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TAURIANOVA (RC), VENERDì 26 APRILE 2024

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Italiano morto in Francia: il ministro Kouchner, faremo il possibile

Italiano morto in Francia: il ministro Kouchner, faremo il possibile

Daniele Franceschi trovato morto nella sua cella

Italiano morto in Francia: il ministro Kouchner, faremo il possibile

Daniele Franceschi trovato morto nella sua cella

 

NIZZA – Non e’ morto per violenze fisiche Daniele Franceschi, 31 anni, carpentiere di Viareggio (Lucca), trovato cadavere in una cella dell’istituto di pena di Grasse, in Francia, il 25 agosto. Lo dicono i medici legali nominati dalla procura francese, che hanno eseguito l’autopsia all’Hopital Pasteur, lasciando trapelare la possibilita’ che ad ucciderlo sia stato un infarto.

Ma anche cosi’, la morte di Daniele e’ comunque cosa oscura e soprattutto ambigua, perche’ di contraddizioni ce ne sono state tante, troppe. A fare chiarezza provera’ un’ulteriore inchiesta affidata ad un giudice istruttore, mentre il ministro degli Esteri Bernard Kouchner assicura: ”faremo il possibile” per arrivare alla verita’.

I perche’ della morte di Daniele devono essere ancora risolti: se ne dice convinto il console italiano a Nizza, Agostino Chiesa Alciator, discendente di uno dei piu’ illustri giuristi del ‘500 che annuncia, in una conferenza stampa tenuta oggi, la ”puntuale, costante, tempestiva cooperazione tra autorita’ italiane e francesi”.

Una cooperazione che ha portato il procuratore generale di Nizza Jean Michel Caillion ad affermare che una ulteriore inchiesta si fara’. Non una nuova inchiesta, viene precisato, ma una ‘ulteriore’ inchiesta rispetto a quella condotta dalla procura ed affidata a un giudice istruttore, Sandrine Andre’. Un’inchiesta che prende le mosse proprio dai risultati dell’autopsia (per ora si tratta di un ‘report’ orale, per quello scritto ci vorra’ ancora tempo) in base ai quali ”viene esclusa qualsiasi forma di natura traumatica” alla base della morte di Daniele, ma che dovra’ valutare anche gli esami sul muscolo cardiaco dell’uomo e le analisi tossicologiche di altri organi. Dunque: con tutta probabilita’ Daniele e’ morto per un infarto, ma vi sono perplessita’ e domande alle quali non viene ancora fornita una risposta dalle autorita’ francesi.

La prima domanda e’: perche’ all’autopsia non e’ stato ammesso il medico legale di parte, il professor Lorenzo Varetto, considerato uno dei massimi esperti in anatomopatologia forense? E poi: perche’ non e’ stato incluso, nelle carte dell’inchiesta del Parterre, anche il tracciato cardiologico effettuato la mattina del 25 agosto, poche ore prima della morte, quando Daniele accuso’ un forte dolore al petto? Perche’ alla madre, Cira Antignano, e’ stato detto che Daniele e’ stato trovato morto sulla branda e durante l’inchiesta invece e’ stato detto che Daniele era caduto morto dalla branda? Perche’ Daniele, che aveva delle gravi patologie pregresse, e’ stato riportato in cella dopo l’esame cardiologico? Domande finora senza risposta e si perdono in quel ‘pas d’interference etrangeres’ (nessuna interferenza straniera) contro il quale si e’ scontrato l’avvocato francese della famiglia Franceschi, Jean Francois Gonzales.

La mamma di Daniele molto si aspetta dall’incontro che avra’ domani a Roma con il ministro Frattini, al quale prendera’ parte anche il sindaco di Viareggio Lunardini. La Farnesina e’ sempre stata vicinissima alla famiglia di Daniele e in costante contatto con le autorita’ francesi tramite il console Chiesa. Questo ha portato oggi il ministro degli esteri francese Kouchner a dire – commentando l’esortazione del collega Frattini a ”cercare la verita”’ sulla morte di Franceschi – che ”tutto quello che potremo fare per andare incontro alle autorita’ italiane e per far luce su questa vicenda dal punto di vista umano e scientifico sara’ fatto”.

Riguardo, poi, all’ipotesi di una seconda autopsia da compiere in Italia, le autorita’ francesi hanno fatto sapere che questo ”e’ un diritto” che i parenti potranno esercitare una volta che il corpo sara’ rimpatriato. Ma a prescindere dalle cause della morte, i legali della famiglia Franceschi stanno valutando la possibilita’ di fare ricorso alla Corte di giustizia europea per ”far luce sul trattamento del detenuto”.