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TAURIANOVA (RC), VENERDì 19 APRILE 2024

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Incendi, 137 roghi e due morti nel territorio calabrese Il commento della politica

Incendi, 137 roghi e due morti nel territorio calabrese Il commento della politica
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Un pensionato Antonio Purita, di 68 anni, è stato trovato cadavere, parzialmente lambito dalle fiamme, in una scarpata, a Favelloni, frazione del comune di Cessaniti in provincia di Vibo Valentia. Era andato nella sua proprietà forse per tentare di spegnere le fiamme di un incendio che minacciava il suo uliveto ma probabilmente, per via del fumo sprigionato dal rogo, ha perso i sensi ed è finito privo di vita in un fosso. A scoprire il corpo senza vita del pensionato sono stati i suoi familiari che, preoccupati per non averlo visto rincasare, sono andati a cercarlo in campagna. Nei mesi scorsi un nipote del pensionato era morto rimasto schiacciato dal ribaltamento del trattore con il quale stava lavorando.

Un uomo di 69 anni di San Pietro in Guarano è morto carbonizzato mentre cercava di spegnere un incendio divampato vicino al proprio terreno, nella frazione San Benedetto. È la seconda vittima di oggi in Calabria. Sul posto sono intervenute due squadre dei vigili del fuoco, carabinieri e personale del 118. L’elisoccorso non ha potuto atterrare a causa del fumo. La zona interessate dalle fiamme è ampia e impervia, ed è stato richiesto l’ausilio dei canadair perché le fiamme lambiscono alcune abitazioni. La vittima si chiamava Mariano Pizzuti. L’uomo, secondo una prima ricostruzione, si è avvicinato alle fiamme nel tentativo di spegnerle ma, probabilmente, è stato stordito dal fumo e poi avvolto dalle fiamme.

DORINA BIANCHI (SOTTOSEGRETARIO AL TURISMO)

“Esprimo il mio cordoglio e il mio sconcerto per le due vittime dei roghi in Calabria. Le istituzioni stanno facendo il possibile per spegnere le fiamme in tutto il Sud e riportare la situazione alla normalità. La protezione civile, i canadair del Dipartimento nazionale, i vigili del fuoco e le forze dell’ordine sono in azione in tutto il Sud e stanno portando avanti un lavoro indispensabile e a loro va tutta la nostra riconoscenza”. A dirlo è Dorina Bianchi, sottosegretario al Turismo e deputato di Alternativa Popolare. E aggiunge: “Auspichiamo che la magistratura individui in breve tempo i colpevoli di questo scempio e infliggano una pena esemplare. I danni sono sia ambientali che di tipo economico con un ritorno di certo non positivo per il turismo. Bisogna lavorare per reprimere gli incendi dolosi, inasprire le pene e lavorare soprattutto di prevenzione con investimenti per l’antincendio e per le politiche della tutela del territorio”.

FGCI CALABRIA

Ogni anno, nel periodo estivo, vanno a fuoco migliaia di ettari del territorio calabrese e nazionale, secondo il “Dossier Incendi” pubblicato da Legambiente in poco più di un mese è andata già in fumo il 93,8% della superficie totale bruciata nel 2016. Le regioni più colpite sono quelle del sud, la Sicilia con 13.052 ettari in fiamme, la Calabria con 5.826 e la Campania con 2.461. Decine di incendi, che hanno divampato particolarmente nella torrida decade di inizio mese, nel reggino, nel vibonese, a Cosenza, a Catanzaro e nel crotonese, insomma in tutta la regione, sono stati riportati in questi giorni dai mezzi stampa locali.

Le cause dei roghi sono spesso dolose, ma un contributo significativo è dato dalla scarsa manutenzione del territorio che è abbandonato a se stesso. In tali condizioni anche un mozzicone acceso gettato incautamente da un passante a bordo strada o la scarsa cura nel contenere e poi spegnere i tanti falò accesi magari per passare una giornata immersi nella natura, possono diventare fatali. A farne le spese è l’intera collettività con: la distruzione degli ambienti e degli habitat naturali, la morte degli animali intrappolati dalle fiamme, il danno economico consistente arrecato al settore dell’agricoltura e dell’allevamento, la minaccia ai centri abitati, al patrimonio artistico ed alle persone.

