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TAURIANOVA (RC), GIOVEDì 25 APRILE 2024

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Invito a donare organi e tessuti Il Dr. Pino Pardo, Trapiantato Del Rene, In Sinergia Con A.I.D.O. E A.N.E.D. Appello Alle Istituzioni Ed Alla Società Civile

Invito a donare organi e tessuti Il Dr. Pino Pardo, Trapiantato Del Rene, In Sinergia Con A.I.D.O. E A.N.E.D. Appello Alle Istituzioni Ed Alla Società Civile

Riceviamo e pubblichiamo

Un giovane ventottenne, a Siena, alla guida di una moto, in un soleggiato pomeriggio di primavera, muore per trauma cranico a seguito d’incidente stradale. I genitori decidono fare dono degli organi del loro figlio e un rene di quel ragazzo viene a me donato e trapiantato dalla straordinaria équipe di Medici del Centro Trapianti Renale ARNAS – Civico di Palermo.
Sono grato al papà ed alla mamma del giovane che, nonostante il peso della tragedia subìta, hanno deciso di donare gli organi del figlio.
Riconoscenza al Dott. Antonio Amato, gentiluomo cui va il mio apprezzamento più sincero per la precisione, competenza e gentilezza nelle cure post-trapianto e tuttora mia sicura guida.
Grazie di cuore al Dott. Rosario D’Amore per il Suo valido aiuto nel seguirmi – nelle cure prescritte in follow-up periodico – qui dappresso nel Centro Dialisi di Taurianova (RC).
Ora una “parte” di quel giovane uomo vive – realmente – nel mio corpo perché ho creduto nella bellezza dei miei sogni e poiché la gratitudine è sentimento che coltivo nel mio cuore, quotidiano è il mio pensiero nel ricordare il donatore che mi ha ri-dato Vita e permesso di passare dalla sofferenza al trionfo della gioia! E così ho ripreso in mano la mia Vita!
Dalla bella storia di solidarietà appena ora narrata, ho avuto molto ed è mio ardente desiderio dare molto, per cui il mio impegno – sull’argomento dialisi, donazione organi e trapianti – è tenace, fervido e costante, quindi mi sento in dovere:
• di richiamare l’attenzione sul problema di grande rilevanza sociale: la donazione di organi e tessuti, a scopo di trapianto terapeutico, come atto di civiltà e dovere morale;
• di ringraziare, in tutti i suoi Componenti, l’A.I.D.O. (Associazione Nazionale Donatori Organi Tessuti e Cellule) per la fondamentale opera meritoria di già svolta e che continuamente svolge;
• di sottolineare, tra l’altro, l’azione dall’ANED (Associazione Nazionale Emodializzati) per la campagna di sensibilizzazione promossa sulla donazione e trapianto di organi come cultura di vita.
Grazie al progresso scientifico, la donazione ed il trapianto rappresentano una concreta speranza di vita per molte persone gravemente malate, destinate a una morte prematura.
In Italia disponiamo di Centri Trapianto d’eccellenza che assicurano risultati qualitativi ottimi, ma non riusciamo a soddisfare il fabbisogno per la carenza di tessuti e organi da trapiantare perché manca, ahimè, la cultura della donazione. L’organo va offerto come un dono prezioso, e non come un dovere imposto perché dare gioia dà anche gioia: sembra impossibile finché non viene donato!
Il problema principale è la carenza di organi, dovuta alla richiesta crescente di trapianti ed alle lunghe liste di attesa. Gli organi donati – meravigliosa dimostrazione di altruismo sono quindi provvidenziale risorsa che nelle mani del Medico – danno “nuova” speranza di vita ai fortunati pazienti idonei al trapianto.
Ci sono malati in dialisi da molti anni, le primavere sfioriscono e, mentre tutto scorre, restano in attesa di rene per il trapianto; il segreto della loro speranza è la volontà di uscire, da quel tunnel di melanconica sofferenza, con resilienza.
Nel trascorso decennio si è registrato un progressivo aumento delle donazioni, ma disinformazione, pregiudizi, dubbi, timori, individualismi non consentono di colmare il divario fra fabbisogno di trapianti e interventi realizzati, con la conseguenza della perdita di molte vite che potrebbero essere salvate.
