In Calabria rifiuti Puglia, ma nella Regione è emergenza Il consigliere regionale Gallo critica il governatore Oliverio: "Ennesimo fallimento". Sotto accusa le falle nella programmazione e nella gestione degli impianti
La Calabria aiuta la Puglia a smaltire i rifiuti, ma poi non è capace di tenere pulita casa propria. E mentre in Salento tutto fila liscio, nelle località turistiche della Sibaritide è emergenza. Il paradosso viene denunciato dal consigliere regionale Gianluca Gallo, in campo per denunciare i disservizi che nelle ultime ore stanno paralizzando il sistema della raccolta in quasi tutti i Comuni dell’area ionica cosentina, ancora affollati di vacanzieri. «Nei giorni scorsi – esordisce il capogruppo della Cdl – le cronache locali pugliesi hanno dato ampio risalto agli accordi stretti da diversi ambiti territoriali di raccolta della provincia di Lecce con gli impianti calabresi, attraverso intese passate al vaglio dei competenti uffici regionali calabresi e dell’Agenzia territoriale della Regione Puglia per il servizio di gestione dei rifiuti. Patti che non scandalizzano, in applicazione del principio di solidarietà, ma che alimentano più di un dubbio sulle capacità di visione e programmazione della giunta Oliverio».
Prosegue Gallo: «Gli spettacoli di questi giorni, con le principali località turistiche della Sibaritide sommerse dai rifiuti, sono qualcosa di indegno. L’inciviltà di molti, che contribuisce ad aggravare la situazione, è solo il corollario dei tanti errori messi in fila dal Governatore, capace di garantire un’estate degna e decorosa al Salento ma non alla terra che lo ha eletto». Dal generale al particolare: «Vi fosse stata la dovuta attenzione da parte della Cittadella», incalza l’esponente della Cdl, «ci saremmo probabilmente risparmiati scene di indicibile bruttezza, con montagne di spazzatura accatastate ovunque e camion in fila davanti ad impianti di trattamento autorizzati a ricevere un determinato quantitativo di differenziata eppure caparbiamente fermi nel proposito di accoglierne di meno. Una scelta da verificare e che, se confermata, si rivelerebbe essere grave ed intollerabile, come il silenzio e l’indifferenza della Regione».