente rattoppati ad ogni occasione. Un paese cui non conosce la vergogna e l’inopportunità coincidente con gli eventi temporali.
Per quanto riguarda i commissariamenti prefettizi, non hanno mai dato un chiaro segnale di affetto (com’è normale che sia in questi casi), alla città. Cercando sempre di fare i classici “professorini” di accademia che tra le parole e qualche atto, hanno causato solo un contesto di confusione rispetto alle reali esigenze sociali ed amministrative. Prendiamo un significato caso, i commissari del secondo scioglimento, sicuramente si presentavano bene, persone sicuramente intelligenti, vestiti bene e con molta cura della propria persona. Avevano dichiarato nella loro conferenza stampa finale del fine commissariamento che avevano risolto ogni contesa comunale e che il bilancio comunale era in pareggio economico. Dopo qualche mese che si era insediato Romeo, esce con un manifesto pubblico definito “operazione verità”, in cui evidenzia molte lacune e tanti buchi di bilancio, oltre ad una carenza di liquidità che a malapena riuscivano ad acquistare i sacchi della spazzatura per la raccolta delle erbacce. Per non menzionare un consistente debito con la società di erogazione dell’energia elettrica.
Adesso dopo l’ennesima cacciata di Romeo, si (re)insediano nuovamente i commissari che ad oggi, dopo un inizio di belle speranze con l’invito di associazioni (ove si scopre che sono numerosi. Fino ad allora nemmeno si conosceva l’esistenza) e partiti politici. Ad oggi, la situazione è sempre peggiorata e non si vede via di uscita in nessun senso. Le stesse problematiche ed un immobilismo che non vede luce dal tunnel. Gli stessi problemi e le stesse condizioni di disagio che questo paese si porta orami da quasi dieci anni.
Ed intanto, cosa si sa? Che Romeo ha fatto un ricorso al Tar, che il Comune (per tramite i commissari) si costituisce in giudizio contro il ricorso e che si sono formati in paese due fazioni, chi pro e chi contro i commissari. Romeo non parla, cerca ancora la lingua in una ricerca del tempo perduto, e si spera prima o poi arrivi una determinante “illuminazione”, e rompere il ghiaccio a questo macabro sospetto di intrecci politico-mafiosi che hanno portato al terzo scioglimento per infiltrazione mafiosa.
Tutto il resto è noia……