Riflessioni a Taurianova, attorno ad un panettone ancora da tagliare
a cura di GIUSEPPE LAROSA
La lanterna di Diogene
Riflessioni a Taurianova, attorno ad un panettone ancora da tagliare
a cura di Giuseppe Larosa
La Commissione di accesso inviata a Taurianova dal prefetto di Reggio Calabria il 7 settembre scorso, ha chiesto una proroga di ulteriori tre mesi, così come consentito dalla legge. I motivi di questa “proroga” possono essere varie ed eventuali, tra cui, gli impegni del viceprefetto Crea, vista la sua nomina a commissario prefettizio di Locri. Oppure, la possibilità di svolgere altri accertamenti all’interno dell’Amministrazione comunale o magari, per essere certi che, un eventuale terzo scioglimento per condizionamento mafioso deve poggiare su basi certe ed acclarate. Considerando che, quando si insediò la commissione di accesso nel 2009 ci mise meno di due mesi per controllare oltre 5 anni di attività amministrativa. Ed ora, perchè dopo tre mesi (più un’ulteriore proroga), per controllare poco più di un anno di amministrazione Romeo? Considerando che fino al giugno 2011 c’erano stati i commissari prefettizi?
Cerchiamo di fare una riflessione basandoci su analogie con il passato, tralasciando per ora lo scioglimento del 1991 avvenuto in un momento storico particolare per la città. C’era una faida mafiosa in corso, decine di morti ammazzati ed una relazione scottante dell’allora Alto Commissario Domenico Sica. E, lasciando poi alle conclusioni di sorta postume, se la funzionalità della legge per lo scioglimento dei comuni sospettati di essere in odor di mafia, è risultata efficace ai fini della repressione mafiosa negli enti locali.
Nel 2009 leggendo il secondo decreto di scioglimento del Comune, ci sono alcuni episodi che in un certo qual modo ad oggi non hanno ragione di esistere oltre al fatto che, chi era stato incluso non fa più parte integrante dell’attuale realtà amministrativa, alcuni che avevano avuto delle accuse pesanti che hanno portato anche degli arresti come l’ex segretario comunale ed ex sindaco di Gioia Tauro, che ha affrontato un processo ed è stato prosciolto. Nella relazione della commissione di accesso erano stati inclusi due esponenti che oggi uno ricopre il ruolo di presidente del consiglio comunale e l’altro è un assessore, si tratta di Ninì Crea e di Rocco Coluccio, che avevano imputato per il primo, così come descritto anche da organi di stampa nazionale che, “nell’anno 1995 risulta deferito alla competente autorità giudiziaria per reati contro la pubblica amministrazione” e che poi faceva parte anche come assessore nel 1991 quando ci fu il primo scioglimento. Mentre il secondo, alcune “parentele” con persone detenute per mafia. Per il resto all’attuale Sindaco Domenico Romeo, gli era stata imputata una sorta di “continuità amministrativa” con la vecchia amministrazione che l’aveva preceduto. Poi, allo stato attuale, da ciò che si sa, non c’è altro.
Dopo lo scioglimento ci fu una ricorso al Tar da parte, non del Sindaco sciolto, ma dell’opposizione (sic!), che chiedeva l’annullamento dello scioglimento fatto dall’allora Ministro Maroni. Ed il Tar cosa risponde? Innanzitutto gli rigetta tutto come ben si sa, però, ci sono dei passaggi interessanti sul perché del rigetto. Prendiamo in esame un passaggio significativo, quando scrive che «Lo scioglimento dell’amministrazione locale è, dunque, dipendente dall’apprezzamento della debolezza di quest’ultima, ossia dalla sua insufficiente capacità di far fronte alla pressione delle consorterie mafiose, qualunque sia la causa di tale insufficienza e dunque anche nel caso in cui gli amministratori risultino essere stati oggetto di atti di intimidazione o violenza (…) che l’Ordinamento appresta per situazioni patologiche di compromissione del naturale funzionamento dell’autogoverno locale».
Quindi il comune fu allora sciolto anche e soprattutto per la carenza di “agibilità democratica” a seguito di attentati. Ma, considerando il passo del Tar riportandolo ai giorni nostri, ci sono stati altrettanti attentati di matrice più imponente rispetto al passato ai danni di amministratori, non dimentichiamo l’ordigno esplosivo di alto potenziale che uccise un cavallo di proprietà del sindaco oltre al danneggiamento di numerosi ettari di kiweto. Poi due volte l’invio di proiettili al consigliere di minoranza Giuseppe Rigoli e ad altri che orbitano nella scena politica taurianovese. Tutti quanti in un certo qual modo, come hanno dichiarato i diretti responsabili, siano da ricondurre alla loro funzione pubblica di amministratori. E quindi, come si procederà questa volta? Sempre “in teoria” dovrebbe esserci un terzo scioglimento se la giurisprudenza amministrativa abbia un senso ed un significato oggettivo.
Resta da capire perché si è insediata la commissione di accesso e come mai ha chiesto un proroga. Restano da capire le motivazioni per cui ancora non si è arrivati ad una conclusione delle loro “indagini” e soprattutto come mai c’è una discrepanza dei tempi rispetto alla precedente. Considerando anche che tra i componenti della commissione attuale c’è chi aveva fatto parte della precedente come il vicequestore aggiunto Ludovico. Cosa c’è di nuovo? E quello che c’era prima è stato acclarato? Perché la seconda commissione di accesso non annulla gli atti della precedente, li dovrebbe consolidare, in teoria.
Una cosa è certa, la legge sullo scioglimento dei comuni per infiltrazione mafiosa in Italia non funziona come avrebbe dovuto funzionare. Perché in primis non viene stabilito il concetto di “incandidabilità”, di tutti quei amministratori che in un certo qual modo entrano a far parte di uno scioglimento e poi si ritrovano nuovamente candidati, vincitori e ancora amministratori. E non basta approvare una legge c.d. di Sicurezza e quindi non renderla retroattiva e impedire solo la candidabilità per il turno elettorale successivo. Perché altrimenti ci ritroveremmo sempre a punto e daccapo.
E ci ritroviamo anche in un contesto “scenografico” in cui la politica locale resta inerme e silenziosa dinanzi agli eventi. Se non con le sequele interpellanze comunali che (solo) alcuni fanno al Sindaco, mentre per il resto il buio è fitto e l’instabilità politica ed amministrativa è costante.
Buon Natale…..