Il taglio alla spesa pubblica associato ad un’inefficace programmazione della prevenzione, ed ai ritardi nella gestione delle emergenze, costituiscono la causa originaria del fenomeno, ma un ulteriore dato fornito dal dossier evidenzia come: “Nelle quattro regioni a tradizionale insediamento mafioso, nel 2016 si siano concentrati nell’ultimo anno più del 58% dei roghi”. Gli incendi estivi non sono fenomeni naturali con cui imparare a convivere, per questo occorre che la Regione ed il Governo attivino immediatamente ogni iniziativa che possa portare intanto il tema al centro dell’agenda politica e del dibattito pubblico, per sensibilizzare i cittadini sui rischi, e poi attivare tutte le soluzioni possibili, per scongiurare il ripetersi ciclico di uno scempio che mette in pericolo una delle risorse forestali più importanti d’Italia: la Calabria. Basta incendi!

DOMENICO BEVACQUA

“Basta con i proclami e le teorie: è arrivato il momento che il consiglio regionale discuta ed assuma un posizione chiara e netta sul tema della prevenzione degli incendi. Il fuoco si combatte prioritariamente a terra, con la cura del territorio. Al modello di intervento post incendio, dobbiamo contrapporre un sistema di prevenzione che ripristini le linee tagliafuoco, ripulisca periodicamente le aree verdi da sterpaglie, rami secchi e legname marcio. Dobbiamo, insomma, riprendere a cuore il settore forestazione e impiegare le necessarie risorse economiche e umane: su questo chiederò un consiglio straordinario”. Ha le idee chiare il consigliere Bevacqua, che oltre due anni ha depositato un apposito e organico progetto di legge, denominato Montagna Solidale, indirizzato alla salvaguardia e messa in sicurezza delle aree, attraverso la manutenzione preventiva del patrimonio boschivo e la garanzia di presenza antropica finalizzata al presidio del territorio.

“Più di cento roghi attivi nella nostra regione – prosegue Bevacqua – con le fiamme a un passo dai centri abitati e centinaia di famiglie costrette a vivere notti e giornate di paura, spesso necessitate ad abbandonare le proprie case: la task force per l’unità di crisi voluta dal presidente Oliverio sta operando secondo le possibilità e i mezzi a disposizione, ma è chiaramente insufficiente, perché insufficiente è limitare l’approccio al contrasto ex post. Da tempo manifesto a gran voce l’esigenza di un nuovo modello organizzativo che consenta di irrobustire in maniera consistente e prevalente le fasi di inibizione degli incendi, anche in ragione del fatto che la perdita della superficie boscata e le conseguenti alterazioni delle condizioni naturali del suolo favoriscono i successivi
fenomeni di dissesto invernale dei versanti, provocando lo scivolamento e l’asportazione dello strato di terreno superficiale”.

“Mi sto impegnando con tutte le mie forze – afferma Bevacqua – per piegare le assurde resistenze della burocrazia e per convincere l’esecutivo regionale dell’assoluta priorità da assegnare al progetto proposto: tutto, sinora, si è dimostrato vano”. Di fronte a questo assordante e colpevole silenzio – continua Bevacqua – mi rivolgo oggi al Presidente del Consiglio dei Ministri, l’amico e collega di partito, Paolo Gentiloni: viste le rigidità maturate nel tempo dai bilanci regionali, le uniche reali fonti di finanziamento cui attingere per efficaci interventi legislativi, sono quelle rappresentate dai fondi europei. A fronte delle prerogative in capo alla funzione legislativa, è inaccettabile registrare l’immobilismo della politica di fronte alla pervicace volontà della burocrazia regionale di mantenere salda la presa sul diritto usurpato e acquisito di decidere la destinazione delle risorse UE: non è possibile continuare ad utilizzare tali risorse senza che l’assemblea legislativa regionale democraticamente eletta possa intervenire per promuovere una visione complessiva di salvaguardia e sviluppo del territorio”.

