Inaugurata a Gioia Tauro la mostra “Eroi ed aristocratici nella ceramica calcidese in Calabria”
Lug 08, 2013 - redazione
I reperti esposti provengono da Rhegion, attuale Reggio Calabria, da Metauros, attuale Gioia Tauro, da Hipponion, attuale Vibo Valentia e da Locri Epizephiri, attuale Locri
di CATERINA SORBARA
Inaugurata a Gioia Tauro la mostra “Eroi ed aristocratici nella ceramica calcidese in Calabria”
I reperti esposti provengono da Rhegion, attuale Reggio Calabria, da Metauros, attuale Gioia Tauro, da Hipponion, attuale Vibo Valentia e da Locri Epizephiri, attuale Locri
di Caterina Sorbara
Sabato scorso, nella splendida location di Palazzo Baldari a Gioia Tauro, è stata
inaugurata la Mostra Archeologica “Eroi ed Aristocratici nella Ceramica Calcidese
in Calabria”. Presenti il Sindaco di Gioia Tauro Renato Bellofiore, l’assessore
alla Cultura Monica Della Vedova Simonetta Bonomi (Soprintendenza per
i beni archeologici della Calabria), Maria Teresa Iannelli (Direttore
archeologo Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria) e l’archeologo Claudio Sabbione.
Ha aperto i lavori l’assessore alla Cultura alla Cultura Monica Della Vedova, entusiasta
per l’inaugurazione e per il successo che il Museo Archeologico Metauros ha ottenuto
nei mesi passati.
Subito dopo, il sindaco Bellofiore ha evidenziato che questo è un momento
importante per la città, un momento di cambiamento, soprattutto per la cultura.
Ha sottolineato che nessuno ha dato una mano all’amministrazione se non la Soprintendenza
e gli operai del Comune che hanno lavorato per la realizzazione del museo che, già
tutti gli alunni delle scuole di Gioia Tauro hanno visitato. Presto l’amministrazione
si impegnerà per valorizzare il Piano Delle Fosse.
Simonetta Bonomi, ha ringraziato il Sindaco e l’assessore alla Cultura
per l’impegno, Claudio Sabbione per aver diretto i lavori e Maria Teresa Iannelli
per l’impegno. Ha evidenziato che la mostra è molto importante perché va ad arricchire
il Museo. Tra i reperti della mostra c’è un’anfora che da poco è stata restituita
alla Calabria, ed è motivo di orgoglio. La speranza è che il Museo di Reggio Calabria
apri presto, così si potranno distribuire i flussi dei visitatori. A seguire la Iannelli, la quale ha detto che è un’idea bellissima esporre la ceramica
calcidese, nata nel 6 secolo A. C. e che ha avuto una grande diffusione, sono pezzi
di alta qualità, non sono tanti e per questo sono più preziosi.
Infine Sabbione ha detto che nel 6 secolo A.C. in Magna Grecia si sono realizzati
Templi e sculture, però, gli artigiani produssero pochi vasi dipinti a figure nere.
L’unica eccezione è rappresentata dalle ceramiche calcidesi prodotte in Calabria.
Molte sono state trovate nelle tombe Etrusche perché gli Etruschi li apprezzavano
molto e, il fatto che le loro tombe fossero a camera, si sono conservati bene. La
mostra è stata chiamata “Eroi e Aristocratici” perché i vasai trassero l’ispirazione
dai poemi di Stesicoro e dall’Iliade. Molti di questi vasi rappresentano cavalieri.
Nel concludere Sabbione ha sottolineato l’importanza del vaso ritornato dall’America
perché ha le decorazioni tipiche dei vasi calcidesi: le rosette viola.
I reperti esposti provengono da Rhegion, attuale Reggio Calabria, da Metauros, attuale
Gioia Tauro, da Hipponion, attuale Vibo Valentia e da Locri Epizephiri, attuale Locri.
Alla fine tutti i presenti hanno potuto ammirare la mostra ospite all’interno del
Museo. Un tuffo nel nostro nobile e prezioso passato che non dobbiamo mai dimenticare.
Noi siamo figli della Magna Grecia.