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TAURIANOVA (RC), LUNEDì 06 MAGGIO 2024

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Istat, 5 milioni di persone in povertà: Calabria la più povera La responsabilità drammatica della politica

Istat, 5 milioni di persone in povertà: Calabria la più povera La responsabilità drammatica della politica
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Prefazione “Quaggiù la povertà è vergogna che nessun merito lava; è delitto non punito dalle leggi, ma perseguitato più crudelmente dal mondo”(Ugo Foscolo)

Questo paese è diventato una macelleria sociale. Gli ultimi dati Istat lo confermano implacabilmente e c’è poco da stare sereni. «Nel 2017 si stimano in povertà assoluta 1 milione e 778mila famiglie residenti in cui vivono 5 milioni e 58mila individui; rispetto al 2016 la povertà assoluta cresce in termini sia di famiglie sia di individui». Un record dal 2005. Più di un milione degli individui in questa condizione sono minori. Il rischio cresce all’aumentare dei figli under 18.
Sapere che oltre 5 milioni di persone in Italia vivono in povertà assoluta, è un coltello che squarcia il cuore. Perché mentre osserviamo il mondo da una finestra, sotto quella finestra c’è qualcuno che desidera un pezzo di pane. Sono cifre drammatiche per incidenza sulle famiglie che per individui. In questo paese democratico dove si becca per una squadra di calcio, per un politico o pseudo tale o per scrivere coglionate in un social, in quegli stessi istanti ci sono essere umani che non hanno un pezzo di pane da mangiare. E la cosa che è ancora più grave che ci sono dei minori che non si sa come far crescere, solo in termini di alimentazione.
E come al solito chi spunta quando ci sono dati tremendi? Lui, come una iena tra le carogne per trarre qualche spicciolo di consenso, il Matteo leghista (e ahimè) Ministro della Repubblica, “I dati usciti oggi sugli oltre 5 milioni di persone che vivono in povertà assoluta mi confermano nella giustezza dell’obiettivo che ci siamo dati con tutto il governo ovvero mettere al centro gli italiani e dare priorità assoluta alle loro necessità”. Standing pietoso!
La povertà in Italia ha purtroppo, e la cosa non è una sorpresa, l’incidenza maggiore al Sud. Il Mezzogiorno secondo l’Istat ha tale condizione di una persona su dieci. “L’incidenza della povertà assoluta aumenta sia per le famiglie (da 8,5 per cento del 2016 al 10,3 per cento) sia per gli individui (da 9,8 per cento a 11,4 per cento) a causa soprattutto del peggioramento registrato nei comuni fino a 50mila abitanti (da 5,8 per cento a 10,1 per cento) e nei Comuni più piccoli fino a 50 mila abitanti (da 7,8 per cento del 2016 a 9,8 per cento)”.
Dati drammatici che fanno riflettere specie se ci guardiamo intorno e di colpo nascono molti perché. Ad esempio, com’è possibile che in un paese a forte incidenza di povertà hanno tutti uno smartphone di ultima generazione dal costo di svariati centinaia di euro? O come mai, anche nei nostri paesi, vista l’enorme disoccupazione c’è un tasso elevato di automobili nuove e ognuno ha un tenore di vita non consono alle proprie entrate? Occorre considerare insieme a questi dati anche il “sommerso”, ovvero quella fascia che risulta povera, ma che povera non è, e ciò va a discapito di chi è povero e soffre questa condizione di assoluta drammaticità.
La povertà toglie la dignità all’essere umano. E questa è una piaga che insieme ad altre rischia di far proliferare quella che in gergo viene definita, criminalità organizzata, ‘ndrangheta, mafia, cosa nostra e quant’altro che nella disperazione questi criminali assoldano manovalanza.
Infine, “a testimonianza del ruolo centrale del lavoro e della posizione professionale, la povertà assoluta diminuisce tra gli occupati (sia dipendenti sia indipendenti) e aumenta tra i non occupati” e inoltre, si confermano le difficoltà per le famiglie di soli stranieri: l’incidenza raggiunge il 34,5%, con forti differenziazioni sul territorio (29,3% al Centro, 59,6% nel Mezzogiorno)”.
Così è, e così nascono i drammi che si vivono in carestia di dignità e di umanità.