Image Image Image Image Image Image Image Image Image Image

TAURIANOVA (RC), LUNEDì 29 APRILE 2024

Torna su

Torna su

 
 

La Fiamma reggina ricorda Paolo Borsellino

La Fiamma reggina ricorda Paolo Borsellino

“Non vogliamo cadere nella retorica e nella demagogia. Preferiamo onoralo con la nostra azione quotidiana, sia sul piano personale che su quello politico. Di comunicati ne scriviamo uno solo, in occasione dell’anniversario della sua morte”

La Fiamma reggina ricorda Paolo Borsellino

“Non vogliamo cadere nella retorica e nella demagogia. Preferiamo onoralo con la nostra azione quotidiana, sia sul piano personale che su quello politico. Di comunicati ne scriviamo uno solo, in occasione dell’anniversario della sua morte”

 

 

Riceviamo e pubblichiamo:

Sono trascorsi ormai vent’anni esatti da uno degli eventi più drammatici che hanno scosso la storia del nostro paese. La strage di via d’Amelio, in cui ha perso tragicamente la vita il giudice Paolo Borsellino assieme agli uomini della sua scorta, rappresenterà per sempre, nell’immaginario collettivo degli italiani, una evento tragico che rimarrà incancellabile nella nostra memoria. In quei giorni si è consumata quella che ormai oggi è quasi riconosciuta come una strage di Stato all’interno di una vergognosa trattativa che pezzi deviati dello stesso Stato, rappresentati da uomini vigliacchi ed infami, si apprestavano a concludere con Cosa Nostra per porre fine al clima di feroce violenza mafiosa che come una cappa di fumo pericoloso stava opprimendo non solo la Sicilia ma l’intero Paese. Si, perché quell’evento è il triste epilogo di una vicenda al cui interno c’era tutto ed il contrario di tutto. C’era il bene e c’era il male. C’erano tanti interessi, di varia natura; c’erano delinquenti con la coppola in testa e con la ventiquattrore; criminali con la lupara che vivevano e agivano in campagna e nelle strade di numerose città ed altri che operavano indisturbati all’intero degli apparati istituzionali; c’erano esponenti delle forze dell’ordine, della politica e della magistratura, collusi con la mafia e con i poteri oscuri. Ma, all’interno delle stesse istituzioni, c’erano anche grandi uomini, dall’indiscutibile statura morale e dalla più che provata fedeltà nei confronti dello Stato. C’erano giudici, poliziotti, carabinieri, politici, giornalisti che hanno dato un contributo fondamentale alla lotta contro la criminalità organizzata. E c’era un uomo che, non solo si indignò dinanzi alla richiesta di scendere a patti con la mafia, ma oppose il suo netto rifiuto, continuando a fare l’impossibile per giungere alla verità, nonostante sapesse che il tempo a sua disposizione ormai stava esaurendosi e che lui sarebbe stato il prossimo a morire, dopo il suo amico e collega Giovanni Falcone. Qualcuno lo aveva tradito, ma nonostante ciò, lui continuò sulla strada di sempre.

Su Paolo Borsellino si potrebbe scrivere per ore, sulla sua vita da magistrato, sulle sue inchieste, sulla sua attività pubblica, sulla sua vita privata. Sempre e comunque riusciva ad essere un esempio. Ogni anno, in occasione dell’anniversario della sua morte, il numero dei comunicati in suo ricordo e di attestati di stima e di rispetto è incredibile. Ed è incredibile che ogni anno siamo costretti ad ascoltare o leggere sempre le stesse parole. Noi militanti del MSI-Fiamma Tricolore non vogliamo cadere nella retorica e nella demagogia. E’ facile elogiare Borsellino, sempre più difficile comportarsi come lui. In una società sempre più in crisi, dal punto di vista morale a quello politico, da quello economico a quello sociale, verrebbe da chiedersi che posto hanno assunto le sue parole, i suoi appelli, le sue richieste. Probabilmente sarebbe il caso di scrivere meno comunicati, di evitare parole altisonanti e rivendicazioni di circostanza che non servono a nulla se non a coltivare orticelli e interessi personali. Come da evitare sono senza dubbio le strumentalizzazioni della sua persona. Ed è quello che noi militanti del MSI-Fiamma Tricolore, seppur con titubanza, abbiamo deciso di fare. Preferiamo onoralo con la nostra azione quotidiana, sia sul piano personale che su quello politico. Di comunicati ne scriviamo uno solo, in occasione dell’anniversario della sua morte. Ricorderemo per sempre il giudice Paolo Borsellino, quello che ci ha insegnato e tramandato. Ricorderemo il camerata Borsellino, ma soprattutto l’uomo, nella consapevolezza che quello che lui ha fatto, i suoi valori e principi di vita, la sua visione della vita, della società e dello Stato, possono aiutare ad intraprendere la giusta direzione in ogni ambito della vita. Nei tempi odierni, egemonizzati da falsi modelli di vita, dall’individualismo, dalla convenienza, dall’arrivismo e dall’opportunismo, trovare uomini che fanno della legalità, della trasparenza, dell’onesta e del rispetto principi cardine della propria vita è sempre più difficile, quasi impossibile. Per questo Borsellino resterà nella nostra memoria come uno di quei pochi uomini che hanno avuto il coraggio di restare in piedi tra le rovine. Lui sapeva che era rimasto l’ultimo e che sarebbe morto, sapeva che era stato da alcuni abbandonato e tradito, da altri addirittura venduto perché, in nome dell’accordo tra mafia ed apparati deviati dello Stato, per lui, che era un ostacolo, non c’era posto. Borsellino era diventato pericoloso ed andava eliminato. È per questo, e per tanto altro ancora, che noi militanti del MSI-Fiamma Tricolore di Reggio Calabria, nel giorno del ventesimo anniversario della sua morte, ricorderemo Paolo Borsellino con profondo rispetto e con tanta umiltà d’animo, e lo ricorderemo come un uomo che ha deciso di vivere come un legionario, percorrendo soltanto le vie tracciate dall’onore, lottando e non essendo vile mai, lasciando agli altri le vie dell’infamia. Un uomo che, piuttosto di vincere per mezzo di un infamia, ha preferito cadere lottando sulla strada dell’onore.

Luigi Iacopino – responsabile giovani Fiamma Reggio