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TAURIANOVA (RC), GIOVEDì 28 MARZO 2024

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Il tumore al seno, come riconoscerlo e curarlo Il Dott. Amuso ci spiega come affrontare questa patologia

Il tumore al seno, come riconoscerlo e curarlo Il Dott. Amuso ci spiega come affrontare questa patologia
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Quando si parla di cancro la confusione che si genera è tanta, dovuta alla paura di una malattia spaventosamente aggressiva. Ma mentre in passato i percorsi erano chiari, oggi nonostante la medicina abbia fatto passi da gigante nel miglioramento sia della prevenzione che della cura, ancora la confusione regna sovrana. Ad esempio il tumore al seno, è una malattia grave, gravissima, se non è individuata e curata per tempo. Quando compare un cancro che interessa il seno due sono i tipi, quelli invasivi che sono i più pericolosi e quelli non invasivi. Tra quelli non invasivi nelle varie diagnosi istologiche può comparire scritto:

Neoplasia duttale intraepiteliale o (carcinoma in situ)

Questa forma si può presentare come (riferimenti AIRC):

Grado 1A (DIN 1A) = atipia epiteliale piatta (secondo alcuni studi recenti questa forma dovrebbe essere considerata precancerosa e non un vero e proprio tumore)

Grado 1B (DIN 1B) = iperplasia duttale atipica

Grado 1C (DIN 1C) = neoplasia duttale intraepiteliale ben differenziato (grado 1)

Grado 2 (DIN 2) = neoplasia duttale intraepiteliale moderatamente differenziato (grado 2)

Grado 3 (DIN 3) = neoplasia duttale intraepiteliale scarsamente differenziato (grado 3)

Neoplasia lobulare intraepiteliale

Questa forma si può presentare come (riferimenti AIRC):

LIN 1 neoplasia lobulare intraepiteliale grado 1

LIN 2 neoplasia lobulare intraepiteliale grado 2

LIN 3 neoplasia lobulare intraepiteliale in situ

Tra le forme di cancro al seno di tipo invasivo sono annoverati (riferimenti AIRC):

il carcinoma duttale: si chiama così quando supera la parete del dotto. Rappresenta tra il 70 e l’80% di tutte le forme di cancro del seno.

il carcinoma lobulare: si chiama così quando il tumore supera la parete del lobulo. Rappresenta il 10-15% di tutti i cancri del seno. Può colpire contemporaneamente ambedue i seni o comparire in più punti nello stesso seno.

Altre forme di carcinoma meno frequenti sono il carcinoma tubulare, papillare, mucinoso, cribriforme. Hanno prognosi favorevole.

Quindi il cancro al seno può essere non invasivo o invasivo, ma una volta che viene diagnosticata la sua presenza, ha un’ulteriore classificazione in stadi (riferimenti AIRC):

Stadio 0, chiamato anche carcinoma in situ. che a sua volta può essere di due tipi: Carcinoma lobulare in situ: non è un tumore aggressivo ma può rappresentare un fattore di rischio per la formazione successiva di una lesione maligna; Carcinoma duttale in situ (DCIS): è considerato una forma precancerosa più che un vero e proprio tumore. Nella maggior parte dei casi, infatti, non si evolve verso un cancro vero e proprio ma regredisce spontaneamente per azione dei meccanismi di difesa dell’organismo (in primo luogo l’azione del sistema immunitario).

Stadio I: è un cancro in fase iniziale, con meno di 2 cm di diametro e senza coinvolgimento dei linfonodi.

Stadio II: è un cancro in fase iniziale di meno di 2 cm di diametro che però ha già coinvolto i linfonodi sotto l’ascella; oppure è un tumore di più di 2 cm di diametro senza coinvolgimento dei linfonodi.

Stadio III: è un tumore localmente avanzato, di dimensioni variabili, ma che ha coinvolto già anche i linfonodi sotto l’ascella, oppure che coinvolge i tessuti vicini al seno (per esempio la pelle).

Stadio IV: è un cancro già metastatizzato che ha coinvolto altri organi al di fuori del seno.

Da quanto scritto è evidente che tanto più la diagnosi è precoce molto più alte sono le percentuali di guarigione, pertanto se il cancro del seno (riferimenti AIRC) viene diagnosticato allo stadio 0 la sopravvivenza a 5 anni è del 98%, diventa del 75% se i linfonodi sono coinvolti da cellule tumorali.

