La lanterna di Diogene
Giuseppe Larosa | Il 16, Lug 2012
Cosa c’entra un angelo tra “imprudenza, imperizia e negligenza”?
a cura di GIUSEPPE LAROSA
La lanterna di Diogene
Cosa c’entra un angelo tra “imprudenza, imperizia e negligenza”?
a cura di Giuseppe Larosa
La giustizia è sempre una meta irraggiungibile quando ti senti coinvolto personalmente, ed il destino è solo un concetto di rassegnazione per quanto è accaduto.
La questione della sanità in Calabria, così come nel resto d’Italia, è sempre una ferita viva in questo paese perché in preda a condizioni di sfavorevole attenzione da parte di tutti e ci ritroviamo sempre a fare i conti con svariati casi di malasanità o di “sanità sbagliata ed erronea”.
Eschilo disse che «La bilancia della giustizia improvvisa oscura alcuni nella luce del giorno; altri attende nell’ora che il sole incontra la tenebra, e li copre l’affanno; altri avvolge una notte senza fine». Se tale questione parte da questo principio di “riconoscimento” insieme alla “crudeltà” degli eventi, è sempre tale quando bramiamo una giustizia che forse in molti casi ci è pure negata perché c’è un destino avverso che tende trappole in cui si cade con il rischio di non alzarsi mai più.
Questo per dire cosa? Semplicemente che quando abbiamo a che fare con casi i cui c’è un errore, una casualità o quello che è, saranno gli organi competenti a stabilirlo.
Ho trattato un caso di presunta “malasanità” quando è morto il povero Flavio Scutellà ed ho tratto come riflessione una posizione arrendevole e inerme di fronte a tali questioni. Leggo mentre scrivo un pezzo pubblicato da questo giornale, dove c’è stato un altro presunto caso di “malsanità” all’ospedale di Polistena in cui due medici, da come c’è scritto nel pezzo sono stati colpevoli di “imprudenza, imperizia e negligenza” nei confronti di una madre in attesa della propria gioia che si è trasformata in un inferno. Una vita sacrificata per un errore che ha compromesso la salute ed alcune funzioni neurologiche del piccolo Alessio. Cosa occorre dire in questi casi? Come riuscire a porre in secondo piano, sentimenti come la rabbia, l’ira accompagnati da un dolore non spiegabile a parole? Io non ci riesco umanamente ma cerco di far combaciare la mia calma con una freddezza distaccata altrimenti non riuscirei a concludere questo mio pensiero a causa del sudore e del tremolio delle mani per la rabbia che sta imperversando nella mia anima.
L’avv. Antonino Napoli assiste i genitori del piccolo e sfortunato Alessio ed afferma con una non poca preoccupazione che, «Quanto è emerso dalle indagini evidenzia un errore medico che impone riflessioni serie sulla sanità calabrese al di là del mero ed immediato giudizio di “malasanità”. I gravissimi ritardi del personale medico di Polistena impongo la realizzazione di strutture in cui vi siano condizioni per un parto ottimale, in sicurezza e preceduto da un’attenta valutazione di tutti i rischi». Per affermare tali parole di l’avv Napoli avrà sicuramente le sue ragioni e da quello che c’è scritto il pubblico ministero “ha disposto una serie di indagini ed una perizia, svolta nelle forme dell’incidente probatorio, che avrebbero accertato” delle responsabilità da parte del personale medico e che per questo saranno processati.
Qui non si sta ad entrare dentro ad un circolo vizioso dove delle semplici e umane riflessioni si vogliano sostituire ad un’aula di tribunale, né vorremmo condannare anzitempo chi in maniera presunta, si è reso colpevole di questa drammatica ingerenza, però un angelo caduto male in questo mondo è sempre un punto buio dell’esistenza. Non sto nemmeno ad unirmi ai tanti cori di dissenso e di disprezzo, per questa triste vicenda, che si sono formati in un famoso social network, perché la rabbia è immane e molto profonda. Ma spero e cerco di essere fiducioso che questo ennesimo caso possa risvegliare le coscienze del controllo, dell’ammodernamento di strutture integrandole semmai con altre che mancano come quello di una terapia intensiva neonatale. Ma soprattutto di non lasciare senza speranza i tanti genitori che desiderosi di avere un figlio che si affidano nelle mani di medici che hanno come mission la tutela della salute, ma che poi per qualche “imprudenza”, “negligenza” e “imperizia” quel paradiso di gioia di un bimbo che nasce non si trasformi in un inferno.
lalanternadidiogene@approdonews.it