“Chiedo, pertanto, al presidente Gentiloni, – conclude Bevacqua – innanzi tutto di avviare una discussione serrata con le istituzioni europee affinché, in ordine ai fondi UE, sia garantito alla componente consiliare il ruolo di fonte normativa primaria regionale. Chiedo, inoltre, di porre al centro dell’agenda del governo nazionale un potenziamento di quegli strumenti di intervento immediato che, in questi giorni, si stanno rivelando drammaticamente insufficienti”.

FEDERICA DIENI (M5S)

«La soppressione del Corpo forestale dello Stato e la gestione opaca di Calabria verde hanno contribuito a generare la tragica situazione che ci troviamo davanti». Lo afferma la deputata del M5S Federica Dieni in relazione alle centinaia di roghi che in questi giorni stanno interessando vasti territori della Calabria.

«L’accorpamento del Corpo forestale all’Arma dei carabinieri, disposto dalla riforma Madia – prosegue la deputata –, è un’altra triste eredità del governo Renzi/Gentiloni con cui dobbiamo fare i conti, soprattutto in queste giornate infernali che vedono in azione piromani in grado di agire indisturbati, anche a causa degli organici ridotti dei carabinieri forestali».

«Alle colpe del governo – continua Dieni – si aggiungono, inoltre, quelle dei vari esecutivi della Regione Calabria, incapaci di esercitare un vero controllo rispetto alla gestione di Calabria Verde, i cui fondi, come ha dimostrato un’inchiesta della Procura di Catanzaro, venivano utilizzati per ristrutturare le case dei dirigenti invece di essere stanziati a favore delle iniziative per il contrasto agli incendi boschivi».

«Siamo perciò fiduciosi – conclude la parlamentare – che la “cura” approntata dal generale Aloisio Mariggiò, da pochi mesi alla guida di Calabria Verde, sarà in grado di invertire la tendenza e di dotare l’Agenzia di tutti gli strumenti necessari per far fronte a quella che è diventata una vera e propria emergenza ambientale e sociale».

GIUSEPPE BOMBINO (PRESIDENTE ENTE PARCO NAZIONALE D’ASPROMONTE)

“Perdonate il nostro silenzio, ma è un silenzio di dignità. Da 72 ore ormai, ininterrottamente, l’Aspromonte brucia. Nel suo ventre, nel cuore dei suoi Lecceti, spegnendo il sorriso dei suoi colori. Sono giorni tristi per la nostra montagna, piegata dalla mano criminale, dall’ignoranza e dalla crudeltà che ardono in un terribile inferno di fuoco. E mentre con l’Esercito ci addentriamo per assicurare maggiore sicurezza e controllo alla nostra terra, è ai Volontari del Parco, Donne e Uomini che in questi giorni stanno dedicando forza, tempo e vita a difesa della nostra Bellezza e dei Boschi, patrimonio ed eredità per i nostri figli, che voglio e devo rivolgere il mio ringraziamento, incondizionato nel mio umile sentimento. A Sabrina Scalera, Responsabile AIB dell’EPNA, ininterrottamente presente presso l’Unità di Crisi della Prefettura, il mio più sincero ringraziamento.

Mai nessuna parola potrà sanare lo sforzo umano intrapreso, mai nessun gesto sarà bastevole per dire grazie per ogni istante dedicato e per ogni goccia versata, di sudore e lacrime. Lo strazio lascerà posto all’amarezza e al rammarico, che rischiano di sopraffarci, perché mentre metti in campo azioni di tutela e valorizzazione, mentre pianifichi e programmi per il futuro del territorio che fa parte di te e della tua vita, in quel momento non immagini di essere in guerra contro chi, forse, vive lì accanto a te, e accanto a noi, la nostra montagna.
Non so se l’Aspromonte ci perdonerà per questo ennesimo sfregio. Certamente mi sento impotente e colpevole dinanzi alla nostra incontaminata bellezza disumanamente umiliata e sfigurata. Ma noi siamo qui per Te, Aspromonte”.