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TAURIANOVA (RC), MARTEDì 30 APRILE 2024

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“Una parte dei carabinieri di Gioia su libro paga ‘ndrangheta” Rivelazione shock del testimone di giustizia Russo. Prosegue il pentito: "Negli anni passati magistrati, finanzieri e carabinieri organici alle cosche gioiesi"

“Una parte dei carabinieri di Gioia su libro paga ‘ndrangheta” Rivelazione shock del testimone di giustizia Russo. Prosegue il pentito: "Negli anni passati magistrati, finanzieri e carabinieri organici alle cosche gioiesi"
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di LL

Russo fa i nomi degli uomini in divisa che sarebbero stati sul libro paga della Ndrangheta, ecco le dichiarazioni del testimone di giustizia : “Tante volte anche le forze dell’ordine si rivolgevano a Giovanni Copelli per avere delle sistemazioni di alcune situazioni”. Affari fiorenti, quindi, anche grazie alla “collaborazione” con le forze dell’ordine, che avrebbero – a dire di Russo – riservato un trattamento di favore: “Ci programmavano loro i verbali, noi sapevamo già quando dovevano venire a fare le perquisizioni, noi sapevamo tutto in anticipo, tutte le mosse che le Procure facevano noi le sapevamo in anticipo”. In particolare, il collaboratore fa il nome di un sottoufficiale dell’Arma dei Carabinieri: “Era il comandante della stazione di Gioia Tauro, il Maresciallo Gaetano Ansaldo, ed era non solo il mio contatto per le truffe ma era il contatto di tutta la criminalità organizzata. […]Con tutte le aziende di cui abbiamo fatto le truffe a partire dal 2000 a venire fino a che lui è stato in servizio, lui ci avvisava se ci venivano a fare le perquisizioni, lui ci diceva quando fare andare l’amministratore che l’avrebbe interrogato lui, o chi per lui, perché là dentro c’era anche una squadra era consapevole di tutto questo, o chi per lui e avrebbero aggiustato i verbali e ha fatto in modo che la cosa… […]Se ci doveva essere la perquisizione lui mi avvisava un giorno prima dice “se c’hai qualcosa di troppa merce toglila, di 10 cartoni lascia una bottiglia di modo che noi troviamo qualcosa, così anche i colleghi che non sono d’accordo si calmano”, perché insomma era evidente ed era palese che lui ci agevolasse”. Sollecitato dalle domande del pm Pantano, il collaboratore è ancora più preciso:
P.M. – Quindi noi troveremo diversi verbali di perquisizione fatte in contrada Morrone. I.R.C. RUSSO – Ha voglia, ne trovate parecchi, fatti alla presenza del Maresciallo Fino, fatti alla presenza del brigadiere capo Orlingua, fatti alla presenza del Maresciallo Mannarino, ne troverete tante dottoressa che non ne avete idea.
P.M. – Ma erano tutte persone, anche questi nominativi che lei adesso ha fatto, erano persone diciamo d’accordo con il Maresciallo Ansaldo per…
I.R.C. RUSSO – Facevano parte della sua squadra, poi si dividevano quello che lui si prendeva, perché era peggio di uno squalo, il Maresciallo era peggio di uno squalo, se dividevano insieme questo non lo so. Io so che consegnavo tutto al Maresciallo Ansaldo, io posso anche dire che tanta merce…
P.M. – Dico lei sapeva “domani vengo a fare la perquisizione”.
I.R.C. RUSSO – Sì e io lo sapevo già, ero già preparato quindi per me non era una novità che venivano i Carabinieri, non sapevo l’orario ma dalle sette in poi ero già vigile.
P.M. – Ma il Maresciallo Ansaldo lo faceva in virtù di che cosa, le passava queste informazioni in via anticipata e poi non trovava la merce proprio perché le aveva dato la possibilità di nasconderla prima, eravate amici?
I.R.C. RUSSO – Perché lui era a libro paga dottoressa, ma non in denaro ma in merce, che era peggio.
P.M. – Quindi prendeva la merce vostra tuffata, parte della merce vostra truffata? I.R.C. RUSSO – Sì sì e se la maggior parte della merce se la portava quale a casa, che ha una villa che non ha niente da invidiare forse al più miliardario di Gioia Tauro, ha una villa enorme e in più parte della merce lui la dirottava in Sicilia e gli faceva i trasporti Gioffrè Rocco, detto Rocco “sgumma”, di Gioia Tauro.