Nel cancro con metastasi (riferimenti AIRC), la sopravvivenza media delle pazienti curate con chemioterapia è di due anni, vi sono casi in cui la sopravvivenza è molto più lunga, anche fino a dieci anni.

L’allarme per un eventuale cancro al seno deve scattare quando (riferimenti AIRC): si apprezza un nodulo palpabile o addirittura visibile,  alterazioni del capezzolo (in fuori o in dentro), perdite da un capezzolo solo (se la perdita è bilaterale il più delle volte la causa è ormonale), cambiamenti della pelle (aspetto a buccia d’arancia localizzato) o della forma del seno.

Come si fa diagnosi del cancro del seno? A seconda dell’età si può utilizzare la mammografia o l’ecografia, è importante l’uso di entrambe di fronte a mammelle anche se appartenenti a donne giovani sotto i 40 anni di età, molto dense, o con lesioni che hanno difficoltà ad essere classificate, ulteriore esami che si può utilizzare è la RMN. Qualora  si trova un nodulo si procede con una biopsia, che può essere eseguita direttamente in sala operatoria o in ambulatorio con un prelievo mediante un ago inserito nel nodulo.

Questo permette di eseguire (riferimenti AIRC) un esame citologico o microistologico. Nel primo caso (esame citologico) si esaminano le cellule, nel secondo (microistologico) il tessuto: questi esami consentono sia di stabilire la natura della malattia, sia, con la microistologia, di valutarne le caratteristiche biologiche. Capita però che la diagnosi sia incerta e in qualche piccola percentuale falso positiva o falso negativa. Molto dipende dall’operatore che ha eseguito la biopsia.

Di fronte ad un cancro del seno qualunque sia la stadi azione la terapia è chirurgica, questa può essere (riferimenti AIRC): conservativa, si salva il seno, ma si asporta tutta la parte in cui si trova la lesione.

La tecnica è chiamata anche quadrantectomia (o ampia resezione mammaria) e consiste nella asportazione del tessuto mammario che circoscrive la neoplasia.

Si procede inoltre alla valutazione del primo linfonodo della catena ascellare, il linfonodo sentinella, se risulta privo di cellule tumorali o ne presenta un piccolissimo aggregato (micro metastasi), non si toccano gli altri, altrimenti si procede allo svuotamento del cavo ascellare, cioè alla rimozione di tutti i linfonodi ascellari.

Può essere seguita da una radioterapia, che ha lo scopo di proteggere la restante ghiandola mammaria sia dal rischio di recidiva locale sia dalla comparsa di una nuova neoplasia mammaria.

Talvolta è necessario asportare più di un quadrante di seno: in questo caso si parla di mastectomia parziale o segmentale e anch’essa viene fatta seguire dalla radioterapia.

Forme più avanzate di cancro vengono trattate con l’asportazione dell’intero seno, secondo una tecnica chiamata mastectomia radicale modificata, che prevede l’asportazione della ghiandola, del linfonodo sentinella e/o di tutti i linfonodi sotto l’ascella, raramente di parte o di tutto il muscolo pettorale e spesso anche della pelle sovrastante.

E’ possibile dopo trattamento chirurgico per cancro del seno , procedere alla ricostruzione dello stesso sia dopo chirurgia conservativa e sia nel caso di mastectomia. Nel caso in cui la paziente si deve sottoporre a  radioterapia, si tende ad aspettare la fine della terapia, che può interferire con la cicatrizzazione.

Dopo (riferimento AIRC) l’intervento chirurgico un’accurata valutazione istologica e biologica è la base per definire le terapie mediche precauzionali per ridurre al minimo il rischio che la malattia possa colpire altri organi (metastasi a distanza). Per questa ragione alla maggior parte delle pazienti viene proposta una terapia con farmaci anticancro.

La chemioterapia è utile, ma non sempre è necessaria e va prescritta dopo una valutazione personalizzata di ogni caso. E’ utile nelle forme iniziali (stadio I e II) a scopo precauzionale e il guadagno, in termini di anni di sopravvivenza, è maggiore rispetto alle forme di tumore più avanzato.

Negli ultimi anni si è diffuso anche l’uso della chemioterapia neoadiuvante, ovvero somministrata prima dell’intervento per ridurre la dimensione e l’aggressività del tumore.

La radioterapia dura pochi minuti e va ripetuta per cinque giorni la settimana, fino a cinque-sei settimane di seguito. In genere il trattamento radioterapico può essere combinato all’uso di farmaci.

