Taurianova. Mentre continuava imperterrito il terzo millennio….c’era un “Cane bianco”
a cura di GIUSEPPE LAROSA
La lanterna di Diogene
Taurianova. Mentre continuava imperterrito il terzo millennio….c’era un “Cane bianco”
a cura di Giuseppe Larosa
“Ciao come stai? Ed allora, di quale coalizione fate parte a queste elezioni?” – e lui – “Io! Ma sei scemo? Non faccio parte di nessuna coalizione sono solo alleato con altri partiti (sic)”. “Ma il tuo partito che è di centro si rifà ai valori di don Sturzo?” – e lui (sempre lo stesso) – “Don Sturzo, e chi è? Io conoscevo solo la buonanima di don Enzo e l’arciprete don Alfonso di Jatrinoli (sic)”. Un dialogo realmente esistito. Ehm…praticamente…..volevo dire….che, finisce il decennio Biasi ed inizia l’avvento di Domenico Romeo che diventerà il nuovo sindaco di Taurianova. Correva l’anno 2007.
La città era ancora sotto pressione dalle scelte amministrative passate (Gioseta, Fons Nova, etc.), però molte cose, a dire il vero sono state fatte tra piazze, strade, spettacoli e concorsi per assunzione dei vigili urbani. Il tutto con regolare concorso e con assunzioni “trasparenti”. Nessuno credo sia stato raccomandato anzi, tutti hanno vinto per merito “sportivo” sul campo. E poi, come poteva essere diversamente visto che in quel periodo c’era come parte integrante della maggioranza lei, la donna della “Questione morale” e la “componente della commissione parlamentare antimafia”? Sarebbe solo un’eresia, semplicemente a pensarlo (sic). Però a discapito di tutto, fossi in loro ossia dei vincitori, e ripeto, nessuno escluso, un ringraziamento “infinito” glielo farei all’amministrazione Biasi perché magari, chissà, adesso dove sarebbero e cos’avrebbero fatto….”semmai” non ci fosse stato quel concorso…….. ah, santo Biasi (santo in minuscolo), c’è gente ingrata in questo mondo che si permette anche di sputare sul famoso piatto……
Un caldo afoso opprimeva la città, a due settimane dal Corpus Domini, una città in fibrillazione si apprestava a rivivere i momenti che erano stati interrotti a marzo da uno scioglimento prefettizio per “la legalità violata” e dopo tre mesi di commissariamento i motori si scaldavano, ma erano in un certo qual modo un po’ “smarmittati”. Più che elezioni era una “retata” contro un sultano, così definito per convenienza, ossia, non consentire più a Biasi di riprendersi il palazzo comunale. Nessuno gareggiava per vincere e fare la sua elezioni, ma per non far vincere Biasi (o chi per lui). Ma chi erano i competitori di questa gara, molto sudata sin dagli inizi? Si parte sempre dalla solita tiritera della “salute pubblica” promossa dall’on. Angela Napoli che oramai è quasi priva di credibilità tant’é che chi entrava dentro a fare le riunioni usciva ridendo anche su egli stesso. Come per dire, ci andiamo a spassare il tempo in quanto abbiamo dieci minuti liberi da perdere. Alla fine dalla salute pubblica esce un “saluto militare” rappresentato da un colonnello in pensione a candidato a sindaco ed importato dall’Umbria: Luigi Gullace.
L’altra novità stava nel centroSinistra, molto interessante e ambiziosa come candidata a sindaco nella persona dell’ex Ds Angela Marafioti. Fece una bella campagna elettorale basata sui programmi, sulle idee condivise ma soprattutto incentrata sulla corretta civiltà dei rapporti e del dialogo costruttivo….ed ebbe una bella soddisfazione, ponendo una parte delle fondamenta per un futuro virtuoso per tutto il centrosinistra….peccato che poi, con il passare del tempo si è persa per strada….e mai più ritrovata quella via. Peccato!
Ma Biasi c’è? E meno male che Biasi c’è! Ma non lui, addirittura un nipote di Olga Macrì e della buonanima di don Ciccio, si chiama Placido Orlando. Il mondo si è capovolto ed il futuro non è più quello di prima disse Valery. La coalizione che reggeva Orlando era una nutrita squadra di portatori di voti virtuosi, il tutto condito dall’esperienza di un “leader” che era un veterano nelle competizioni elettorali, perché quando saliva sul palco oltre a farsi uscire le vene dal collo per le grida, mandava via chi condivideva quella scena, fosse anche il candidato a sindaco stesso.
