Image Image Image Image Image Image Image Image Image Image

TAURIANOVA (RC), MERCOLEDì 08 MAGGIO 2024

Torna su

Torna su

 
 

La lanterna di Diogene

La lanterna di Diogene

Siclari contro i Commissari. Pileggi contro Siclari. I Commissari contro Romeo. Ed il cane si mangerà la coda?

a cura di GIUSEPPE LAROSA

La lanterna di Diogene

Siclari contro i Commissari. Pileggi contro Siclari. I Commissari contro Romeo. Ed il cane si mangerà la coda?

 

a cura di Giuseppe Larosa

 

 

In questo lungo periodo di silenzio, ho osservato molto, seppur foglie morte e cadenti, preferendo stare zitto in attesa di nuovi orizzonti. Nel mentre del mio silenzio, apprendo di essere un “denunciatore anonimo” di batterie in disuso e rifiuti speciali. Lo ammetto sono uno che ci tiene alle sane condizioni ambientali, e prediligo la biodegradabilità specie in quelle cattiverie congenite che ancora tardano a smaltirsi. Ma questi, si sa, solo la verità può regnare ed essa avverrà con il tempo, che non bisogna mai dimenticare che è un giocatore avido che vince sempre senza barare. Ma è un discorso, questo, che tratterò in seguito con più accuratezza, tracciando linee generali in merito, sia a tinte fosche da noir che da gossip, bypassando per le “meretrici” di fatto e di etica. Ossia, quelle professioniste che ricevono favori lavorativi invece che denaro (che poi è un tutto incluso).
Ma riprendo ora, seppur con goliardia e insonne tristezza, in un altro e diverso tema, nell’apprendere lo scontro, all’interno del partito del “predellino” nella sua ingloriosa trasformazione, tra il veterano Fausto Siclari e Loredana Pileggi.
Mai, e dico mai, avrei immaginato di trovarmi in sintonia con quanto detto dal Siclari, in una condizione di sofferenza, la mia, quasi come una dermatite cronica. Non posso dire la stessa cpsa per la Pileggi perché leggendo bene (e con attenzione) il suo comunicato, più che una difesa nei riguardi dei commissari prefettizi, i quali penso, alla Pileggi poco importa di loro. È un vero e proprio attacco al Siclari ed alle sue cariche all’interno dell’oramai Fu (e non “siccome immobile”), partito berlusconiano. Una prova di forza o di esclusione del personaggio nonché di isolamento di una fitta schiera di corrente contro l’altra corrente, insomma, una sorta di scontro tra “spifferi”.
D’altronde chi ha letto Il libro dell’inquietudine di Pessoa, si ricorderà che «Noi non siamo che sfingi false e non sappiamo chi siamo realmente. L’unico modo di andare d’accordo con la vita è essere in disaccordo con noi stessi. L’assurdo è il divino».
E senza innalzare a livelli alti la condizione della diatriba, cerco di evitare sia per mia formazione che per idee politiche personali, associare ai due “sfidanti”, il termine “assurdo”, in quanto non voglio toccare tasti di condizioni divine.
Ma cosa ha detto il Siclari, semplicemente, come mai una relazione che ha sancito l’onta di un terzo scioglimento per infiltrazione mafiosa, evidenziava delle gravi responsabilità degli uffici comunali ed allo stesso tempo tutti i dirigenti vengono confermati da chi lo Stato ha inviato per “bonificare” l’Ente? O quello che c’è scritto è solo una forzatura per sciogliere il Comune oppure ci troviamo di fronte ad un teatro di pulcinella che questa città, nel suo complesso precario, non merita.
Io non sto ad analizzare quello che hanno riportato gli organi di stampa su Siclari dice una cosa e la Pileggi lo smentisce. Perché la Pileggi nella sua breve nota stampa, ha dedicato quattro righe a difesa della commissione straordinaria, ma ha concentrato il suo discorso sul fatto che Siclari non rappresenta il partito, in quanto sta per essere sciolto e che nei fatti, lui non conta più nulla. Senza girarci attorno, i commissari sono degli “utilizzati passivi” per porre in essere una sorta di condizione di isolamento nei confronti di Fausto Siclari, un tempo fedelissimo ed intoccabile della squadra dell’ex sindaco Biasi. Il vaso si è rotto ed i cocci stanno a terra.
Ma ritornando ai commissari, che molte volte, li ho considerati metaforicamente degli “estranei”, tengo a sottolineare che la loro azione incisiva, con tutto il rispetto dovuto alle Istituzioni, è di condizione scarsa ed insufficiente. Quando loro si sono insediati, sicuramente con buoni propositi hanno cercato il dialogo con tutti, ma poi si sa come succede nei paesi, si tende a farsi i fatti propri.
In attesa che Romeo, finalmente parli, speriamo che in questi mesi abbia acquisito la voce e che non sia anche lui affetto da qualche mal di pancia. Scopro che il Comune si è costituito in giudizio per il ricorso al Tar fatto dallo “sciolto” Romeo. Alcuni dicono che è un atto dovuto, io ho i miei dubbi. Non capisco che motivo c’era di farlo e perché spendere soldi, e quindi impegnare una spesa inutile. E mi chiedo, come mai gironzola in questi casi sempre lo stesso avvocato? Lo ricordo anche nella precedente terna commissariale del secondo scioglimento. Doyle disse che «È un errore confondere ciò che è strano con ciò che è misterioso».

N.B. La redazione mi dice che non posso scrivere il nome dell’avvocato (sempre presente), in quanto farei pubblicità occulta per una marca di tonno. Però, il tonno è buono.