P.M. – Ma facendo proprio un esempio concreto cosa avete dato da portare nella casa a Gioia Tauro e in questa casa in Sicilia?
I.R.C. RUSSO – Cisterne di vetroresina per il deposito di acqua, vino, condizionatori d’aria, caldaie, pavimenti, sanitari, generi alimentari, poi chi più ne ha più ne metta, tutto quello che arrivava a noi lui lo sapeva perché la mattina passava e con una sola battuta diceva “cos’è arrivato oggi”, lui voleva dato conto e ragione peggio degli ndranghetisti, vi ho detto uno squalo e vi ho detto tutto dottoressa. Le “soffiate” non sarebbero però arrivate solo dai Carabinieri: “In finanza c’era un certo Romeo, non so se è Appuntato o Maresciallo, che ogni tanto dava qualche notizia, mandava qualche messaggio per farcelo arrivare, che ci stavano indagando, che avevamo i telefoni sotto controllo ed altro”. E, anche in questo caso, il confronto con il pm Pantano è serrato:
P.M. – E andiamo anche a parlare di lui, ma diciamo durante lo svolgimento di questi plurimi anni di truffe che lei ha compiuto lei ha mai ricevuto una soffiata circa arresti in relazione ad un’indagine?
I.R.C. RUSSO – Sì, però non so se posso fare il nome.
P.M. – Sì. I.R.C. RUSSO – Trattasi di un finanziere che lavorava, faceva l’applicato presso uno studio legale di Palmi.
P.M. – Chi è?
I.R.C. RUSSO – Il Maresciallo Malizia.
P.M. – Cosa faceva, un finanziere che faceva praticantato?
I.R.C. RUSSO – Praticantato presso lo studio dell’Avvocato Infantino di Palmi.
P.M. – Infantino quale? Perché ce ne sono un po’ di Infantino.
I.R.C. RUSSO – Infantino Benito, l’anziano.
P.M. – Ed è stato il finanziere a farle avere la…
I.R.C. RUSSO – No, tramite l’Avvocato Infantino Benito.
P.M. – Allora non ho capito, cioè il finanziere aveva la notizia…
I.R.C. RUSSO – Il finanziere lo disse a Benito Infantino, Benito Infantino mandò il piccione viaggiatore.
P.M. – E chi era questo piccione viaggiatore?
I.R.C. RUSSO – Lo mandò a dire a mio fratello che stava per scattare un’operazione, però forse si pensava che fosse l’anticipo dell’operazione “Easy”, l’operazione scattò quella notte ma non scattò per gli arresti per truffa ma scatto per arresti di spaccio di droga, marijuana e via, però erano coinvolti dei personaggi che sono stati arrestati che sono stati coinvolti con me nel processo “Easy”, ed erano amministratori di due aziende, Bevilacqua Damiano e Cedro Salvatore, gli eretici sono stati quella notte però non è scattata l’operazione per truffa ma per questo spaccio di sostanze stupefacenti.
P.M. – Quindi la notizia l’aveva avuta nella cosa specifica suo fratello Russo Luciano. I.R.C. RUSSO – Sì, perché era il suo difensore l’Avvocato Infantino. Il capitolo relativo agli agganci della ‘ndrangheta (e nello specifico dei Piromalli) è ormai aperto. E il racconto di Russo, che si dipana per alcune udienze per diverse ore ciascuna, si fa sempre più inquietante: “Hanno coperture istituzionali, hanno coperture con i giudici, hanno coperture con magistrati, hanno coperture con tutto, con Avvocati, con tutti, quando vuole le faccio nomi, cognomi, indirizzi. Anche perché gli conoscono i punti deboli, quindi”. In particolare, il collaboratore punta il dito su un magistrato specifico: “Loro avevano in mano il Presidente del Tribunale di Palmi come hanno in mano tutti gli ufficiali giudiziari, come hanno in mano tutti gli uditori, dottoressa, quelli che scrivono i mandati di cattura”. Alla fine il nome riecheggia nell’aula: “Il giudice Tuccio, un massone”. Tuccio, oggi in pensione, è attualmente imputato per associazione segreta nell’ambito del maxiprocesso “Gotha”, che vede alla sbarra la masso-‘ndrangheta, che sarebbe stata governata dagli avvocati Paolo Romeo e Giorgio De Stefano.