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In Ungheria si è deciso democraticamente di uccidere la democrazia

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A cura dell’avv. Antonino Napoli

In Ungheria si è deciso democraticamente di uccidere la democrazia. Mentre c’è in Italia qualcuno che saluta con rispetto la libera scelta del parlamento di affidare pieni poteri a Orban occorre ricordare che, paradossalmente, anche Benito Mussolini e Adolf Hitler raggiunsero il potere nel rispetto delle leggi del tempo e per volere delle istituzioni. Il re, dopo la farsa della “marcia su Roma” (Roma era difesa da 12.000 soldati che avrebbero avuto la meglio in caso di scontro armato) non proclamò lo stato di assedio ed affidò a Mussolini l’incarico di formare il governo che ottenne la fiducia del parlamento con 306 voti favorevoli, 116 contrari e 7 astenuti.
Hitler, invece, nel 1932 ottenne la maggioranza relativa, nel 1933 il presidente Hindernburgh lo nominò cancelliere e da qui iniziò la sua ascesa.
Corsi e ricorsi storici di vichiana memoria? Certo è che le crisi economiche generano incertezza e l’incertezza genera instabilità. Per questo forte dev’essere, fin da ora, il rifiuto -di tutti- dei totalitarismi e la difesa strenua della democrazia, della libertà di ognuno di noi.
Non certamente quella democrazia che, come dice Platone nella Repubblica, si ubriaca di libertà confondendosi con la licenza e che si copre di fango accettando di farsi serva di uomini di fango per poter continuare a vivere ed ingrassare nel fango.