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TAURIANOVA (RC), MARTEDì 30 APRILE 2024

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La crisi (in)civile della giustizia

La crisi (in)civile della giustizia

Le riflessioni dell’avvocato Cardona sui malesseri cronici della giustizia

La crisi (in)civile della giustizia

Le riflessioni dell’avvocato Cardona sui malesseri cronici della giustizia

 

 

Dracone giurista e politico ateniese, primo legislatore dell’antica Atene, noto per aver inserito nel mondo greco il primo codice penale della storia, tanto che la durezza e la severità delle sue leggi hanno dato origine ad espressioni come ad esempio leggi draconiane o punizione draconiana, nel 621 a.C. vietò ai suoi concittadini di vendicarsi privatamente i torti subiti.
Sicché la prima regola giuridica che Atene doveva imporsi per divenire uno Stato, non poteva essere che quella di garantire la convivenza civile, precludendo il sistema della vendetta privata.
Il controllo della vendetta privata è il momento che segna la nascita del diritto e la ragione fondante che ne giustifica la sua esistenza.
Oggigiorno la drammaticità della crisi della giustizia civile è pesantemente avvertita non solo dagli operatori del diritto, che ne tastano con mano quotidianamente le gravi conseguenze, ma soprattutto dai cittadini.
La giustizia riscontra, in effetti, una sempre più crescente situazione di degrado delegificante, tale da temere che il cittadino, privato della effettiva tutela dei suoi diritti, possa ricorrere ad altri sistemi alternativi non sempre e propriamente leciti.
L’amministrazione della giustizia deve costituire funzione dello stato di fondamentale e primaria importanza sociale e il costituzionale diritto di difesa deve essere garantito, per cui costituisce un onere inammissibile per il cittadino ogni imposizione di carattere fiscale limitante il diritto di difesa.
I recenti e continui aumenti degli oneri fiscali (marche da bollo, contributo unificato ed adminicula vari), conculca tali diritti e viola l’art.3 della Costituzione in virtù del quale andrebbero rimossi gli ostacoli di ordine economico che ne limitano l’uguaglianza dei cittadini dinanzi alla legge.
Pertanto, si arguisce come l’onere finanziario dello Stato per un così fondante e costituzionale servizio, ricade sempre ed inesorabilmente sul cittadino e sull’avvocato che di quest’ultimo ne è l’interprete essenziale e insostituibile.
La giustizia in definitiva va considerata come un servizio da rendere alla società.
Jhering nel 1872, in un saggio molto importante e famoso intitolato “La lotta per il diritto”, richiama l’impegno alla lotta che ogni cittadino deve assumersi per comprimere l’arbitrio e le nefandezze dei governanti che barattano il potere a scapito della giustizia equa ed accessibile.
Siamo tutti eticamente obbligati a una attenzione profonda alla vita sociale ponendo in evidenza ed ispirando uno stile capace di inculcare fiducia in una giustizia migliore anche attraverso una mobilitazione generale avente ad oggetto il ripristino della legalità.
La storia patria, del resto, è piena di moniti in tal senso.
Concludendo meglio leggi tecnicamente imperfette applicate con buona coscienza e nel rispetto della morale dei galantuomini, che leggi perfette applicate con cattiva coscienza.
“Quando a un uomo è negato il diritto di vivere la vita in cui crede, questi non ha altra scelta che diventare un fuorilegge”. Nelson Mandela, Lungo cammino verso la libertà