Ed infine, eccolo, lui che dopo tanto faticare come un bimbo che non vorrebbe mai uscire dal grembo di una madre, ed è per questo che è necessario un parto cesareo: Domenico Romeo figlio del già sindaco Marcello e cugino della nota famiglia Macrì. Il passato (che sembrava oramai dimenticato) che ritorna, ma soprattutto si (ri)contende la poltrona di sindaco. Retto da una “coalizione (ossia da un gruppo di partiti alleati per le elezioni)”, in cui c’è anche l’Udc della dottoressa Olga Macrì. Quella lista aveva candidati fortissimi, ma non vedrà mai la “luce elettorale” perché, si dice, qualche “gelida manina” che accidentalmente procurò un errore nella presentazione della lista fece in modo che l’Udc fosse esclusa dalla competizione elettorale. C’era un sospetto reale all’epoca, ma sì delle malelingue, che dicevano che il tutto era stato fatto ad hoc per invalidare tutta la coalizione affinché Romeo non andasse per nulla alle elezioni. Che gente cattiva va a pensare queste cose! Ma poi la giustizia trionfa sempre ed è così che c’è voluta quella amministrativa per mettere le cose, abilitando Domenico Romeo a presentarsi ed a competere alla carica di Sindaco, però senza la lista dell’Udc (sic). Ma lui, nonostante i “dobbiamo fare un passo indietro” ce l’ha fatta….
Che bei discorsi, che bei comizi soprattutto specie quando qualcuno alla fine, preso dalla foga nella lettura del discorso gridò ad alta voce “Applauso”….non è una barzelletta!
Dopo un’accesa campagna elettorale si va al ballottaggio, e i due contendenti sono Placido Orlando che non vince al primo turno per una manciata di voti e Domenico Romeo. Per Romeo sembra un’ardua impresa rimontare un così enorme distacco (di oltre mille voti), e tra invettive e insulti come anche mea culpa e qualche “cretino” volato dai palchi, a Romeo gli riesce l’ardua impresa. Mentre si votava nelle urne, la coalizione perdente si faceva la processione del Corpus Domini (mancava solo la fascia tricolore), quasi come per dimostrare che avevano vinto e che il ballottaggio fosse solo una formalità. Ma Romeo ha rimontato ed ha vinto. Il Corpus Domini non ha portato bene.
A tutti consiglio un libro di Romain Gary, “Cane Bianco”, in un passaggio c’è scritto queste testuali parole «Mai, nel corso della storia, l’intelligenza è giunta a risolvere i problemi degli uomini, se la loro più intima natura è la Stupidità. Li ha aggirati, se l’è cavata con l’abilità o la forza, ma nove volte su dieci, quando già l’intelligenza riteneva di aver vinto, ha visto spuntare tutta la potenza dell’immortale Idiozia».
Da quel momento in poi le cose cambiano, molti degli accoliti ed i lacchè di Biasi passano con Romeo, alcuni dicono che “noi abbiamo votato sempre Romeo” e magari, gli stessi dietro qualche angolo dicevano le peggiore cose che mai avresti voluto sentire. Taurianova è anche questa.
Ed ora che arriva il bello, specie quando si è dovuta formare la nuova giunta amministrativa. Bisogna dare una svolta innovativa, è inevitabile non c’è altro da fare. Occorre dare un segnale forte e tangibile al paese, ossia fare una giunta di alte professionalità e di acclarate capacità amministrative. Gente nuova, ci vuole gente nuovissima! Ed ecco che Romeo vara la sua giunta, il nuovo che avanza è rappresentato da Francesco Sposato e Francesco Demarco!!! Il resto invece? Tutti ex di Biasi e qualche residuo bellico tra giunta e presidenza del consiglio comunale. Signori, che lo spettacolo abbi inizio, perché da lì, il fuoco farà il suo cammino naturale, si è passato direttamente alle ceneri. Meno male che Biasi c’è, parafrasando un inno molto caro al ragazzo con il sorriso, ed aggiungo a questo punto, meno male che Biasi c’è stato, almeno ha lasciato in eredità una classe dirigente buona per ogni stagione!
Il resto alla prossima…fino ai giorni nostri nell’ultima tappa, percorrendo la seconda stella a destra e poi dritto fino al mattino….semmai ci sarà quell’isola che non c’è.
4. (continua….)
lalanternadidiogene@approdonews.it