Immigrato morto di freddo a San Ferdinando, Nucera: “Una vicenda inaccettabile”
Nov 30, 2013 - redazione
“Non si può, in un Paese civile e democratico come l’Italia, seppure con tutte le difficoltà di una crisi congiunturale insopportabile per molti, morire di freddo e di stenti perché non si riesce a trovare un luogo decente dove passare la notte”
Immigrato morto di freddo a San Ferdinando, Nucera: “Una vicenda inaccettabile”
“Non si può, in un Paese civile e democratico come l’Italia, seppure con tutte le difficoltà di una crisi congiunturale insopportabile per molti, morire di freddo e di stenti perché non si riesce a trovare un luogo decente dove passare la notte”
REGGIO CALABRIA – “Non è possibile continuare a contare i morti dell’indifferenza e delle superficiali politiche dell’immigrazione nel nostro Paese. Il nome di Man Addia, il liberiano lavoratore stagionale di 31 anni, morto ieri per il freddo a Rosarno, si aggiunge cinicamente al lungo elenco degli immigrati che in Calabria siamo da tempo costretti a registrare”. E’ quanto afferma il segretario questore del Consiglio regionale Giovanni Nucera. “La situazione che ogni anno viene a determinarsi nella Piana di Gioia Tauro – prosegue Nucera – non può essere affrontata con interventi di emergenza, o con la solidarietà di volontari ed associazioni che per quanto possibile sono impegnati per alleviare i disagi e soddisfare le necessità di questi lavoratori. Non si può, in un Paese civile e democratico come l’Italia, seppure con tutte le difficoltà di una crisi congiunturale insopportabile per molti, morire di freddo e di stenti perché non si riesce a trovare un luogo decente dove passare la notte. E’ una cosa inaccettabile, e dimostra che gli interventi per fronteggiare la presenza di immigrati stagionali nella Piana, siano del tutto insufficienti, o quantomeno tardivi”. “La gestione dell’immigrazione – prosegue Nucera – è una prerogativa che lo Stato ha mantenuto tra le proprie competenze. Non si tratta qui di affrontare l’emergenza di uno sbarco. A Rosarno e nella Piana di Gioia Tauro, ogni anno, convergono migliaia di immigrati, soprattutto giovani africani come Man Addia, che chiedono solo di poter lavorare onestamente. Racimolare un salario, che per quanto misero, riesce spesso a soddisfare le necessità dei parenti rimasti a casa. Uomini pronti ad affrontare qualsiasi tipo di difficoltà, ma che hanno bisogno di trovare un luogo, quantomeno dignitoso, dove poter trascorrere il periodo della raccolta”. “La vicenda di Addia e la sua assurda morte dentro un’auto – conclude Nucera – dimostra che su Rosarno e sulla Piana, per quanto impegno ci si metta, non è mai abbastanza.A dimostrazione che bisogna fare di più e meglio, programmando per tempo, le politiche dell’immigrazione nel nostro Paese ed in Calabria”.