Intervista a Vincenzo Speziali: “Sono una vergogna gli equivoci pentiti con i loro ‘famigli’
Lug 23, 2024 - redazione
Quando Vincenzo Speziali parla, la gente si divide in due categorie: c’è chi segue con attenzione e chi trema.
Lui per la verità non le manda a dire mai, quindi a seguito del suo commento su ‘La Novità’, abbiamo approfittato pure noi, visto il rapporto consolidato con lui, di porgergli domande a tutto campo.
D: Dunque, iniziamo…
R:…ben volentieri!
D: Ha avuto un bel coraggio a scrivere le cose che ha scritto, dimostrando anche una formidale conoscenza dei fatti, preparazione storica e ineccepibile memoria. Ma come fa?
R: Sono come il famoso generale statunitense ed eroe della seconda guerra mondiale, George Patton. Non lascio nulla al caso, studio molto e riesco ad essere un ottimo centravanti di sfondamento nell’arte della guerra. E guardi che quando faccio guerra, modestamente la vinco sempre, anche perché gli avversari li sfianco.
D:Torniamo al suo articolo. Lei parla dei Procuratori, dei giornalisti (e alcuni li definisci giornalai) e poi dei pentiti. Dipinge un quadro a tinte fosche e argomenta il suo ragionamento. Lo può illustrare meglio?
R:Certo, perché è veramente a tinte fosche. Ormai basta il sussurro di un pentito e ti ritrovi nel girone infernale degli ignavi, dimenticando però che ignavi sono proprio costoro, dediti, moltissime volte a falsità, mendaci delazioni e calunnie, proprio da parte loro, i quali altro non sono che duplici sconfitti. Difatti sono sconfitti perché criminali, quindi fuori dal contesto civile e poi in quanto anche nelle vesti di malfattori li hanno ‘presi a calci’, oppure sono stati arresrati, quindi in luogo ad un ‘meccanismo psicotico’, si ritrovano, non foss’altro che per guadagnare qualcosa, a ‘pentirsi’. Poi bisogna vedere se sono veramente convinti di questo pentimento. Secondo me, nella maggior parte dei casi è strumentale.Come a dire, un pentito è per sempre, ma fin che gli conviene. Che vergogna!
D:Mentre per i Procuratori e i giornalisti cosa ha da specificare?
R: I Procuratori in questo Paese credono di essere gli unici detentori delle pubbliche virtù, epperò così non è. Non può essere. L’Italia è una Repubblica Occidentale non quella ‘Teocratica Fanatica dell’Iran’. Poi vi sono i loro megafonisti, sia tra gli Ayatollah che tra i nostri Procuratori. I megafonisti chiaramente sono quelli che definisco giornalai, poiché imbeccati. Suvvia, ma chi darebbe notizie e scoop sempre alle ‘solite firme’ dei ‘soliti giornali’, se non coloro o i quali si annidano negli uffici di Procura? Di ogni Procura. No, così non va, affatto. Lo Stato di Diritto è mutilato, ormai ridotto o ad un feticcio o a un moncherino. Nossignore, tutto ciò non lo posso accettare, anche perché talvolta ci ritroviamo financo con un’altra insulsa categoria che non avevo menzionato, benché non è esente da siffatte gravissime responsabilità.
D:Mi scusi, quale sarebbe?
R: Certuni Avvocati.
D:Prego?…
R:Si, certuni Avvocati, i quali talvolta ‘svendono’ persino i clienti e proteggono qualche loro assistito a scapito di altri. Il tutto senza nessuno che faccia notare il conflitto di interesse o l’infede patrocinio. Prenda il mio caso, ad esempio. Io sono stato splendidamente assistito da Armando Veneto e Giancarlo Pittelli, i quali secondo me hanno pure ‘pagato’ un prezzo altissimo, ma ribadisco, ciò è una mia opinione personale. Ma altri si comportano alla stessa maniera? Sono tutti cosi`? Non credo e io ne ho le prove su di me medesimo. Ma di ciò se be occuperà il.mio procedimento in corso a Beirut, laddove per quanto ingiustamente ho parito, la magistratura lubanese ha appurato quanto il sottoscritto è parte lesa, rispetto all’ inchiesta Breakfast.
D:Mamma mia, lei non perdona mai. È così?