Il pensiero della donazione dev’essere fatto dominante del nostro vivere, diffonderlo deve essere compito della società civile solidale che riconosca il valore della vita ovvero l’esistenza di una pluralità di soggetti sociali capaci di azione autonoma e di regolazione dei comportamenti individuali ed orientati a risolvere problemi o a soddisfare esigenze comuni.
Chi dona compie il “bel gesto” umano e generoso e dimostra massima sensibilità, maturità cristiana, ricchezza interiore, apertura al prossimo. La donazione degli organi è un atto nobile e encomiabile; il presente documento intende offrire occasione di attenta riflessione, meditata ponderazione e considerazione in proposito. Il tema donazione è degno di esame scrupoloso, di un’analisi più approfondita.
Anche di recente i dati pubblicati dal Centro Nazionale Trapianti del Ministero della Salute indicano che un gran numero di pazienti è ancora adesso in lista d’attesa per un trapianto di organi o di tessuti. Il mio stato di già dializzato, e ora di trapiantato renale, mi fa vivere in empatia con i pazienti e perciò ho la capacità di comprendere quelli che sono gli stati d’animo, gioia e dolore, di chi è in emodialisi, percependone quindi le emozioni, esortandoli ad allontanare la paura.
La vita è un dono ricevuto originato dall’atto di amore, e allora non possiamo non viverla come dono, questa volta da ri-donare nell’attenzione all’altro, nel prenderci cura soprattutto del più debole, fragile, malato, di chi domanda la nostra vicinanza, il nostro affetto, il nostro tempo, i nostri beni materiali e, infine, i nostri organi perché la vita continui negli altri in un’umanità che si dimostra capace di amare e fare dire al trapiantato: la vita torna ad essere bella!
Quando doniamo, noi stessi esprimiamo e concretizziamo la verità che ci caratterizza come esseri umani; nella misura in cui viviamo come un dono da “spendere” per gli altri, ci realizziamo sperimentando la pienezza di una vita solidale, gioia profonda e il grande valore della donazione.
In questo triste, malinconico periodo che stiamo vivendo, nelle giornate, forse, più buie del nuovo millennio in seguito alla pandemia di COVID-19 ancora in corso, stiamo comprendendo, ancor più, l’importanza di essere un’unica grande famiglia in grado di creare reti di solidarietà, i cui membri approdano fino al dono totale di sé, sull’esempio di Colui che per primo ha dato la vita per noi, e noi dobbiamo inquadrare la donazione come un “guardare ed andare oltre sè stessi”.
È così che dobbiamo intendere l’offerta di organi e tessuti, vivere quell’amore verso il fratello capace di andare persino oltre la morte e promuovere con fermezza la cultura della donazione.
Ognuno di noi potrebbe avere bisogno di essere curato con un trapianto. Ognuno di noi può scegliere di essere donatore di organi. Donando ispirati, lasciamo al nostro passaggio gentilezza ed amore, speranza… perché le azioni più belle prima di “andare” al cervello “passano” dal cuore.
Decidere di donare i propri organi dopo la morte è segno di grande generosità recependo l’importanza del gesto della donazione come atto di solidarietà sociale e di altruismo. Così facendo si dona, ad uno o più pazienti, in molti casi in fin di vita, la possibilità di guarire e riprendere una vita normale con nuova voglia di vivere ed immensa felicità: passare dal buio alla luce più splendida!
E poi perché non donare i preziosissimi organi quando, ahimè, non servono più? Ancora più brutalmente, a fin di bene s’intende: perché destinarli sottoterra, “tornare in polvere” (Gen. 3, 19) quando essi potrebbero vivere e far vivere in un certo senso proiettando il donatore oltre la morte?
Perché negare la vita a qualcuno che con quell’organo potrebbe rinascere, e che senza quell’organo, e forse proprio “quello”, chiude a sua volta gli occhi per sempre?
È necessaria una maggiore sensibilizzazione degli stessi operatori sanitari, soprattutto quelli di base, della società civile e delle Istituzioni territoriali a prescindere dal colore politico.
Abbiamo, però, bisogno di sempre più disponibilità a donare da parte dei familiari e dei cittadini, con la nuova campagna di comunicazione e sensibilizzazione per la donazione degli organi, dobbiamo fare uno sforzo collettivo affinché si modifichi la cultura del nostro Paese perché diventi

