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TAURIANOVA (RC), DOMENICA 28 APRILE 2024

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Immigrato morto durante lo sbarco: condanne miti per due scafisti greci

Immigrato morto durante lo sbarco: condanne miti per due scafisti greci

Tre anni e otto mesi di reclusione a testa a fronte dei 25 anni che il sostituto procuratore aveva chiesto. Questa la sentenza pronunciata dai giudici di Catanzaro nei confronti di due cittadini greci arrestati dopo lo sbarco che si verificò a luglio 2010 tra Botricello e Belcastro

Immigrato morto durante lo sbarco: condanne miti per due scafisti greci

Tre anni e otto mesi di reclusione a testa a fronte dei 25 anni che il sostituto procuratore aveva chiesto. Questa la sentenza pronunciata dai giudici di Catanzaro nei confronti di due cittadini greci arrestati dopo lo sbarco che si verificò a luglio 2010 tra Botricello e Belcastro

 

 

CATANZARO – Due scafisti di nazionalità greca accusati di omicidio volontario per la morte di un immigrato avvenuta per annegamento durante uno sbarco di clandestini il 21 luglio 2010 a Belcastro, sono stati condannati oggi dalla Corte d’assise di Catanzaro, però, accogliendo la tesi difensiva, non per omicidio volontario, ma in base all’art. 586 del codice penale vale a dire per morte in conseguenza di altro reato. I due, Konstantinos Moyzakithe, e Ahmhtpios Sinetoz, entrambi di 32 anni, sono stati quindi condannati a tre anni ed otto mesi di reclusione. Il pm, Paolo Petrolo, aveva chiesto la condanna a 25 anni di carcere. Secondo l’accusa, i due scafisti, giunti sul luogo dello sbarco, si erano accorti della presenza di forze dell’ordine ed avevano costretto gli immigrati a gettarsi in mare. Il cadavere di un immigrato di una ventina d’anni di nazionalità afghana fu poi trovato sulla spiaggia. I difensori degli imputati, gli avvocati Enzo Ioppoli e Gregorio Viscomi, nella loro arringa, hanno sostenuto invece, la mancanza del dolo e la loro tesi è stata accolta dai giudici della Corte. “Siamo soddisfatti – ha detto Ioppoli al termine del processo – per l’accoglimento della tesi in cui abbiamo fortemente creduto e che risponde senz’altro a criteri di giustizia in quanto la morte dell’immigrato è stata una disgrazia e non un omicidio volontario”.