Quando (sempre riferimento AIRC) un tumore del seno viene asportato, viene mandato in laboratorio per studiare le caratteristiche biologiche, in particolare lo stato dei recettori, per gli estrogeni e per il progesterone.

Le pazienti il cui cancro è positivo per i recettori degli estrogeni possono utilizzare farmaci che bloccano gli estrogeni come il tamoxifene, che viene prescritto in pillole per cinque anni dopo l’intervento.

Nelle donne in età fertile questo farmaco viene spesso associato ad un inibitore LH-RH analogo che induce una menopausa temporanea. Vengono utilizzati anche altri farmaci con la stessa funzione, chiamati inibitori delle aromatasi, per ora riservati alle donne che sono già in menopausa.

Il tumore viene esaminato dall’anatomo patologo anche per individuare la presenza di un recettore chiamato HER-2/neu. Se questo è presente in modo significativo è maggiore il rischio di incorrere in una ricaduta.

Per questa ragione si propone, da qualche anno, alle donne positive per questo esame, di prendere un farmaco biologico chiamato trastuzumab, una sostanza che blocca i recettori e impedisce al tumore di crescere. Chi sono le persone che hanno maggiore possibilità di contrarre il cancro al seno? Vi sono diversi fattori di rischio , solo alcuni di essi sono prevenibili. (riferimento AIRC)

L’età: più del 75% dei casi di tumore del seno colpisce donne sopra i 50 anni.

La familiarità: circa il 5-7% delle donne con tumore al seno ha più di un familiare stretto malato (soprattutto nei casi giovanili).

La genetica, alcuni geni predispongono a questo tipo di tumore: sono il BRCA1 e il BRCA2Le mutazioni di questi geni sono responsabili del 50 per cento circa delle forme ereditarie di cancro del seno e dell’ovaio.

Gli ormoni: svariati studi hanno dimostrato che un uso eccessivo di estrogeni (gli ormoni femminili per eccellenza) facilitano la comparsa del cancro al seno.
Anche l’obesità  e il fumo  hanno effetti negativi.

Il tumore al seno (riferimento AIRC) colpisce 1 donna su 8 nell’arco della vita. È il tumore più frequente nel sesso femminile e rappresenta il 29% di tutti i tumori che colpiscono le donne. È la prima causa di mortalità per tumore nelle donne, con un tasso di mortalità del 17% di tutti i decessi per causa oncologica del sesso femminile.

È possibile ridurre il rischio di ammalarsi (riferimento AIRC) con un comportamento attento , allattare i figli  aiuta a combattere il tumore del seno, perché l’allattamento consente alla cellula del seno di completare la sua maturazione e quindi di essere più resistente a eventuali trasformazioni neoplastiche. La visita, è buona abitudine fare una visita del seno presso un ginecologo o un medico esperto almeno una volta l’anno, indipendentemente dall’età. L’autopalpazione, consente alla donna di individuare precocemente eventuali trasformazioni del proprio seno. Pochi esami di controllo, la mammografia  è il metodo attualmente più efficace per la diagnosi precoce. Le Linee guida del Ministero della salute suggeriscono di eseguire una mammografia ogni 2 anni, dai 50 ai 69 anni di età, ma la cadenza può variare a seconda delle considerazioni del medico sulla storia personale di ogni donna. Nelle donne che hanno avuto una madre o una sorella malata in genere si comincia prima, verso i 40-45 anni.

L’ecografia  è un esame molto utile per esaminare il seno giovane, dato che in questo caso la mammografia non è adatta. Si consiglia di farvi ricorso, su suggerimento del medico, in caso di comparsa di noduli.

La risonanza magnetica viene riservata ai seni molto densi o ai dubbi diagnostici, sebbene possa essere di grande aiuto in casi specifici.

I test genetici per la ricerca dei geni BRCA1 e 2, responsabili di alcune forme ereditarie di cancro del seno, sono strumenti di prevenzione utili in situazioni particolari, in cui lo studio della genealogia di una persona evidenzia specifiche caratteristiche di trasmissione della malattia.

 

E’ possibile prenotare una valutazione preventiva ecografica gratuita inviando una mail all’indirizzo d.amuso.estetica@gmail.com. Il Dott. Amuso la effettuerà una volta al mese allo
studio del Dott. Loschiavo di Taurianova e allo studio del Dott. Tavernese di Gioiosa Superiore. Non si accettano telefonate.