un gesto naturale donare una parte di noi stessi; l’opera umana più bella è di essere utile al prossimo e la solidarietà è l’unico investimento che non fallisce mai.
Al malato dico: non arrenderti perché rischieresti di farlo un’ora prima del miracolo, attendi perché qualcosa di straordinariamente bello sta per accadere, dico di non essere triste perché la tristezza nega la speranza, di credere nell’incredibile, vedere l’obiettivo della vita che è quello di viverla. Nel frattempo dico ancora di stare sereno in Famiglia: rifugio di pace e di conforto, di non spegnere con la tristezza la gioia delle persone vicine, darsi coraggio e custodire la speranza della guarigione: “nuova” speranza che riempie il cuore.
È mia convinzione che, da parte di tutti, ci sia bisogno di prendere consapevole coscienza su questo problema, sul compiere la nobile e vitale scelta, ed è mia viva speranza, oltre che ripetuto caloroso invito, che ognuno prenda conoscenza perché la crescita della donazione degli organi continui seguitando a renderla sempre più proficua con una sinergica incisiva campagna informativa sul territorio a favore delle Persone in attesa di trapianto. Una donazione in più è una vita in più che si rinnova! La Donazione è Luce!
L’esempio che segue vale più di mille parole: la storia del piccolo Nicholas Green rimane, forse, la più preziosa testimonianza di gratuita solidarietà, il piccolo bambino californiano, venuto in Italia per una vacanza, vi trovò la morte ad opera della malavita calabrese nel 1994. Prostrati per l’immane tragedia che si abbatté su di loro ed il senso di rivalsa verso il nostro Paese che avrebbero potuto provare, i genitori americani di Nicholas acconsentirono all’espianto degli organi che furono donati a sette italiani in attesa di trapianto. Il termine “dono” racchiude in sé altruismo, generosità. Chi dona il rene? Due sono i tipi di donatori:
• Donatore deceduto: è una persona deceduta i quali organi sono considerati in buone condizioni e possono essere utilizzati per essere trapiantati in persone che lo necessitano.
• Donatore vivente: è una persona vivente (adulta) ritenuta adatta che ha deciso di donare uno dei suoi due reni ad un’altra persona che ha bisogno di trapianto. Il vantaggio principale di ricevere un rene da una persona vivente è la riduzione del tempo di attesa.
Io credo che nel nostro Paese sia fortemente radicata la cultura della solidarietà che è diffusa e presente sul territorio nella attività del volontariato sociale, assistenziale e sanitario.
Vi è dunque una vigorosa potenzialità che deve far emergere la comunità solidale, ed è qui che le associazioni ed i social media possono svolgere ruolo determinante.
Dobbiamo fare fronte comune per riuscire a comunicare ai cittadini, informandoli, che la cultura della donazione è parte integrante e fattore fondamentale di un’autentica pratica della solidarietà, di un’etica civile altruistica.
Certamente esistono convinzioni personali che vanno rispettate, così come le posizioni culturali e religiose che teorizzano l’indisponibilità del proprio corpo e rifiutano così la possibilità della donazione. Ma qui non dobbiamo dimenticare che la Chiesa Cattolica ha aperto un’importante riflessione su questi temi dichiarando non solo che non vi è alcun impedimento per il credente a donare i suoi organi una volta constatato il decesso, ma che questo atto assume un valore di amore per l’altro, che far dono di sé stessi, anche in questa forma, è un altissimo concetto evangelico.
Nella scelta della donazione, nella sua promozione, si ritrovano e si connettono alcuni valori essenziali fondanti dell’etica laica e di quella cristiana.
Al termine dell’accorato appello, sono certo che il sacro fuoco della solidarietà farà ardere il cuore di ognuno di noi, spingendoci, con la concretezza dell’amore cristiano, a comunicare, al fratello più vicino, che donare è bello! E questo è veramente straordinario!