Il sindaco di Varapodio punta il dito contro Arcea e scrive ad Oliverio
Signor Presidente,
l’agricoltura calabrese versa in uno stato di totale abbandono, senza che nessuno, dico nessuno, si sia preso la briga di trovare un minimo di soluzione. In questa sede non parlerò delle leggi comunitarie che consentono alle lobby internazionali di fare le aranciate senza l’utilizzo delle arance o di importare l’olio tunisino senza dazi alle dogane, che già a parlare solo di questi due argomenti ci sarebbe tanto materiale a giustificazione della nostra indignazione di agricoltori calabresi abbandonati al loro destino senza alcuna speranza per le generazioni future, cui spetta loro una sola conclusione cioè quella della valigia sempre pronta. Invece, In questa missiva, mi soffermerò, solamente, a parlare dello “SCHIFO”, che la Regione Calabria, attraverso l’ARCEA, ha combinato in danno degli agricoltori calabresi nel non aver effettuato a tutt’oggi i pagamenti relativi alla domanda unica per l’anno 2015. Ancora oggi, Aprile 2016, gli agricoltori non sanno quanto percepiranno di aiuti comunitari, ma soprattutto non sanno quando questi soldi arriveranno nel loro conto corrente bancario. Mi chiedo perché gli agricoltori siano stati abbandonati senza fornire loro un minimo di informazione. L’organismo pagatore “ARCEA” si è rifugiato in un mutismo assoluto e non riesce a fornire un minimo di spiegazione in merito ai ritardi dei pagamenti che, ormai, rasentano il ridicolo. Non esiste nemmeno un referente in seno all’assessorato all’agricoltura in grado di rappresentare un punto di riferimento per gli operatori del settore o per le organizzazioni di categoria in modo da avere quelle informazioni minime per poter tranquillizzare gli agricoltori che, da un punto di vista finanziario, sono alla canna del gas. Inoltre, in Calabria, non esistono parlamentari in grado di recepire le istanze degli agricoltori in difficoltà, in quanto abbiamo eletto Deputati e Senatori, i quali, se gli parli di domanda unica, credono si stia parlando di un’unica domanda e cioè di una domanda secca, come nei quiz. Sullo sfondo abbiamo un Ministro dell’agricoltura, che ci legge per conoscenza, che non fa altro che parlare di ripresa del settore agricolo, dimostrando di vivere nel mondo dei sogni. Inoltre, il Presidente del Consiglio dei Ministri, cui questa missiva sarà inoltrata, vende fumo quotidianamente, mentre in Calabria stanno andando in fumo migliaia di addetti del settore agricolo, perché le aziende sono collassate a livello finanziario.
Per concludere, Signor Presidente, Le comunico che i ritardi dell’ARCEA sono da addebitare solo ed esclusivamente a pastoie e pasticci burocratici causati da una classe dirigente inadeguata della Regione Calabria ed aggravati da un apparato burocratico di un organismo pagatore poco adatto al ruolo conferitogli. Fa molta rabbia pensare che l’agricoltura calabrese debba morire solo perché è in mano ad un esercito di incapaci e di incompetenti. Non credo sia sufficiente una lettera a risolvere i nostri problemi, però sono convinto sia necessario farvi presente il sentimento che aleggia nel nostro animo di persone molto amareggiate, poiché siamo sempre più convinti che l’agricoltura non sia nei Vostri pensieri e non faccia parte delle Vostre priorità.
Cordiali saluti
Dott. Orlando Fazzolari
Sindaco di Varapodio
La missiva è indirizzata per conoscenza anche al presidente del Consiglio dei ministri Matteo Renzi e al ministro per le Politiche agricole Maurizio Martina.