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Inquinamento, Italia Nostra si rivolge all’Europa

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“Proprio per il mancato adeguamento del sistema di depurazione, le regioni del Mezzogiorno rischiano di perdere 1,7 miliardi di fondi Cipe, in scadenza a dicembre”

Inquinamento, Italia Nostra si rivolge all’Europa

“Proprio per il mancato adeguamento del sistema di depurazione, le regioni del Mezzogiorno rischiano di perdere 1,7 miliardi di fondi Cipe, in scadenza a dicembre”

 

 

Riceviamo e pubblichiamo:

Peggiora l’inquinamento del mare in Italia ed in maniera particolare in
Calabria e nel lametino. E l’imputato numero uno si conferma la cattiva
depurazione delle acque di scarico delle fogne. Lo certifica Goletta Verde,
la storica imbarcazione di Legambiente, che nei due mesi di monitoraggio,
questa estate, ha riscontrato 130 punti inquinati, uno ogni 57 km (l’anno
scorso era uno ogni 62 km), lungo le coste del BelPaese: in sostanza, quasi
il 50% sul totale delle 263 analisi microbiologiche. Nessuna regione è
risultata indenne dalla presenza in mare di batteri fecali ma quest’anno le
più colpite sono risultate Campania (che però afferma di avere dati
diversi), Lazio, Puglia e Calabria. Proprio per il mancato adeguamento del
sistema di depurazione, le regioni del Mezzogiorno rischiano di perdere 1,7
miliardi di fondi Cipe, in scadenza a dicembre. Perdita che potrebbe
sommarsi a una possibile e salatissima multa per la procedura di infrazione
che ha portato alla condanna per il mancato rispetto della direttiva
europea sul servizio di depurazione e fognatura.Una situazione di
“allarme”, per mancanza di fognature e impianti in Italia, commenta il
sottosegretario alle Infrastrutture e Trasporti Erasmo D’Angelis che ha
attivato una task force con Regioni, Anci, Autorità idriche e aziende “per
sbloccare la paralisi degli investimenti” assicurando che “il servizio
idrico è tornato tra le priorità di Governo”. Alle parole pare non
corrispondere i fatti se il numero di infrazioni per 1.250 aggregati urbani
presso la Corte di Giustizia Europea e le sanzioni europee annunciate, pari
a circa 700 milioni l’anno, e al taglio di alcuni fondi Ue fino alla
conquista del 100% della depurazione”. Dei 130 punti inquinati oltre i
limiti di legge, 104 (l’80%) hanno rivelato una concentrazione di
Escherichia coli o Enterococchi intestinali pari ad almeno il doppio del
consentito. E il 90% di questi punti è risultato alle foci di fiumi,
torrenti, canali, fossi o vicino scarichi di depuratori malfunzionanti. Sul
totale delle foci e dei canali inquinati, il 40% viene dichiarato
balneabile dal Portale della Acque del Ministero della Salute, Invece, nei
tratti di mare definiti dal Portale come non balneabili per motivi di
inquinamento, nel 18% dei casi mancano i cartelli di divieto di
balneazione, nonostante una Direttiva europea imponga la comunicazione. Il
35% dei punti presi in analisi, inoltre, risulta non campionato dalle
autorità preposte. Secondo elaborazioni su dati Istat, il mancato o
inadeguato trattamento dei reflui fognari riguarda 24 milioni di abitanti
che scaricano direttamente o indirettamente in mare con queste conseguenze
sotto l’ombrellone:
maladepurazione, estrazioni petrolifere, abusivismo edilizio, consumo di
suolo, grandi navi e inquinamento da attività militari.
Denunciamo una situazione di depurazione degli scarichi ormai imbarazzante
– Realizzare sistemi efficienti e moderni deve trasformarsi in una priorità
nell’agenda politica italiana regionale lametina .
Per l’insostenibile situazione del mare lametino e la sostanziale sordità
dell’autorità preposte ,la sezione lametina di Italia Nostra ha deciso di
rivolgersi alla Corte di Giustizia Europea.
A nome della Sezione lametina
Il presidente Giuseppe Gigliotti

ITALIA NOSTRA ONLUS SEZIONE DI LAMEZIA TERME