R: Si sbaglia, perdono, so perdonare e lo faccio spesso, ma che almeno vi sia resipiscenza e richiesta di scuse. Sennò mi incarognisco, divento una belva e siccome ho buona memoria, ricordo tutto quello sopportato da me, sin dall’età di sei anni. Conviene cospargersi il capo di cenere nei miei confronti, in quanto conosco la sofferenza e oggi non sono più disposto ad ingoiare alla stregua di un debole. Soprattutto perché debole non lo sono. Affatto!
D:Nel suo articolo -sferzante come pochi sanno fare- ha persino ‘fatto crollare’ le figure dei pentiti, parimenti a quanto di sopra accennato. Vuole aggiungere qualcosa?
R: Certamente che aggiungo qualcosa, cioè i nomi di altri ignobili soggetti che conosciamo quali pentiti. E poi, chi lo stabilisce il loro valore? Magistrati alla Felice Di Persia o alla Diego Marmo, benché quando inquisivano ingiustamente il povero Tortora, non hanno avuto dubbio alcuno che la parola di questo incensurato giornalista galantuomo e persona perbene, potesse valere di più delle fandonie di chi lo accusava falsamente, tipo dente come Pasquale Barra, Giovanni Pandico o Gianni Melluso. Può essere che per Melluso -persino notorio marchettaro?- questi due ‘magistratorucoli’ subissero un certo fascino, pur se non è dato saperlo, né io lo sostengo, epperò sin da ciò, tale storia appare strana, stranissima, anziché no. Poi non parliamo, della vicenda del mio amico Lillo Mannino, poiché, ahimè, sfidiamo persino la casistica ed entriamo nel triste guinness dei primati. Lillo ha passato trent’anni di processi, trent’anni come quelli dell’omonima guerra tra il 1618 e il 1648, la quale segnò il declino degli Asburgo e la presa di piede dell’inglese quale lingua mondiale. Povero Lillo, ha passato questo periodo con una dignità fuori dal comune, ma trent’anni sono una vita, mentre i farlocchi pentiti (i quali è bene ricordare sono criminali banali e falliti) e i ‘furiosamente o fanaticamete paraideologicumenizzati procuratorucoli’ che lo hanno perseguitato, non certo perseguito, hanno avuto celebrità, ‘dane`’ e scatti di carriera. Questa è civiltà giuridica? Disse Toto` (ovviamente il Principe de Curtis, non l’omonimo del mio nonno Speziali): “ma mi faccia il piacere”!
D: Lei è stato duro con due pentiti in particolare, ovvero Tommaso Buscetta e Antonino Lo Giudice. Sbaglio?
R: Sbaglia, perché non sono stato duro, semmai sono stato onesto e ho raccontato la verità. In più di Lo Giudice ho ricordato anche i suoi consanguinei, per i quali invito ancora una volta le forze dell’ordine e la magistratura a fare il loro dovere, qualora volessero dimostrare la confutazione del mio giusto e reale ragionamento, supportato da fatti storici e sociali realmente accaduti, quindi incontrovertibili.
Si ha un bel dire nel raccontare le gesta di certi ‘fenomeni’ antimafiosi, quindi benissimo, si verifichi il tutto, verso tutti, non solo in direzione di noi democristiani -i quali siamo persone perbene a prescindere- e vediamo chi sbruffoneggia e perché lo fa, se lo fa e dove lo fa. Sarebbe troppo comodo preservare ‘pentitastri e loro famigli’, poiché la legge è uguale per tutti. Tanto, prima o poi, le mie parole saranno ascoltate, come sempre, quindi l’opinione pubblica mi darà ragione.
D: Un’ultima domanda, cioè circa i ‘rumors’ sulla discesa in campo di Pier Silvio Berlusconi. Lei ne sa qualcosa e che ne pensa?
R: O incideranno di più lui e sua sorella nella gestione di Forza Itallia, laddove Antonio Tajani (da me soprannominato Alberto Sordi) è completamente appiattito sulla Meloni, oppure scenderà in campo lui direttamente, visto che le cose non accadono mai per caso, bensì per inevitabilita` degli eventi a seguito di decisioni ponderate e con un percorso strutturato. Poi è ben chiaro che tutto ciò avrà un secondo tempo, ovvero strutturarlo politicamente, così come fece suo padre. Altro non intendo aggiungere benché, poiché è giusto così.
D: Lei è sibilino…
R: No, niente affatto. Semmai opportunamente riservato!