di Giuseppe Campisi
Cittanova – Una pietra stadiale per ripercorrere all’indietro nel tempo la storia dei luoghi e di intere comunità. Prima fra tutte, quella di Cittanova e della sua fondazione quale passaggio strategico obbligato per le migrazioni ed i traffici socio-commerciali dei locresi che attraversavano il valico aspromontano del Passo del Mercante per giungere sulle coste e l’entroterra tirrenico verso Metauros, Medma e Ipponion. Ricerche, approfondimenti e riscontri scaturiti dagli studi e dalle osservazioni del compianto prof. Domenico Raso e caparbiamente riprese dalla guida ambientale e naturalistica Giuseppe D’Amico dell’associazione Gente In Aspromonte che ha voluto meritoriamente portare a termine il lavoro di Raso dando testimonianza dell’origine antichissima di Cittanova e degli sviluppi conseguenti ad un filone storico-antropologico finora non troppo conosciuto.
A sancire il dato storico accertato, una importante manifestazione presso il luogo ove è stato da poco ricollocato il segno di questo incrocio di civiltà presso la chiesa di Santa Maria della Catena, già Santa Maria di Campoforano, attraverso una cerimonia pubblica che si terrà il prossimo venerdì 30 giugno alle ore 18 alla presenza, tra gli altri, dei sindaci di Cittanova, Antonimina e Gerace e del presidente del Parco nazionale d’Aspromonte nel corso della quale l’archeologo italoamericano Paolo Visonà relazionerà compiutamente su questa importante riscoperta. Una novità che riesuma le «radici greche del nostro territorio – ha affermato Giuseppe D’Amico raggiunto da Approdonews – anche grazie agli scavi archeologici condotti dal professor Visonà e che riconducono con certezza questi luoghi al periodo greco della potente Locri Epizephiri, a più di 2700 anni fa e non già all’epoca aragonese come finora creduto».
Continuando il colloquio Giuseppe D’Amico rivela che altre sorprese potrebbero stagliarsi all’orizzonte degli scavi e della storia perché «la conformazione fisica delle nostre montagne parla chiaro. Esse proteggevano fisicamente la grande città di Locri da possibili nemici. L’Aspromonte è disseminato di tracce che indicano questi periodi storici e le monete ritrovate anche a Cittanova ne sono una chiara testimonianza. Le montagne parlano e vanno visitate». La imponente pietra stadiale collocata presso l’antichissima chiesa di Santa Maria della Catena è nient’altro che la prova visiva e documentale di questi retaggi storici che saranno presto trasformati, grazie all’azione di quattro associazioni cittanovesi che stanno predisponendo la carta di ben 11 sentieri, in percorsi turistico-ambientali godibili da cittadini, studiosi ed appassionati.
La messa in discussione di una filogenesi «per come ce l’hanno raccontata» aggiunge D’Amico anche per via di una certa volontà «di annullare la storia e la cultura greche» che impregna queste aree e che è figlia della civiltà monastica che ha istruito le genti a valorizzarne il territorio. «La nostra iniziativa vuole ribadire proprio questo: la riconquista dell’armonia con il territorio con in più la creazione di una omogeneità di Comuni coinvolti in questa offerta turistico-culturale, anche di nicchia se vogliamo, che possa attrarre visitatori consapevoli attraverso il criterio della qualità della proposta». La riappropriazione insomma delle nostre radici e della nostra identità, secondo D’Amico, perché «è giunta l’ora di riprenderci il passato».