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La Giovane Italia reggina contesta la decisione di affidare alla Bindi la presidenza della Commissione antimafia

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“La manovra attuata ci sa tanto di lotta interna al Partito Democratico in vista del prossimo Congresso, che punta a far sopravvivere e dunque evitare l’estinzione dei dinosauri democratici voluta dal favorito Matteo Renzi”

La Giovane Italia reggina contesta la decisione di affidare alla Bindi la presidenza della Commissione antimafia

“La manovra attuata ci sa tanto di lotta interna al Partito Democratico in vista del prossimo Congresso, che punta a far sopravvivere e dunque evitare l’estinzione dei dinosauri democratici voluta dal favorito Matteo Renzi”

 

 

Riceviamo e pubblichiamo:

Potrà sembrare anomalo, ma nonostante i problemi in cui versa la nostra città, ultimo la riapparizione dei rifiuti nelle strade, l’incontro tenutosi ieri dalla Giovane Italia di Reggio Calabria presso la propria sede ha visto tra le discussioni quello dell’ormai nota vicenda dell’elezione a Presidente della Commissione Parlamentare Antimafia Rosy Bindi. Perché, tra un’emergenza ed un’altra, ci è sembrato opportuno dedicare una certa attenzione a quella che a nostro avviso è comunque un segnale di pericolo, vale a dire far perdere di credibilità ad un’istituzione e di conseguenza ad un intero Paese, già di per sé scarsamente considerato. Quella antimafia è una commissione di grande rilievo, non per i poteri che possiede, anzi limitati, ma per la funzione di garanzia e simbolo della lotta alla criminalità organizzata che incarna da sempre. E’ per questo che in passato, vedi da ultimo l’attuale Presidente del Senato Grasso, la presidenza è stata attribuita a personalità ritenute imparziali dal punto di vista politico ed autorevolmente impegnati nella diffusione della cultura della legalità. Avremmo sull’argomento potuto fare parecchia satira, rifacendoci magari a qualche simpatico post dei social, ma reputiamo serio ed alquanto preoccupante l’aver voluto “regalare” ad un soggetto come la Bindi un ruolo di cotanto peso sociale. Non ci rifacciamo alla pessima figura che l’esponente democratico ha donato al suo PD alle ultime elezioni candidandosi in Calabria come capolista alla Camera dei Deputati, dovendosi in seguito dimettere da Presidente del partito per le risapute vicende del Colle, e neppure alle violente gaffe concepite anche in campagna elettorale e culminate con il palese maltrattamento del giornalista reggino Monteleone. La questione è molto più importante, di sostanza, quella che manca al neo Presidente della commissione parlamentare, perché nella sua carriera politica (fatta anche di grandi parentesi ministeriali) Rosy Bindi si è limitata ad una cattiva amministrazione della cosa pubblica, dimenticandosi persino di inserire nella propria agenda la parola antimafia. La manovra attuata dunque ci sa tanto di lotta interna al Partito Democratico in vista del prossimo Congresso, che punta a far sopravvivere e dunque evitare l’estinzione dei dinosauri democratici voluta dal favorito Matteo Renzi.
L’Italia non è a disposizione del PD; siamo sempre stati convinti che il nostro Paese ha bisogno in questa fase di un Governo, anche di larghe intese. L’elezione della Bindi però mette a dura prova la maggioranza e può, e forse deve, essere il motivo decisivo per far cadere l’esecutivo Letta, evitando così che anche l’ultimo baluardo antimafia diventi l’ennesima bagarre politica.
Luigi Amato
Presidente Prov. Giovane Italia
Biagio Giusta
Dirigente Regionale Giovane Italia