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La Bussola: “Di banchi alimentari che operano su Cassano ce ne sono già due”

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“I bisogni della fascia sociale a rischio non riguarda solo gli alimenti”

La Bussola: “Di banchi alimentari che operano su Cassano ce ne sono già due”

“I bisogni della fascia sociale a rischio non riguarda solo gli alimenti”

 

 

Riceviamo e pubblichiamo:

Cari cittadini, non fatevi ingannare. Di banchi alimentari su Cassano ne operano già due. Facciamo un po’ di storia. “Uno – fa notare Andrea Selvaggi – viene gestito direttamente dalla Caritas ed ha come riferimento il banco alimentare della CEI. L’altro si trova a Montalto e ad esso, oltre che le associazioni del cassanese, si appoggiano anche quelle degli altri comuni della zona. Di Cassano, ad esempio, per citarne una, vi opera in collaborazione il Movimento per la vita”. “Non solo – continua Selvaggi – le altre associazioni di volontariato vero presenti sul territorio sul territorio fanno da sé la raccolta degli alimenti e li distribuiscono alle famiglie bisognose”.

In questi ultimi mesi, chi come noi, come chi opera nel settore dei servizi sociali, l’assessore alle politiche sociali uscente (Pescia) e le associazioni che operano nel sociale, abbiamo fatto un esperimento cercando di mettere tutto ciò in rete e che fa capo al volontariato. Questo ha messo in rete i coordinatori di queste iniziative per risolvere determinate situazioni di disagio”. Ma c’è di più: “La nostra proposta è quella di istituire non solo un coordinamento ma uno sportello unico di ascolto che debba essere sia fisso che mobile girando tra la gente, non solo recependo gente ma che cerchi situazioni di disagio. Iniziativa che sia a costo zero e garantito dalle associazioni vere di volontariato, in concomitanza con i servizi sociali. Il problema non è solo quello del cibo, ma bisogna trovare avvocati, medici, vari soggetti ed istituzioni per dare un vero aiuto a chi ha bisogno, il cibo è il problema minore. Il tutto lasciando la chiesa al suo ruolo originario di dedizione alle opere di carità e integrandosi col nostro senza snaturarne l’operato”. “Non pensavamo – ha concluso Selvaggi – di dover portare sui palchi e sulla stampa queste situazioni. Tutto ciò che viene fatto con il banco alimentare rimane nell’ombra, ci si va cauti perché sono situazioni difficili e chi è costretto a ricorrere ad una misura del genere non si sognerebbe mai di farlo apertamente e pubblicamente. Anzi, molte di queste persone, per rispetto di loro stessi, non si avvicinano nemmeno a questo servizio. Noi abbiamo posto le basi di un lavoro che dia risposte continue e non risolvere le singole emergenze”.

Movimento La Bussola

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